ARIANO. LILIANA MONACO SI PRESENTA AL CONSIGLIO COMUNALE. IL DISCORSO

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Vorrei trasmettere, alcune mie riflessioni, per dare modo a chi non mi conosce personalmente, di spiegare attraverso alcuni concetti fondamentali il mio "credo" e cioè come, da sempre ho inteso esercitare compiti di responsabilità, secondo coscienza, nella pratica della gestione della " res pubblica". La nostra Costituzione indica i principi in base ai quali la P.A. è organizzata, essa sovrintende ai servizi pubblici che lo Stato e gli enti locali hanno l'obbligo di rendere alla collettività, all'insegna dei criteri di buon andamento e imparzialità.

Efficienza, efficacia, economicità, e-government, sono termini che, da oltre venti anni, riempiono sia i discorsi della politica che i molteplici trattati del managment pubblico, ma in concretezza, nel quotidiano delle attività degli Enti, cosa devono significare ?
Una rettitudine intellettuale, con l'obbligo di sviluppare i propri compiti di responsabilità secondo principi di legalità resi nell'assoluto interesse generale, quindi, operando, con competenza in base ai canoni di cui al Dettato Costituzionale.
Essere competente, significa saper affrontare e gestire situazioni articolate, l'approccio analitico quindi, alla competenza, definisce la stessa come una "somma" di saperi : saper fare e saper essere, oggi è ancora valida tale asserzione, ma ha necessità di essere integrata con una semplice aggiunta, saper gestire e "destreggiarsi nelle complessità " delle azioni ; per agire con competenza, oggi, nella P.A., è essenziale approfondire un aggiornamento quotidiano costante ed al passo con la evoluzione tecnologica, ma la competenza reale si riesce davvero a percepire quando il risultato ottenuto è espressione di qualità del servizio pubblico realizzato con efficace rapidità; la esecuzione resa possibile altresì, attraverso una certa dose di "effervescenza di idee e progetti" seri e ragionati, fa sì che l'amministrazione incontri indiscutibilmente l' apprezzamento dei cittadini .
Fintanto che la politica non si convinca, definitivamente, che le tre "C" – cultura, capacità e competenza devono trovare spazio pieno nelle scelte che riguardano la individuazione delle figure con ruoli di responsabilità nelle Istituzioni pubbliche sia di Amministrazione che di gestione, la crescita e lo sviluppo rimarranno decisamente al palo.
Al Sud, impera, atavicamente, il costume sociale della postura servile, dell'elemosina, del minimo risultato raggiungibile, non c'è passione e né cura del territorio, questa ultima, insieme alla "tutela" del paesaggio, dovrebbero rappresentare obiettivi di primaria rilevanza nelle azioni programmatiche degli Enti Locali per queste aree interne della Regione Campania, dove la "bellezza dei luoghi" è ancora integra ed è risorsa straordinaria.
Per le grandi progettualità ognuno si adopera, vi è però un'assoluta mancanza di attenzione dell'ordinarietà, della risoluzione del piccolo problema, del controllo sul corretto uso del territorio, la convinzione è, che quando la Pubblica Amministrazione, con efficacia e determinazione fronteggia e risolve celermente le questioni di dettaglio, è in grado di poter affrontare, programmare e conseguentemente gestire grandi proposte progettuali di crescita territoriale. Poche regole, chiare e semplici da trasmettere alla collettività, accompagnate da una costante e attenta azione di supporto delle Istituzioni Pubbliche preposte che dovrebbero operare in sinergia verso obiettivi comuni, potrebbero restituire un risultato eccellente : un territorio "ordinato", un territorio "pulito".
Le risorse finanziarie disponibili sono limitate, bisogna, quindi, fare "sistema" tra Enti Territoriali affinché attraverso una "strategia operativa laboriosa", possa ottenersi il massimo dei risultati.
Ho ricoperto svariati incarichi dirigenziali raggiunti a seguito di superamento di concorsi e selezioni pubbliche e non devo ringraziare alcuno, pertanto ho deciso di accettare questa competizione, perché l'occasione è particolare, siamo in un contesto storico difficilissimo, non si ha certezza dell'immediato domani e del futuro prossimo. L'unico assoluto convincimento e che ognuno di noi, nel proprio piccolo, ha l'obbligo morale di impegnarsi contribuendo alla ricostruzione e alla rinascita della Nazione.
