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Politica

Apro un negozio contro la crisi. Marianna Raviele, il coraggio di provare

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AVELLINO - Tra le giovani promesse del commercio made in Avellino c'è sicuramente lei, Marianna Raviele. Ventottenne, avellinese di nascita, ma montefortese d'adozione, dopo aver conseguito la maturità classica presso il liceo classico europeo Convitto Nazionale Colletta di Avellino, ha frequentato prima il corso biennale di tecnico pubblicitario all'ILAS di Napoli, poi il corso triennale di comunicazione pubblicitaria allo IED di Roma. Terminati gli studi è tornata ad Avellino ed ha cercato un impiego come pubblicitaria. L'ambiente della pubblicità, però, non le ha offerto le opportunità

di crescita professionale e personale che desiderava, perciò ha deciso di accantonare i suoi progetti iniziali e di guardarsi intorno. Non si è persa d'animo, si è rimboccata le maniche e, per essere autonoma e non gravare eccessivamente sul bilancio familiare, ha iniziato a lavorare come operatrice di call center e come addetta alle vendite in vari negozi di abbigliamento in città ed in provincia. Ed è proprio durante lo svolgimento del lavoro al quale si era avvicinata per caso, per necessità e non per scelta, che ha intuito di avere buone doti relazionali, una forte motivazione al contatto con il pubblico e di essere in grado di gestire una trattativa di vendita, con pazienza e disponibilità all'ascolto. Ha, quindi, deciso di sfruttare queste sue qualità, intuendo che era il momento di mettere in discussione se stessa e lo scorso anno ha fatto una scelta: contro la crisi, contro un mercato fermo e spesso chiuso ai giovani, ha deciso di cambiare le regole, intraprendendo una strada rischiosa ed aprendo un'attività in franchising. Ha visto, così, la luce, nel giugno del 2010, la BYS Boutique di Avellino, in Piazzale Amedeo Guarino n.31-32, presso la Galleria Magnolia. La società BYSIMON, nata nel 1970 da una intuizione di Francesco Simeone, è specializzata nella creazione, produzione e distribuzione, in Italia e all'estero, di gioielli in argento, in bronzo ed ottone, orologi, accessori moda, borse gioiello e design per la casa.
Da poco più di un mese Marianna ha festeggiato il suo primo anno da imprenditrice. Ad animarla, confortarla e sostenerla ci sono, oltre alla famiglia, al fidanzato ed agli amici, l'entusiasmo che accompagna i giovani all'alba di ogni prima grande avventura, l'umiltà, la caparbietà e la voglia di affermarsi in un settore, come quello del commercio, che più di tutti sembra aver risentito della crisi degli ultimi anni. Marianna è l'esempio di come sia possibile trasformare un problema in opportunità, di quanto conti oggi essere creativi ed avere fiducia nelle proprie doti. Ha cominciato da zero e grazie a coraggio e determinazione ce la sta facendo. E' quella che potremmo definire una "leader di confine", una giovane che è riuscita a puntare a ciò che vuole e non a ciò che si deve. Non è famosa, ma è la conferma che anche oggi si può scommettere su se stessi. Perchè, come diceva Freud, "l'uomo energico, l'uomo di successo, è colui che riesce, a forza di lavoro, a trasformare in realtà le sue fantasie di desiderio".

 

I.: "Marianna, perchè hai deciso di investire proprio in un negozio di gioielli? Non hai avuto paura che con la crisi ci fosse un calo dell'offerta in questo settore?"
M.: «Mi piaceva l'idea di mettere in pratica le nozioni acquisite durante il mio percorso di studi ed il poter aprire un negozio mi ha dato e mi sta dando l'opportunità di farlo. La scelta dell'attività nella quale cimentarmi è dipesa da due fattori: la mia passione per i gioielli e la possibilità che avrei avuto di testare quotidianamente la mia predisposizione al contatto con il pubblico, soprattutto femminile, che, si sa, è molto esigente. L'azienda BYSIMON non la conoscevo, l'ho scoperta per una serie di coincidenze fortuite navigando su Internet ed ho appreso la possibilità di avviare un'attività di lavoro in proprio in franchising. Il franchising, per me che mi affacciavo per la prima volta nel settore del commercio e non avevo esperienze imprenditoriali, era l'ideale, perchè mi permetteva di avvalermi del know-how di un marchio già affermato. Così, ho approfondito sia la conoscenza del settore che quella dell'azienda e sono rimasta piacevolmente colpita dalla serietà dei manager che si occupavano di questo progetto e con cui ho avuto a che fare. Ogni prodotto viene realizzato con cura partendo dall'idea progettuale da tradurre in disegno, valutando ogni minimo dettaglio tecnico. Gran parte dei gioielli BYSIMON è ancora fatto a mano, soprattutto per quanto riguarda l'incastonatura e la spazzolatura.
Non ho avuto paura che la crisi toccasse il settore verso il quale mi sono orientata, perchè il prezzo dell'oro è in costante e netto aumento, soprattutto in questo periodo, di conseguenza la richiesta dell'argento è elevata, essendo questo diventato più accessibile dell'oro, ma anche più adattabile alle esigenze quotidiane della clientela».

