Ariano. Il Forum della Gioventù ricorda il primo maggio

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ARIANO IRPINO (AV) - Ben 156 anni fa, con questa frase, i sindacati sentirono il bisogno di convergere su di una giornata all'anno, il 1° maggio, in cui gli operai potessero far sentire la propria voce, potessero, insieme, far valere i proprio diritti, la propria autonomia e la proprio indipendenza. Questa conquista, che oggi può sembrare "dovuta", in realtà è stata oggetto di lunghe trasformazioni, non solo politiche, ma anche culturali e in un certo senso geografico. Partendo da questa frase pronunciata in Australia, si può percorrere la storia del primo maggio

passando attraverso date importanti: nel settembre 1866 viene proclamata la Prima internazionale a Ginevra, con l'imperativo "otto ore come limite legale dell'attività lavorativa". Il 1° maggio 1886 si ricorda per i martiri di Chicago, fuoco aperto su operai che manifestavano contro i licenziamenti; il 20 luglio 1889 avvenne la Seconda internazionale a Parigi, "una grande manifestazione sarebbe stata organizzata per una data stabilita, in modo che simultaneamente in tutti i Paesi e in tutte le città, i lavoratori avrebbero chiesto alle pubbliche autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore". Ancora un 1° Maggio, questa volta nel 1891 a Roma: morti e feriti e centinaia di arresti tra i manifestanti. Più recente tra i precedenti a Bruxelles nell'Agosto del 1891 si decide la data del 1° Maggio quale "festa dei lavoratori di tutti i paesi, nella quale i lavoratori dovevano manifestare la comunanza delle loro rivendicazioni e della loro solidarietà".
Questi sono solo alcuni degli avvenimenti che si sono succeduti. Sicuramente non bisogna tralasciare l'effetto che ha avuto il fascismo su questa data; nel ventennio fascista questa ricorrenza fu soppressa, essendo considerata "sovversiva". E oggi, quanta importanza viene data al primo maggio? Che cosa si fa ancora per i tanti lavoratori, precari e disoccupati, i quali possano rivendicare questa data e tutelare i loro diritti? Quanto è "sicuro" il nostro lavoro?
La società odierna è cambiata e sta cambiando, come sta cambiando l'economia e come vengono a mutarsi le relazioni tra le imprese e i lavoratori e tra gli Stati e il tema del lavoro. I lavoratori italiani devono confrontarsi non solo con le imprese italiane, le quali subito dopo il configurarsi della crisi economica hanno dovuto rivedere i propri piani di investimento riducendo le assunzioni, ma anche con le imprese estere. I lavoratori stranieri si trovano nella condizione subordinata a gare al ribasso mediante le quali le grandi imprese convergono le proprie attività e posizionano le proprie imprese
in posti dove sono più bassi i livelli salariali. È proprio su queste asimmetrie che non debbano dividersi gli interessi e le tutele di tutti i lavoratori del mondo: infatti gli operai sopratutto si trovano in una sorta di stato di oppressione da parte dei datori di lavoro, i quali chiedono sempre più
impegno e dedizione ma il più delle volte ciò si traduce in intense ore di attività lavorativa, elevati livelli di produttività, ristrette pause e tempi di inattività sul posto di lavoro, tutte situazioni che possono compromettere la qualità stessa delle attività mansionate ma anche e soprattutto la qualità
della vita del lavoratore.
Tutto ciò avviene oggi alla luce degli incidenti e infortuni sui luoghi di lavoro che, seppur in diminuzione rispetto agli anni precedenti, restano comunque in numero elevato e si apre costantemente nella società una riflessione sulla evitabilità di tali inconvenienti. Ed è proprio su questa problematica che nella giornata del primo maggio si devono ricordare le numerose persone decedute o infortunatesi sui luoghi di lavoro che troppo spesso vengono
dimenticate. Il lavoro è inserito nel 1° articolo della Costituzione Italiana e ciò non è un caso poiché è un tema centrale dell'intera società e si può leggere lo stato di benessere dell'Italia anche dalla situazione dei lavoratori, i quali si trovano ad operare in aziende che troppo spesso rinunciano ad effettuare i giusti investimenti per la sicurezza. Si collega a ciò la recente sentenza Thyssenkrupp con la quale vengono condannati in primo grado l'amministratore delegato della Thyssenkrupp a 16 anni e 6 mesi di carcere ed altri 5 dirigenti a pene tra i 13 anni e 6 mesi ed i 10 anni e 10 mesi. Il procuratore aggiunto di Torino Raffaele Guariniello ha così commentato: "Questa sentenza può scuotere e cambiare le coscienze: dei lavoratori che sanno di avere ora degli
strumenti in più per la sicurezza nei luoghi di lavoro, ma soprattutto degli imprenditori. Da oggi quando andranno nelle aziende, devono aver presente che sono loro i responsabili della sicurezza; che se succede qualcosa non sono più protetti da condanne 'virtuali', che magari non verranno mai
scontate. Ora le condanne sono reali e si rischia la galera". Ed è quindi, secondo i membri del Forum della Gioventù di Ariano Irpino, grazie a questa sentenza che si spera possa segnare l'inizio di una maggiore consapevolezza legale e politica sul tema della sicurezza sui luoghi di lavoro. Essa dunque non potrà mai "risarcire" la perdita dei propri cari alle famiglie, né soppiantare la tristezza che ancora regna sui volti, ma, in questa festa del 1° maggio,
può dare una luce di speranza a tutti i lavoratori italiani e di tutto il mondo, insieme ai quali noi siamo tutti concordi nel ritenere che non si può ancora morire sul posto di lavoro!