Ariano.Manca neuropsichiatra , niente certificato. Bimba rimane senza cure?

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ARIANO IRPINO (AV) – Non si trova un neuropschiatra per firmare un documento di routine. E' questa la disavventura nella quale sono incorsi diversi giovani genitori che hanno dei figli con problemi del linguaggio. Le convenzioni che stipulano l'ASL ed i centri di riabilitazione vanno sistematicamente rinnovate. Ma non si tratta sempre di cosa semplice. "Mia figlia è affetta da un ritardo nel linguaggio – spiega una giovane madre –

e da giugno segue un programma di logopedia. La prima volta l'abbiamo portata a Grottaminarda perché ad Ariano non c'era il neuropschiatra. Il prossimo 18 febbraio scade la pratica ed abbiamo avviato l'iter per rinnovarla". Quella che sembra una operazione banale, una procedura di routine sta diventando un vero e proprio incubo non solo per la giovane madre, ma anche per tante altre nella stessa situazione. Per rinnovare la pratica serve una visita dal fantomatico neuropsichiatra che deve prescrivere ancora dei cicli di recupero presso strutture convenzionate. Allora i genitori si sono rivolti al distretto di Ariano e si sono sentiti rispondere che non c'è il neuropsichiatra. Hanno riferito l'accaduto all'istituto di riabilitazione che ha chiamato l'ASL. Dopo una serie di telefonate hanno ottenuto due numeri di telefono, uno di Sant'Angelo dei Lombardi e l'altro di Montella. "Abbiamo chiamato Sant'Angelo dei Lombardi – continua la mamma – e ci siamo sentiti rispondere che hanno fatto qualche visita del genere, ma non sono competenti perché fuori distretto e che, comunque, per ora sono pieni di visite del proprio distretto. In più hanno aggiunto che per il distretto di Montella vale lo stesso discorso". Insomma tra poco scade la convenzione e la bambina rischia di rimanere senza la riabilitazione. "Sempre l'interlocutore della ASL ha detto per telefono che bisogna preparare una lettera sottoscritta dai genitori che hanno questo problema della pratica in scadenza – conclude la mamma -. Intanto il diciotto è probabile che la pratica scada e la bambina sarà dimessa". Una situazione paradossale che rischia di vanifare il lavoro già svolto fino ad ora. La logopedia, infatti, deve essere svolta constantemente e non può essere interrotta.