Secondo alcune versioni era la primavera del 568, quando i Longobardi, guidati da re Alboino, si mossero dall'Ungheria e attraversarono i valichi delle Alpi Orientali per lanciarsi alla conquista dell'Italia. Secondo altre versioni storiche un gruppo si era già introdotto in Italia prima di Alboino, guidato da Zottone e si era insediato a Benevento. Prima tappa di Alboino fu Cividale del Friuli, la romana Forum Iulii. Da li', con il Tempietto longobardo, i resti del Palazzo Patriarcale e con il Museo Archeologico Nazionale, parte l'itinerario accolto dall'Unesco.
Una strada che dal Friuli passa alla Lombardia, con il Complesso Monastico di S.Salvatore-S.Giulia a Brescia, poi a Castelseprio, in provincia di Varese, con il Castrum e la Chiesa di S.Maria foris portas. I longobardi di Zottone, invece, avevano seguito la strada che portava al sud. Dopo le Alpi valicarono gli Appennini e dal Nord Italia passarono al Centro e al Sud, fondando quella che in seguito fu chiamata la Langobardia Minor, costituita dai ducati centro meridionali di Spoleto e Benevento.
L'itinerario si sposta cosi' in Umbria, con la Basilica di Spoleto (Pg) e poi a Campello, sempre in provincia di Perugia, con il Tempietto sul Clitunno. Dall'Umbria alla Campania, a Benevento, con il Complesso di Santa Sofia con la Chiesa e l'annesso Chiostro, parte dell'Abbazia che oggi ospita il Museo del Sannio. Infine la Puglia, con Monte S.Angelo, sul Gargano, che ospita il Santuario di San Michele. In realtà, secondo molti studiosi, il Santuario del Gargano sarebbe la prima testimonianza di devozione dei Longobardi verso l'Arcangelo, poi diffusasi in tutta Italia ed anche in Francia, con tracce storiche già intorno al 556, cioè più di 10 anni prima dell'ingresso di Alboino in Italia.
Per l'Italia, un ulteriore passo in piu': con 'I Longobardi in Italia, i luoghi del potere (568-774 d.C.)' sono 46 i siti del Belpaese inseriti nella lista Unesco del Patrimonio Mondiale. Il ministero, che ha coordinato i lavori per la candidatura, continua a sostenere ed accompagnare la rete anche attraverso la partecipazione all'Associazione Italia Langobardorum, la struttura di gestione promossa dai Comuni che garantisce il coordinamento delle azioni e l'attuazione delle attivita' di rete.