Gli intellettuali ed il nuovo pensiero napoletano. Idee, quali sconosciute?

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Irpinia - Che la visione dell'Irpinia come luogo per discariche fosse parte del "comune sentire" di una classe piuttosto umile di cittadini napoletani, lo sapevamo. Che questo "pensiero", come un tarlo, si fosse propagato agli "intellettuali" lo abbiamo scoperto in queste ore. Un gruppo di intellettuali napoletani (ci siamo sempre chiesti questo appellativo da cosa derivi, se da un foglio di carta preso a suon di metodi italioti o da effettivo esercizio del pensiero) ha sottoscritto un appello per la realizzazione di una nuova discarica in Alta Irpinia.

Sembra che questi intellettuali non abbiano studiato bene la Storia, e non abbiano imparato che il pensiero napolicentrico della grande testa (Napoli) e del corpo malato (il Regno) è divenuto ormai anacronistico ed è superato nei fatti. Gli stessi intellettuali, evidentemente poco si esercitano nella ricerca delle soluzioni, se, di fronte ad un problema come quello dei rifiuti, nel 2011 l'unica soluzione che propongono è quella di scavare un buco. Povera Napoli! Davvero merita questa classe intellettuale?.  Di fronte alla sfida, quella sì interessante, di cercare di convicere circa 3 milioni di uomini urbanizzati, incancreniti da decenni di comportamenti erratio, a comportarsi da persone civili praticando una effettiva raccolta differenziata, gli intellettuali si prodigano nell'apoteosi del buco!. Stupisce il livello del dibattito intellettuale della terza città d'Italia. Mai ci saremmo aspettati argomenti così profondi con soluzioni così articolate da essere difficilmente comprese da matematici e filosofi di alto profilo. Intanto, per fortuna, ci pensa la Comunità Provvisoria a replicare a così alto pensiero partenopeo. "Come Comunità Provvisoria dovremmo a questo punto scrivere almeno un manifesto, un appello contro l'idea di una parte degli intellettuali napoletani (35 firmatari tra cui Franco Ortolani, Giulio Pane, il Capo della Procuradi Napoli : Lepore, ecc.) di istituire una nuova mega-discarica in Alta Irpinia. Come si fa a pensare di imbrattare d'ufficio quel poco di natura che è rimasta all'interno della Campania? - scrive Angelo Verderosa nel sito web della Comunità Provvisoria -. Il manifesto però, oltre le nostre poche prime firme, dovrebbe portare le firme degli amici Intellettuali napoletani (buoni) che sono venuti più volte in Irpinia e che hanno condiviso i problemi e le visioni di questa parte marginale di territorio appenninico. Penso a Chambers, a Curti, a Cillo, a Gravagnuolo, a De Grenet, a Cappiello, a Mazzoleni, Pica Ciamarra e tanti tanti altri. Ognuno di noi inviterà a firmare un amico napoletano. E questo appello lo facciamo arrivare sulla stampa napoletana. Ieri pomeriggio sono stato a fare visita ad Antonio Vespucci, appena rientrato da un complicato intervento ortopedico a Siena; Antonio ritiene che, come territorio, possiamo accogliere la frazione umida dei rifiuti napoletani, cioè gli avanzi del cibo, proprio la parte più problematica da gestire a causa della puzza; quello però da cui si può ottenere il compost; compost che può servire all'agricoltura come concime considerato che qui non si produce più letame. Aggiungo: quest'idea, che potremmo condividere come CP, è un'apertura leale e generosa verso i problemi di Napoli; un'idea costruttiva; non sosteniamo e non accettiamo lo spreco e la cecità dell'indifferenziata inquinante. Accettiamo l'innesco di un ciclo differenziato dei rifiuti che parta da Napoli e dai napoletani iniziando a separare almeno il 'secco' dall'umido', giorno per giorno, con le mani e con la mente". La Comunità Provvisoria risponde con un'idea? "che sarà mai"? si chiederanno certi intellettuali!