Politica

Quando l'essere prende il sopravvento sull'apparire

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C'è chi la ama e chi la odia. Chi la teme e chi la aspetta con impazienza. Chi la vive con ardore godendo appieno di ogni suo attimo e chi non ha mai riflettuto sulla sua importanza. E' la notte, l'antitesi del giorno, l'arco temporale che nell'immaginario collettivo è associato al riposo. Ma la notte non è fatta solo per dormire. La notte si lavora per assicurare agli altri un buon sonno o un buon risveglio. Lo sanno bene medici, infermieri, panettieri, pasticceri, operai, operatori ecologici, autisti, deejay, cantanti, poeti, scrittori. La notte si studia se durante il giorno non si è avuto tempo per farlo o se

c'è qualcosa da recuperare. La notte ci si diverte con gli amici, si ride, si scherza, si balla, si beve. La notte si vive, e si vive per sè, non per gli altri, si abbandona la maschera pirandelliana e ci si veste del vero "io". Perchè le tenebre ed il silenzio incutono timore, ma rendono tutto lecito. Le tenebre celano il mondo che ci circonda,o, almeno, crediamo che sia così. Fin da piccoli siamo portati ad avere paura del buio, credendo che possa nascondere chissà quali mostri o pericoli. Invece il buio avvolge, non copre. Permette a tatto, olfatto, gusto e udito di svilupparsi e potenziare le proprie capacità. Ci insegna a guardare, non a vedere, ad ascoltare, non a sentire, a prendere consapevolezza del notro corpo inteso come espressione del nostro "io" più profondo e non come strumento da mettere in mostra o del quale vergognarsi, come imposto dai dettami della società moderna. Elimina il velo di ipocrisia e di apparenza che oggi domina e predomina.
Anche il silenzio, come il buio, è temuto. Perchè lo si vive come una situazione di disagio e di imbarazzo. Siamo abituati a pensare che sia necessario sfoggiare sempre la propria eloquenza in ogni circostanza e che le pause nei discorsi debbano essere brevi, se non addirittura assenti. Si parla sempre e comunque, con tutti e dappertutto, grazie o per colpa delle tecnologie che hanno abbattuto le barriere spazio-temporali. Ma siamo così sicuri che ciò che diciamo sia rilevante per gli altri e, soprattutto, che gli altri siano davvero interessati a ciò che stiamo dicendo? Si parla sì, ma in realtà si comunica poco e male, ed il silenzio fa paura perchè non lo conosciamo o lo conosciamo poco, e perchè ci costringe a pensare, a riflettere, a valutare, a prendere delle decisioni, a scegliere.
E di notte si è soli. Soli con sè stessi. E questa solitudine è quella che fa più paura perchè di notte, lontani dallo stress e dai rumori quotidiani che tutto coprono e trascinano via con sè si può sentire il battito del proprio cuore, il flusso delle idee e delle riflessioni, la vita che scorre e che ci pulsa dentro e ci aiuta a riappropriarci del nostro essere che, purtroppo, troppo spesso è perdente nella lotta contro l'apparire. Come dice Romano Battaglia "di notte ogni cosa assume forme più lievi, più sfumate, quasi magiche. Tutto si addolcisce e si attenua, anche le rughe del viso e quelle dell'anima".