Secondo Giambattista Vico, grande filosofo napoletano del tardo seicento, la storia del genere umano è caratterizzata da un andamento graduale, quel che viene dopo non è detto che sia migliore di quello che viene prima, nel senso che la storia dovrebbe procedere in un modo non meccanico né uniforme verso l'idealità. Secondo Vico, ogni civiltà ha un suo corso sostanzialmente progressivo, il quale, giunto al culmine, si arresta ed entra in crisi. Una umanità incapace di crescere e di rinnovarsi, ha innanzi a sé la drammatica prospettiva, di un regresso, un ritornare indietro, a causa di fattori quali il pessimismo, la diffidenza, l'anarchia, il decadimento dei costumi, la scomparsa del rigore.
Il processo della storia assume, pertanto un carattere ciclico, perché il ritorno alla barbarie dovrebbe restituire un nuovo slancio attraverso il ritorno al sentimento e alla creatività, e l'evoluzione ricomincia. La dottrina filosofica del Vico dimostra come la civiltà raggiunta non debba mai essere considerata come una conquista definitiva, né la migliore di tutte.
Oggi, la civiltà conquistata non risulta essere sicuramente la migliore di tutte, anzi, oltre alla profonda crisi economica in atto a livello mondiale, vi è una crisi ancora peggiore che riguarda i valori umani ed etici della persona.
I giovani d'oggi, prendono esempio, dai genitori, dagli insegnanti, dagli uomini che ci governano, la maggioranza di loro "ragiona" con la "logica" del "minimo sforzo", inflacciditi nella tristezza della noia e nella mediocrità, i malesseri sociali dei nostri giorni.
"Le scorciatoie" non conducono mai a risultati solidi, senza un rigoroso e costante impegno , gli obiettivi raggiunti saranno sempre superficiali ed approssimati. Forse in questa epoca l'essere umano potrebbe cercare, dalla filosofia alla vita quotidiana, di imparare ad essere più disponibile ed aperto nei confronti della vita e del pensiero altrui. Il sapere di ognuno è ben poca cosa, se paragonato all' ignoranza che ci travolge, ciò deve essere lo stimolo verso il desiderio di conoscere, imparare, comprendere ed ascoltare; nell'attuale società , dove tutto è divenuto dubbio, molti avvertono la esigenza di richiamarsi ad antichi valori , alla ricerca di un supporto psicologico che tenti di bilanciare il senso di inadeguatezza tipico del momento. Altri, all'inverso, interiormente lasciano maturare uno stato di cinico pessimismo, permettendo il dilagare del dubbio del pensiero a tutti i livelli, con una conseguente e crescente propensione a non credere neppure ai valori umani più semplici e universali.
Il concetto, poi della "morale" non è una minuzia, ma un'esigenza incalzante della vita quotidiana, utile ad indirizzare i nostri comportamenti, o valutare quelli degli altri. Ciò ha pregio in ogni campo, nelle amicizie, nel lavoro, nella politica. Anche se, a volte, risulta difficile trovare la retta strada.
La persona davvero "morale" afferma l'importanza di alcuni principi e cerca di uniformare ad essi innanzitutto la propria condotta. Si ha il dovere di denunciare le situazioni in cui i valori vengono calpestati, la rispettabilità è una dote di immenso valore , la calunnia, la diffamazione, sono un offesa insopportabile.  E' ricorrente l' uso di criticare i vizi altrui, ma ognuno, difende i propri vizi con la giustificazione sempre pronta "così fan tutti", oppure appellandosi all'obbligo di dover raggiungere grandi obiettivi di moralità che giustifichino il calpestare delle regole.
Vi è un gran bisogno di rispetto, tolleranza  e soprattutto buon senso nel confrontarsi su idee politiche, culturali, religiose; la critica violenta o lo scherno non possono e non devono poter essere concepibili. Ciò non significa che non possano essere formulate disapprovazioni, ma c'è assoluto bisogno di comportamenti pacati e sereni, rispettosi del prossimo e delle idee altrui; ritrovare un punto di incontro nelle questioni non significa dover sottostare a compromessi , sono da rifuggire, invece, i compromessi non moralmente leciti e che ripugnano alla nostra coscienza, espressamente fatti per proprio tornaconto personale.
Per una serena convivenza, non bastano le norme legali o morali, occorre pazienza, comprensione, indulgenza, non è sufficiente la "tolleranza", c'è bisogno di sentimenti di vita.
Prevale, con insolenza, la cultura dell'accaparramento e dell'avidità!
Ottimi esempi, in tal senso, vengono dal mondo politico e dalla P.A. in generale!!!
Il rigore, la moralità, se applicati secondo regole precise e definite possono donare alla P.A. nuovo virgulto!!
