Politica

Mediazione giudiziaria. Gli avvocati: aumenta i costi e privatizza la giustizia

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Troppo concentrati su altri aspetti della legge sulla media-conciliazione, fino ad oggi noi tutti abbiamo mancato di dare adeguata attenzione al problema dei costi di questa nuova procedura, regolamentati dall'art. 16 D.M. 180/2010 e determinati dalla Tabella A allegata a tale articolo. Gli spot pubblicitari che abbiamo visto in televisione, dal canto loro (non mi riferisco solo allo spot della Carlucci, ma a tutte le trasmissioni televisive, demagogicamente schierate a favore), si sono soffermati su esempi assolutamente insignificanti,

arrivando così perfino a sostenere l'economicità della procedura. In genere abbiamo sentito parlare della causa di mille euro, che costerebbe 65 euro a persona: quindi almeno 130, più 40 per la domanda iniziale: troppo facile controbattere che quel tipo di contenzioso è assolutamente marginale, e che attualmente introdurre una causa del genere dinanzi al Giudice di Pace (lo si può fare anche senza avvocato), costa 33 euro in tutto, e fino a qualche tempo fa il costo era addirittura zero.
In realtà, volendo affrontare seriamente il problema, basta dare uno sguardo alle materie soggette a mediazione obbligatoria, per individuare facilmente le situazioni paradossali in cui potrà trovarsi un cittadino, soprattutto nei casi, prevedibilmente frequenti ed anzi certamente maggioritari, in cui la mediazione non riuscirà.
L'esempio classico che tutti stanno facendo in questi giorni è quello della divisione ereditaria, materia squisitamente giuridica, spesso ostica per gli stessi operatori del diritto, e che è assai improbabile che possa essere affrontata con successo dal solito geometra assurto, non per sua colpa ed assolutamente senza intento dispregiativo, a prototipo del mediatore inadeguato.
Ma in realtà ognuno di noi, in soli pochi giorni di vigenza della legge, si è già trovato di fronte ad esempi eclatanti di come questa normativa, spacciata come grande conquista, metta in realtà pesantemente le mani nelle tasche dei cittadini, favorendo le manovre di pochi speculatori.
Vorrei qui limitarmi a citare un solo caso, che mi ha colpito: un domanda per usucapione, da notificare a quindici persone (eredi dell'originale intestatario del bene). Praticamente un caso classico, perché all'usucapione si ricorre in genere quando la situazione possessoria non corrisponde all'intestazione del bene immobile, e questo sia intestato ad un soggetto da tempo defunto, con necessità di notifica ai suoi eredi, le cui stirpi con il tempo si sono "ramificate". Valore del bene: 300.00 euro. Costo della procedura conciliativa: almeno 22.706 euro. Possibilità di mettere d'accordo 17 persone (2 attori, 15 convenuti): nessuna.
Ecco, questi sono i costi, assolutamente fuori da ogni logica, della media-conciliazione. Costi commisurati non già alle parti processuali, ma al numero delle persone che partecipano all'incontro, come al cinema. Che lievitano con l'aumentare dei soggetti che dovrebbero mettersi d'accordo, e quindi sono tanto più alti quanto più improbabile è la riuscita della mediazione.
Cifre che in virtù del principio della solidarietà potranno gravare anche su una sola parte, salvo rivalsa (ove possibile) nei confronti degli altri. E che spiegano in modo chiarissimo come mai la mediazione sia oggi gestita, per il 70%, da società di capitale, dalle compagini incontrollate ed incontrollabili, che perseguono il lucro come unico obiettivo e i cui soci sono imprenditori, ai quali interessa molto poco la salvaguardia dei diritti dei cittadini e la difesa dello Stato di diritto.
E' la privatizzazione della giustizia, contro la quale si sta battendo una sola categoria: quella degli avvocati. Che però vengono accusati, dai padroni di quelle società di capitale, di salvaguardare solo i propri interessi. Paradossale.

Avv. Marcello Luparella
Foro di Ariano Irpino

Sito dell'ordine degli avvocati di Ariano Irpino