Politica

E...state con gli anziani. Con la stagione calda tornano i soliti problemi

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Ennio Flaiano disse "Non c'è che una stagione: l'estate. Tanto bella che le altre le girano attorno. L'autunno la ricorda, l'inverno la invoca, la primavera la invidia e tenta puerilmente di guastarla". L'estate è la stagione più attesa e desiderata ma, paradossalmente, anche la più temuta. Temuta dalle donne in perenne lotta con la bilancia alla costante ed ostinata ricerca della forma perfetta che venderebbero l'anima al diavolo pur di superare la "prova costume", ma non rinuncerebbero per nulla al mondo agli aperitivi e gelati tipici della "bella stagione". Temuta dalle mamme e dai papà che non sanno a

chi affidare i loro figli durante l'orario di lavoro. Temuta dai maturandi che si trovano ad affrontare il primo vero grande ostacolo della loro vita e dagli studenti universitari in lotta con pile di libri, appunti, dispense, litri di caffè e temperature che mettono a dura prova la loro già vacillante volontà. Temuta, soprattutto, dagli anziani per i quali l'estate è sinonimo di solitudine. I giovani e le famiglie si organizzano, compatibilmente con le ferie e la crisi economica che ha colpito duramente il nostro Paese, per andare al mare e smaltire sotto l'ombrellone un po' dello stress accumulato durante l'anno. Le amministrazioni cittadine organizzano concerti, sagre e campi estivi per i bambini, ma agli anziani chi ci pensa? Gli anziani molto spesso hanno difficoltà di movimento ed il caldo li debilita riducendo la loro autonomia. Hanno bisogno di attenzioni, di cure, di vicinanza fisica. Hanno bisogno di distrarsi, di non pensare, di fantasticare, di sentirsi vivi ed utili. Senza di loro noi non esisteremmo, non avremmo una storia, una cultura un'identità. Sono il patrimonio della nostra società e vanno valorizzati e non emarginati ed ignorati. L?Irpinia, anche in questo è ancora indietro. Mancano i numeri verdi ai quali gli anziani possano rivolgersi in caso di necessità e manca l'organizzazione di attività nelle quali coinvolgerli, come feste di quartiere, corsi di pittura, di ricamo o di cucina. Per quanto banale sia, un albero senza radici non può esistere e nessuno può crescere e migliorare se non imparando da chi ha più esperienza. Gli anziani sono una ricchezza, non un fardello di cui liberarsi. Né d'estate né durante il resto dell'anno.