Gli elettori posseggono, purtroppo, già tanti motivi per essere delusi della condotta dei loro leader e sono sempre più convinti che irrealizzabili saranno le loro attese rispetto alle misure utili per migliorare la qualità della vita e per avviare il Paese lungo un reale percorso di prosperità. La intolleranza popolare, è ormai esasperata dal convincimento che tutti i detentori del potere si occupino esclusivamente del proprio portafoglio.
Dalla P.A. dipendono le sorti dell'intera società, nazioni all'avanguardia da anni puntano all'uso del merito come parametro selettivo sia nel privato ma soprattutto nel pubblico.
Un servizio pubblico meritocratico richiede enormi trasformazioni sia nella politica sia nell'amministrazione. L'obiettivo dovrebbe essere quello di creare centri d'eccellenza e leadership, che sappiano poter rivoluzionare il sistema, per ottenere servizi di qualità e costruire un nuovo welfare per il paese.
Nel mese di Gennaio di quest'anno un articolo riportato sul quotidiano di economia "Italia Oggi" titolava : LA CINA PRIMEGGIA PERCHE' è governata dagli Ingegneri" . La Cina ,appunto, è una nazione il cui dato di crescita per l'anno 2010 è +10% di P.I.L., nonostante la crisi globale, il ritmo di espansione dell'economia di questo paese non sembra conoscere battute d'arresto, non è un caso che il futuro dell'IRISBUS sembra legato ad una decisione di uomini con occhi a mandorla.!
Vi è una chiave di lettura poco nota a molti - affermava l'articolista Edoardo Narduzzi - riconducibile al fatto che nella ragion di Stato cinese prevale la cultura del fare su quella del dire, in quanto tutti i posti strategici sono occupati da ingegneri. Il cursus honorum disegnato per la élite politica è scientifico: si inizia con una brillante laurea in ingegneria in una delle migliori università del paese per poi successivamente entrare nel mondo del lavoro in attività pubbliche con sfidanti target produttivi. Se il giovane ingegnere ha le carte giuste – nel frattempo si iscrive al partito - può essere designato all' incarico di Sindaco di qualche grande metropoli, con attribuzione di obiettivi di governo della città che, rispettati e raggiunti, gli spianano la strada per poter assurgere a funzioni governative centrali.
Il merito è il risultato di una vera e propria ideologia morale secondo la quale dovrebbero allinearsi le politiche sociali, economiche ed educative.
Questi sono i miei pensieri ed i miei ragionamenti, spesso mi sono sentita isolata, ma non ho mai ceduto, imperterrita ho proseguito secondo questi principi e questi valori, ottenendo risultati estremamente positivi, operando con estrema onestà, nell'esclusivo interesse generale .
Sono straordinariamente onorata e fiera di poter utilmente e umilmente contribuire al bene di questa comunità, ho accettato questo incarico per una serie di motivazioni, la prima è certamente quella già anticipata di un obbligo morale, in questo difficile momento, in cui a nessuno è consentito tirarsi indietro o abdicare al proprio dovere, con la convinzione che il destino di tutti dipende dall'apporto di ciascuno, la seconda è che qui, ad Ariano Irpino , ho vissuto un bel periodo lavorativo, proficuo e complesso, durante il quale ho avuto modo di incontrare e conoscere tantissime persone, riscontrando in esse una diversità di rapporto sociale, molto affabile, ancora ben pregna di sani valori e di profondo rispetto; ciò mi ha fortemente colpito lasciando in me un segno indelebile, tant' è che con molti ho continuato ad avere contatti e frequentazioni ancora tutt'oggi.
Altre motivazioni sono legate alle tante questioni territoriali locali e di area vasta affrontate come Dirigente in Provincia di Avellino riguardanti questa pregevole realtà , ricca, davvero, di fermento culturale e posso affermare, senza ombra di dubbio, più del comune capoluogo, e ciò è un forte stimolo ad impegnarsi per fare di più e nel migliore dei modi.
Ritengo che non sarà complicato, almeno per la personale esperienza sin qui acquisita, porre mano alle problematiche e condurle a definizione, avviando contestualmente un ragionamento condiviso su una programmazione strategica fattibile e concreta, pensata per la seconda comunità irpina più importante, non dimentichiamo, di origine sannitica, la cui estensione è quasi come quella di una grande metropoli collocata in un'area baricentrica tra il Tirreno e l'Adriatico.
Ariano Irpino, 16.11.2011 Ing. Liliana Monaco