Ariano. Ancora un suicidio in carcere. Si toglie la vita un 39enne

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ARIANO IRPINO (AV) - Ancora un suicidio in carcere. E' successo ad Ariano Irpino questa mattina verso le dieci. Un detenuto di origine francesce, E.I.P., sposato e padre di due figli ,in attesa di giudizio per una vicenda legata allo spaccio di droga, si è impiccato nel bagno della propria cella. Ad accorìgersene sono stati gli agenti penitenziari che , assieme al medico di turno, hanno fatto il possibile per rianimarlo. Sulla vicenda sta indagando la Procura della Repubblica di Ariano. Una seconda indagine è stata avviata dall'amministrazione interna del carcere.

" La notizia del suicidio, a mezzo impiccagione, posta in essere questa mattina intorno alle dieci da un detenuto presso la Casa Circondariale di Ariano Irpino (AV)- sostiene Eugenio Sarno, segretario nazionale della Uilpa Penitenziari - è una ulteriore conferma della deriva di morte e violenza che ha irrimediabilmente imboccato il sistema penitenziario italiano. Il detenuto, E.I.P., che si è suicidato nella sua cella era di origine francese, proveniente da Marsiglia ed aveva 39 anni. Con quello odierno salgono a dieci i detenuti suicidatisi nelle degradate celle in questo 2011. Si tratta, evidentemente, di una strage silenziosa che sembra toccare solo la sensibilità di pochi. E' chiaro, infatti, che il silenzio istituzionale, sociale e politico che avvolge i dieci suicidi, i 150 tentati suicidi, le 29 vite strappate in extremis strappate alla morte per suicidio dagli agenti penitenziari, denota una insensibilità ed una disattenzione che offendono non solo il senso civico ma anche la professionalità e l'impegno degli operatori penitenziari diuturnamente impegnati, con scarsi mezzi e risorse, a contrastare l'inciviltà e la disumanità delle condizioni detentive. Alla luce di quanto successo oggi trovano ancor più ragioni le innumerevoli iniziative di protesta proclamate su tutto il territorio nazionale dai sindacati della polizia penitenziaria.
Non ci stancheremo, pertanto, di chiedere al Ministro Alfano e al Governo Berlusconi un concreto impegno per risolvere le criticità che affogano l'universo penitenziario nel mare delle emergenze. Ancora una volta invito il Ministro Alfano e i Sottosegretari Caliendo e Casellati dall'astenersi da roboanti dichiarazioni in relazione allo stato degli istituti penitenziari, rispetto all'improbabile piano carceri e alle solo annunciate assunzioni in polizia penitenziaria. I responsabili politici di Via Arenula rinuncino a qualche pasterella, a qualche taglio di nastro, e a qualche posa di prima pietra e si concentrino sulle soluzioni possibili. Non guasterebbe, infine, nemmeno un confronto con le rappresentanze sindacali che, attraverso la loro competenza, potrebbero fornire consulenze (gratuite) derivanti dalla diretta conoscenza di fatti, cose, persone e dinamiche.