 

 

I.: "Due momenti di grande paura e di massima soddisfazione che hai vissuto nella corso della tua avventura professionale"
M.: «Un po' di paura c'è sempre e credo sia normale e giusto, soprattutto all'inizio, quando spesse volte mi sono ritrovata a chiedermi per quale motivo avessi deciso di avventurarmi in un'impresa simile e se avessi fatto o meno la scelta giusta. Per quanto riguarda il momento più bello, questo per me è tutte le volte che il cliente è soddisfatto del mio lavoro. Il commercio, come tutti i settori oggi, sta vivendo un momento di crisi, riscontrabile nella crescente flessione nelle vendite, perciò sono contenta quando la gente apprezza i prodotti che commercializzo ed il modo in cui gestisco il negozio. Cerco di impegnarmi al massimo, anche perchè sono fermamente convinta che il successo di un'attività dipenda per il 90% dalla cura del cliente e dal rapporto di fiducia che si riesce ad instaurare con esso. Invece, oggi, troppo spesso, per disinteresse o per incapacità, non ci si orienta al cliente, non si è interessati a conoscerlo, a comprenderne le esigenze, a creare una relazione di reciproco valore. E, così, ci si comporta in maniera poco educata, sgarbata, allontanando una buona fetta di clientela. Ciò che chi lavora a stretto contatto con il pubblico deve chiedersi è quando eroga un buon servizio. Un buon servizio si ha quando quello erogato supera le attese del cliente, viceversa si tratta di un servizio di limitata qualità. Tuttavia il concetto di qualità del servizio è soggettivo, e ciò che deve risultare è la somma dei giudizi rilevati. I clienti vogliono trattare con risorse in cui possono credere, che siano competenti e capaci e nello stesso tempo cortesi e gentili, ossia che sappiano risolvere i problemi. Dunque, tra il cliente e la risorsa preposta all'erogazione del servizio si crea una relazione sociale ed il modo con cui questa è condotta risulta fondamentale per definire il successo dell'iniziativa».

 

 

I.: "Quali imprenditori campani apprezzi e perchè?"
M.: « Apprezzo molto i proprietari del bar di Viale Italia "Voglia e cafè"; sono due giovani coppie della provincia di Salerno che sono riuscite ad avviare un'attività in una zona non pedonale e senza parcheggio, ma che, nonostante tutto, attira una clientela sempre più numerosa. Ammiro molto anche i proprietari del "Kinsale" di via Roma ad Avellino e del "Queen's Castle" a Manocalzati, che hanno aperto due pub ben gestiti e, perciò, sempre pieni, sia durante la settimana che nei week end. In generale stimo tutti i giovani che si lanciano in un'attività nuova, mettendosi in gioco».

 

 

