FORESTALI. SOLIMINE: «TRASFORMARE FORESTAZIONE IN SETTORE PRODUTTIVO»

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AVELLINO - Risolvere il problema dei forestali, ormai da mesi senza stipendio, si può, ma è necessario trattare la questione con la dovuta serietà. Ad sostenerlo è l'assessore provinciale per le politiche del lavoro Giuseppe Antonio Solimine, secondo cui: «La risposta potrà venire solo se si riuscirà a trasformare la forestazione in settore produttivo, attraverso un'operazione sinergica da sviluppare con la collaborazione di tutti, comprese le organizzazioni sindacali. In passato, da presidente della Comunità montana Valle Ufita, ho

provato a dare slancio al settore mediante la sottoscrizione con la Provincia ed i Comuni di numerosi accordi e protocolli relativi all'affidamento della manutenzione del verde pubblico, delle strade provinciali, del decorso delle acque ed anche dell'urbanistica comunale, per la quale fu attivata presso l'ente montano, la falegnameria con l'obiettivo di avviare a produzione gli arredi pubblici. Il personale era occupato in attività concrete e si evitava il ricorso ad interventi ordinari e straordinari da parte della Provincia con sprechi e sovrapposizioni di competenze. Esempio di come la forestazione da peso può diventare una opportunità anche in termini di qualificazione del personale. Il dramma vissuto dai lavoratori della Comunità montana Terminio Cervialto è comune, con le dovute eccezioni, a tutto il settore della forestazione ed è ferma intenzione dell'Amministrazione provinciale e di questo assessorato affrontarlo con l'attenzione e l'impegno necessari affinché si esca da una condizione non accettabile: sette mesi senza stipendio è un fatto gravissimo. Lunedì mattina – continua Solimine - in occasione della convocazione della Giunta esecutiva, porterò all'attenzione del senatore Cosimo Sibilia la necessità e l'opportunità che si organizzi un incontro presso la sede dell'Amministrazione provinciale di Avellino con il coinvolgimento dei presidenti di tutte le Comunità montane irpine per individuare le emergenze ed avviare un ragionamento che porti alla risposta per i tanti lavoratori che non possono continuare ad attendere invano. La sensazione è che il disagio sia pressoché uguale per tutti i forestali, ma i percorsi seguiti dagli enti non siano stati analoghi ed il monitoraggio dovrebbe individuare le differenze per giungere alla organizzazione di misure specifiche. Occorre avviare una indagine puntuale, utilizzando anche forme straordinarie, per verificare la legittimità degli atti amministrativi prodotti nel tempo e che hanno forse determinato le attuali difficoltà, rispetto alle quali dobbiamo attribuire ad ognuno il livello di responsabilità in funzione di quello che ha fatto e non quello che dice di aver fatto». In particolare, afferma Solimine, «va rivista la legge regionale n. 11 e va dato immediato corso alla individuazione delle nuove competenze da attribuire agli enti montani la protezione civile, la salvaguardia ed il controllo contro il dissesto idrogeologico e l'utilizzo del parco forestale per fini pure turistici con l'obiettivo di attivare percorsi formativi che diano dignità ad un settore ritenuto assistenziale». In tal senso, i disastri ambientali verificatisi nei giorni scorsi in Liguria dovrebbero far riflettere circa la necessità che gli enti montani siano messi al centro dell'attenzione e dotati delle idonee risorse economiche e finanziarie con il coinvolgimento di più assessorati. In Valle Ufita sono stati realizzati alcuni progetti innovativi come, ad esempio, "e-territory" , che ha visto impegnati i lavoratori 24 ore su 24 in attività di contrasto agli incendi e di tutela del patrimonio boschivo. «La domanda che ci si deve porre è: - asserisce Solimine - a chi conviene distruggere il giorno dopo quello che è stato realizzato il giorno prima? Le comunità montane si possono salvare se si ha il coraggio di azzerare tutte le posizioni di privilegio che hanno colpito il settore e di verificare fino in fondo la capacità in campo per affrontare le difficoltà. Dunque, è necessario controllare le progettualità e le relative opere realizzate o in fase di completamento per ottenere così il rilascio dei certificati di regolare esecuzione e di termine dei lavori. Insomma, gli enti montani devono trasformarsi in strutture guidate dalla logica aziendale. Io sono disponibile – conclude l'assessore – ad avviare una interlocuzione immediata con la Regione Campania, che è la controparte nella questione della forestazione e ad organizzare un'iniziativa pubblica per invitare al tavolo della discussione, riguardante il lavoro in generale, le eccellenze produttive della provincia di Avellino che sono riuscite a mantenere i livelli occupazionali ed in qualche caso ad accrescerli nonostante il momento di crisi. Abbiamo bisogno che la provincia torni a ragionare e che le difficoltà siano affrontate con maggiore attenzione con il contributo di tutte le forze politiche, economiche e sociali senza sconti e senza esclusioni per nessuno perché non è più il caso di pensare a chi debba mettere la bandierina sulle risposte, ma a dare fiducia e credibilità alla politica».