LA MARCIA DELLA PACE DA BENEVENTO A PIETRELCINA PER I BENI COMUNI

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Benevento - "Ripartiamo dopo un lunga pausa di riflessione - ha dichiarato il Presidente provinciale delle ACLI Filiberto Parente -, vogliamo riproporre la marcia della Pace Sannita, la Benevento – Pietrelcina, per il prossimo mese di maggio 2012, poiché in un tempo di crisi economica, etica e Politica, ci sentiamo smarriti nell' aver perso la bussola dell' agire sociale. Vogliamo insieme alle Istituzioni locali e le associazioni di terzo settore e del privato sociale provare a dare un volto nuovo al nostro Mezzogiorno d' Italia. Da subito invitiamo a ri-pensare il Sociale come bene comune".

"Riconciliazione e Pace per tessere, con il filo d'oro della Giustizia sociale e della responsabilità civica a tutti coloro che in passato hanno contribuito al benessere delle nostre comunità - continua Parente -, per sette anni di lavoro su questi importanti temi". Nel 2006, in collaborazione con la Provincia di Benevento e Comune di Benevento, lo STAP 17/08 – Servizio Istruzione della Regione Campania, per diffondere in territorio sannita l'Appello "DIAMO VOCE ALLA PACE", promosso dalla Tavola della Pace, dal Coordinamento Nazionale Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, dalla Federazione Nazionale Stampa e dall'Usigrai, sindacato dei giornalisti della Rai, organizzò il IV Cammino di Riconciliazione e Pace "Il grido dell'Africa" Benevento – Pietrelcina.

"Tra 10 giorni, il 10 dicembre 2011, in tutto il mondo verrà celebrata la Giornata Internazionale dei Diritti Umani. In preparazione di questo appuntamento invitiamo tutti a rileggere la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani - dice Parente in una notta -, un documento di straordinaria importanza che in trenta brevi articoli parla di ciascuno di noi, della dignità e del valore di ogni persona e definisce con parole chiare e semplici i nostri fondamentali diritti. Sono diritti civili, politici, economici, sociali e culturali. Sono diritti individuali ma anche universali e indivisibili. Parliamo del diritto alla vita, alla pace, alla libertà, all'uguaglianza, al cibo, all'educazione, alla salute, alle pari opportunità, all'ambiente, all'acqua, alla casa, alla giustizia, allo studio, alla cittadinanza, al lavoro, alla pensione".

"Sono solo 30 articoli. Eppure, ancora oggi, pochissimi italiani li conoscono. Eppure, dietro a ciascuno di questi articoli ci sono stati tanti giovani che hanno lottato e spesso pagato con la vita l'impegno contro la guerra, la dittatura e l'oppressione, per la libertà e la giustizia. Eppure quei diritti continuano a essere violati in tante parti del mondo e anche nel nostro paese". Le Acli di Benevento invitano tutti a leggere insieme un articolo al giorno. Un appello ai direttori dei TG della RAI servizio pubblico, a cui chiedono di dedicare da oggi al prossimo 10 dicembre pochi secondi dei TG per la semplice lettura giornaliera di uno degli articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Un servizio ai cittadini. Un modo semplice per adempiere ai doveri istituzionali del servizio pubblico e di aiutare il nostro paese a riscoprire le basi della convivenza. Questo invito vale, naturalmente, anche per tutti i responsabili del mondo della comunicazione e dell'informazione, per tutti i protagonisti e responsabili del mondo della scuola e di tutte le altre agenzie educative.

"Leggiamo, dunque, insieme il primo articolo della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani - dice Parente -. Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza."

L'articolo 1 dice chiaramente qual è il fondamento dei diritti umani: è l'essere umano in quanto tale. Si nasce con i diritti e le libertà fondamentali. Il legislatore, nel nostro caso il legislatore internazionale, non "crea" né "concede" i diritti umani, ma li "riconosce". I diritti umani preesistono alla legge scritta. I diritti umani siamo noi. In epoca di assolutismo, ci fu chi disse: "L'Etat c'est moi" (lo Stato sono io). In virtù del riconoscimento giuridico dei diritti umani ciascuno di noi può a giusto titolo dire: "La Loi c'est moi" (la Legge sono io), beninteso la legge fondamentale, non il privilegio o il capricco o il lusso. Dire diritti umani significa dire consapevolezza di altissima responsabilità personale e sociale, da spendere in termini di solidarietà e di servizio alla comunità. Gli estensori della Dichiarazione intesero i diritti umani come "verità pratiche": il diritto alla vita è il bisogno vitale di vivere, il diritto al lavoro è il bisogno vitale di lavorare, e così via. Dissero: scriviamo un elenco di verità pratiche, senza chiederci qual è il loro fondamento. Ma l'articolo 1 esplicita senza mezzi termini proprio questo fondamento".