I.: "Qual è il rapporto tra la tua città ed il tuo lavoro? Avellino ti aiuta o ti ostacola nello svolgimento della tua attività?"
M.: «Purtroppo il deficit maggiore di Avellino è la totale assenza di collaborazione tra il Comune ed i commercianti. La prova lampante è quello che successe quando furono avviati i lavori a Piazza Libertà senza tenere per nulla in considerazione le esigenze dei commercianti, che si trovarono a perdere gran parte della loro clientela, a causa dell'assenza di zone pedonali e dell'impossibilità di parcheggiare. Non c'è sostegno per la piccola impresa e manca la comunicazione delle iniziative organizzate dall'amministrazione comunale, come la "Notte bianca". E' il commerciante che si deve informare. E poi c'è un totale disinteresse per quanto riguarda la pulizia e la manutenzione delle strade e dei marciapiedi. Ad esempio, Piazzetta Amedeo Guarino è un'area comunale, tanto è vero che c'è anche la numerazione civica, quindi dovrebbe provvedere il Comune alla pulizia. Un anno fa c'era un'impresa che aveva avuto l'appalto dal Comune per fare le pulizie qui, ma da parecchi mesi, ormai, siamo noi commercianti della zona che dobbiamo pagare qualcuno che pulisca all'esterno dei negozi, in modo che lo spazio antistante sia percorribile dai cittadini e non invaso dai rifiuti e dalla sporcizia. Lo stesso discorso vale sia per la pavimentazione della piazzetta che è scivolosa, soprattutto nelle giornate di pioggia, ed ha già provocato incidenti a numerose persone, sia per la mancanza di illuminazione durante le ore serali. Il Comune delega ogni responsabilità al condominio dicendo che l'area è condominiale, allora come mai c'è la numerazione civica?»

 

 

I.: "Si investe abbastanza sui giovani ad Avellino?"
M.: «No, i giovani ad Avellino sono trascurati ed a loro sono offerte poche opportunità. Questo è un peccato, perchè Avellino è una città piena di risorse. E' una città a misura d'uomo, non è caotica, è molto tranquilla e vivibile, ma andrebbe offerto maggiore sostegno ai giovani ed andrebbe prestata maggiore attenzione alle loro esigenze, a cominciare dall'università, visto che ci sono sedi universitarie nelle altre 4 province della Campania, mentre ad Avellino mancano. Inoltre, non ci sono vantaggi per i giovani imprenditori che non sanno come muoversi bene. Eppure, i giovani sono le principali risorse del futuro del nostro paese. Bisogna partire da loro, valorizzarli e considerarli se vogliamo uscire dalla crisi. Avellino ha le potenzialità, ma ci vorrebbe più interesse da parte di chi le gestisce. Se si lavora con volontà di fare le cose il successo prima o poi arriva».

 

 

I.: "Che cosa volevi fare da piccola? Sei soddisfatta dei risultati raggiunti finora?"
M.: «Da piccola sognavo di fare la veterinaria. Amo gli animali e mi sarebbe piaciuto potermi prendere cura di loro. Adesso i miei sogni li ho accantonati, almeno per un po', perchè per il momento ho bisogno di fare qualcosa di più concreto e se questo progetto imprenditoriale andrà bene, come spero,e me lo permetterà, non è detto che i miei sogni restino tutti quanti chiusi in un cassetto. In ogni caso, sono molto soddisfatta dei risultati che ho raggiunto finora. In un momento di crisi come quello che stiamo attraversando riesco comunque a cavarmela ed oltre alle spese avere anche un introito, anche se minimo. L'azienda, inoltre, è contenta del mio operato, dice che la mia attività ha un ottimo riscontro e gli articoli hanno un bel successo. L'unico mio cruccio è il punto in cui si trova il mio negozio, che non è del tutto strategico non essendo pienamente a vista, ma il Corso Vittorio Emanuele è inaccessibile per quello che riguarda gli affitti».

 

 

I.: "Come ti vedi tra 20 anni? Andresti via da Avellino?"
M.: «Ultimamente il mio lavoro non mi ha dato molto tempo per pensare al mio futuro. Comunque, tra 20 anni spero di aver realizzato e di aver costruito qualcosa, di avere una famiglia tutta mia e spero di poter restare ad Avellino. Io amo la mia città e soffro nel vedere che le cose non vanno come dovrebbero. Chi prova a restare qui si trova spesso davanti un muro, perciò poi va via»

 

 

I.: "Che cos'è per te il successo?"
M.: « Il successo è un concetto soggettivo secondo me. La mia idea di successo non coincide con l'accumulo di ricchezza. Per me il successo è la soddisfazione, la gratificazione personale nel veder realizzato almeno qualcuno degli obiettivi che ci si era prefissati. Sicuramente al giorno d'oggi il successo è riuscire a costruire una bella famiglia con dei sani principi. Il successo sarebbe anche riuscire a restare nella propria città».