Non era in casa ma in garage. Agli arresti domiciliari gestiva fabbrica semiclandestina

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SOLOFRA (AV) - Nei giorni scorsi, da un controllo ad una persona sottoposta agli arresti domiciliari, i carabinieri della Stazione di Solofra hanno finito per eseguire una vera ispezione ad un'azienda conciaria, con tanto di sequestro dell'impianto di inchiodatura e rifilatura pelli e la denuncia in stato di libertà dell'amministratore unico della società. Il tutto nasce quindi da un normalissimo controllo di un detenuto domiciliare, 

effettuato verso il titolare del consorzio degli inchiodatori, arrestato proprio dai carabinieri di Solofra perché mandante del famoso rogo alla conceria Manu di Solofra. I carabinieri, come di consueto, stavano andando a controllare che questi stesse rispettando le norme che regolano il regime degli arresti domiciliari, atteso che lo stesso è pure autorizzato dal giudice a recarsi al lavoro presso un'azienda agricola.
Durante il controllo, però, i carabinieri hanno riscontrato che l'uomo, anziché essere all'interno della propria abitazione, si trovava nel vano garage ove veniva svolta un'attività di inchiodatura e rifilatura di pelli di cui egli risulta l'amministratore unico. I carabinieri, al momento stesso dell'accesso in questa azienda, hanno riscontrato la presenza di ben 8 dipendenti, dei quali 2 mai assunti e di un terzo che percepiva l'indennità di disoccupazione.
In più, insospettiti dalle telecamere piazzate nei pressi della conceria-garage, i militari dell'Arma hanno pure appurato che l'arrestato domiciliare, allo scopo di eludere i loro controlli, aveva installato delle telecamere dalle quali poteva rilevare la presenza dei carabinieri e farsi così trovare tranquillamente in casa.
Denunciato subito l'uomo per evasione, il successivo controllo all'impianto conciario ha permesso di rilevare che i macchinari utilizzati erano privi della prescritta autorizzazione all'emissione dei fumi in atmosfera, che il titolare (quindi l'arrestato domiciliare) non aveva mai provveduto a impartire la prescritta formazione in merito ai rischi derivanti dall'attività lavorativa, che non aveva mai sottoposto alcun operaio alla visita medica obbligatoria e che non aveva mai distribuito alcun dispositivo di protezione individuale.
Sulla base di queste premesse e del fatto che il vano garage dove si svolgeva l'attività conciaria, tra l'altro regolarmente iscritta come ditta costituita, era privo dei certificati di agibilità e di quello sanitario, i carabinieri di Solofra hanno sottoposto l'intero impianto a sequestro preventivo, denunciando di nuovo l'arrestato domiciliare per i reati derivanti dalle sue violazioni in materia ambientale, di sicurezza del lavoro e impiego di lavoro nero.