Politica

Italia. Il Paese della contrapposizione tra il sacro ed il profano. Chi vincerà?

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L'Italia è il grande Paese dell'occidente, forse unico, che sa coniugare il bello ed il brutto, cioè capace di contenere in sé tutto ed il suo contrario. Riflettiamoci. C'è un mondo dove "puttanaio", bestemmie e "delizie" simili, entrano nella categoria della relatività, e perciò comprensibili e "giustificabili", ed un mondo ordinario, opposto, identificato plebeo e petulante, 

dove è più difficile insomma, che l'umana comprensione sia sparsa e facilmente concedibile. Vi è la parte che sa sprigionare la nobiltà della generosa dedizione al volontariato o sa scavare una trincea fatta di preti di una Chiesa evangelica e pauperistica, o sa ritrovarsi in elevatezza morale in tanti.

Vi è altra parte invece che, di converso, riesce ad esporre "fetenzie", prepotenze, prevaricazioni da suburra, frutti del suo bieco, sordo e cieco potere. È insofferente ed insensibile alle istanze diffuse di sofferenza di una Società che sta perdendo la sua opulenza e rappresentativa di un potere privo di freni ed incline al godereccio, anche turpe perché orgiastico.

Al di là delle invocazioni alla moralità - qui purtroppo, è anche manifesta la carenza della semplice buona educazione e del decoro proprio - credo che solo in Italia può tollerarsi un Premier che, al servizio del Paese, antepone trastulli con donnine, fa meretricio e sguinzaglia apostoli vocati o pagati a guerreggiare per difendere le sue indecenti bassezze.

Di questi "vitelloni" un Paese serio non sente mancanza, come pure farebbe a meno di quell'altra accozzaglia "arianeggiante" di razzisti subalpini che, intemerati ed impuniti, scorazzano per valli tra prebende e lauti compensi e, ostentando bronzee ipocrisie e gridando che gli altri son "ladroni", solleticano private e sconce avidità per rastrellare bottini.

Spiegare a simili campioni, per esempio, gli eventi del primo Novecento che enfatizzarono il disagio meridionale è come spiegare a suburbani questioni ardite e, dunque, dire di Giustino Fortunato ad essi, potrà far nascere in loro, al massimo, il dubbio che sia o no un calciatore , forse portiere o forse centravanti.

Ma tant'è: cavare sangue dalle rape è opera lodevole, anche se sempre infruttuosa.

E così anche far passare il concetto che "fra le mura di casa, ognuno deve sentirsi libero di fare ciò che vuole", collide in sé con l'uomo solo di fronte agli imperativi della sua coscienza. Ma qui Kant - e chi sarà mai costui?- può scambiarsi al più come un attaccante della nazionale tedesca, o come un "tronista" d'oltralpe!

Quella è gente che "non ha tempo da perdere con 'ste cose". È gente "pragmatica" quella che "lavura" 25 ore al giorno e che sa che "occhio non vede, cuore non duole": allora sia festa e colga iattura a coloro che pretendono di "origliare o sbirciare dal buco della serratura".

Ah, bei tempi quelli di Tiberio imperatore che aveva "facoltà" di precipitare dalle rupi di Capri i testimoni dei suoi festini...; oggi, che questo proprio non è più possibile, mannaggia, alle fatiche governative vogliono addirittura che si impedisca quel sollazzo di una orgetta tanto benefica e rilassante. Che tempi, che vergogna!

Sussulto di serietà: mandiamo a casa questi cialtroni che rotolano nel fango e riempiono il Paese di ridicolo. Sarebbe bello che le opposizioni parlamentari abbandonassero definitivamente l'Aula per riunirsi altrove, abbandonandoli di fatto al loro bivacco, o che dessero addirittura le dimissioni da membri del Parlamento, per precipitare la crisi già in atto.

Mi auguro che non si cerchino strade tortuose da "papocchi" intrecciati, che ritarderebbero solo e colpevolmente le elezioni generali: sarebbe uno scadimento di serietà!

Aldo D'Andrea
Resistenti per i Sud