Rifiuti. Il PD boccia il decreto. De Luca: inefficace

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ROMA - "Questo decreto perpetra la logica dell'emergenza. Perciò il nostro voto non può che essere negativo". Così il senatore Enzo De Luca, intervenuto oggi in Aula nel dibattito sulla conversione in legge del decreto legge (dl 26 novembre 2010, n.196) in materia di gestione del ciclo integrato rifiuti in Campania, per consegnare la dichiarazione di voto del Partito Democratico. Articolato l'intervento del senatore, segretario della Commissione

Ambiente e vicepresidente della Commissione bicamerale di inchiesta sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti, che si è soffermato sulla inefficacia delle soluzioni adottate finora dal Governo per risolvere la crisi dei rifiuti della Campania.
Promotore del disegno di legge quadro in materia di gestione integrata dei rifiuti, incentivazione della raccolta differenziata e lotta allo smaltimento illegale (A.S. 2302 del 27 luglio 2010 ) e del disegno di legge (A. S. 2463 del 18 novembre 2010) per il superamento della gestione emergenziale, il funzionamento ordinario del ciclo dei rifiuti ed interventi in campo ambientale in Campania, De Luca ha sottolineato "l'assoluta mancanza di strategia da parte del Governo, che affronta la questione in maniera parziale e inconcludente. In Commissione di inchiesta sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti, il Presidente della Regione, Stefano Caldoro, ha dichiarato che per archiviare l'emergenza occorrono da tre a quattro anni, profilando all'orizzonte il rischio di perdere i fondi stanziati dall'Unione Europea e attualmente congelati, mentre il Ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, il 13 gennaio, consegnava alla Commissione Ambiente dati molto preoccupanti. È il quinto decreto legge che il Governo predispone per la situazione rifiuti in Campania. Segno che evidentemente i provvedimenti predisposti e approvati non erano esaustivi. E non lo è certamente quest'ultimo".
Indice puntato, in particolare, contro la decisione del Governo di non restituire, così come il gruppo del Pd ha chiesto più volte, la titolarità della Tarsu ai Comuni.
Accolti, invece, due ordini del giorno, discussi ieri in Commissione, che impegnano il Governo a bonificare alcuni dei siti della Campania utilizzati in passato per depositarvi i rifiuti – come quelli di Ariano Irpino e di Savignano, nella provincia di Avellino – e a verificare che la Regione Campania presenti al Parlamento una relazione semestrale sullo stato della crisi. De Luca è primo firmatario di entrambi.
E nel testo del decreto legge è stata inserita la proposta del senatore Pd di utilizzare le cave abbandonate e dismesse della Campania - opportunamente messe in sicurezza - come siti alternativi alle discariche, e diventata dunque , dopo il voto in Aula, indirizzo operativo.
"Mi fa piacere che il Ministro abbia accolto l'indicazione già al centro dell'ordine del giorno approvato all'unanimità dal Senato il 9 luglio 2008. – ha spiegato il senatore - Il Governo ha il dovere di avviare l'opera di recupero ambientale del territorio, ancora al palo nonostante le risorse stanziate ed utilizzate dal Commissariato bonifiche eppure straordinaria opportunità, anche per le ricadute occupazionali, di rinascita e sviluppo".
Poi, tornando al decreto legge in discussione, De Luca ha richiamato il monito del Procuratore Antimafia Piero Grasso a non abbassare la guardia per contrastare la capillare organizzazione della criminalità nel settore dei rifiuti e del procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, Corrado Lembo: "Temo che la moltiplicazione delle competenze possa perpetrare l'emergenza che rappresenta il presupposto principale per l'infiltrazione della camorra".
"Tali denunce vanno tenute nella debita considerazione - ha aggiunto - Il ritorno all'ordinario nella gestione del ciclo dei rifiuti passa attraverso la responsabilizzazione di tutti i livelli istituzionali. Il risultato delle campagne pubblicitarie del centrodestra, cui fanno riferimento la Regione e quattro delle cinque Province della Campania, è che l'emergenza è ancora lì, la Tarsu è tra le più alte d'Italia, le comunità sono pronte a dare battaglia per impedire che si aprano nuovi sversatoi e le discariche esistenti sono prossime all'esaurimento. Stando agli ultimi dati diffusi, infatti, Savignano, in provincia di Avellino, e San Tammaro, in provincia di Caserta, si esauriranno entro febbraio prossimo; Sant'Arcangelo Trimonte, in provincia di Benevento, entro maggio 2012; Chiaiano, in provincia di Napoli, entro febbraio 2012 e Terzigno, sempre in provincia di Napoli, entro aprile 2011. Il termovalorizzatore di Acerra, inaugurato alla fine di marzo del 2009 e finito sotto inchiesta, funziona a scartamento ridotto e gli impianti di complemento, quando e dove costruiti, si sono rivelati assolutamente inadeguati.
E mentre i rifiuti dalla Campania vengono inviati in Puglia ed Emilia Romagna c'è da affrontare la questione, che è anche sociale, dei debiti lasciati dai Consorzi in liquidazione. Sul territorio sono accatastate circa sette milioni di ecoballe, che di eco non hanno nulla e, anche se Berlusconi e i suoi uomini fingono di non saperlo, continuano ad avvelenare l'ambiente, già imbottito, specie nel napoletano e nel casertano, di rifiuti pericolosi giunti dalle industrie del Nord attraverso la premiata ditta "Camorra spa". Troppo tempo è stato perduto. La drammaticità della situazione ci impone una riflessione seria e responsabile, scelte compiute e strategiche, scevre da tatticismi e tentazioni demagogico - propagandistiche.
Badate che la crisi dei rifiuti non esiste solo in Campania -.ha concluso De Luca - Puglia, Lazio, Sicilia, Calabria potrebbero trovarsi a dover fare i conti con le stesse criticità. Sta a noi raccogliere il grido di aiuto di queste comunità e far sentire, in maniera determinata, la presenza dello Stato a partire dalla Campania avamposto ed emblema di un Sud sempre più sfregiato dalle mafie".