AVELLINO. TRIBUNALI BLOCCATI. AVVOCATI A ROMA PER SCIOPERO

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ARIANO IRPINO (AV) - Paralizzata l'attività giudiziaria nei Tribunali di Avellino, Ariano Irpino e Sant'Angelo dei Lombardi per l'altissima adesione degli avvocati allo sciopero indetto dall'Organismo Unitario dell'Avvocatura contro i provvedimenti governativi in materia di soppressione dei tribunali minori e degli uffici del giudice di pace, per la cosiddetta «rottamazione e privatizzazione della giustizia civile», il filtro in appello e per i paventati aumenti dei costi per il cittadino. Alla manifestazione nazionale organizzata a Roma sono sfilate, da piazza della Repubblica a piazza Santi Apostoli, anche le

delegazioni di Avellino, Ariano , Sant'Angelo dei Lombardi e della sede distaccata di tribunale di Cervinara. «Siamo a Roma - spiega Carmine Monaco, presidente del consiglio forense di Ariano - per una battaglia che non consideriamo ancora persa. La politica deve fare marcia indietro e rimettere in discussione la geografia giudiziaria. E' evidente che andremo avanti anche con i ricorsi al Tar e alla Consulta, senza dimenticare la sottoscrizione per una iniziativa di legge popolare presso il Parlamento, organizzata dal comune di Montepulciano».
Maurizio de Tilla, il presidente dell'Organismo Unitario dell'Avvocatura-OUA, alla fine della lunga manifestazione, con molte migliaia di avvocati con una fascia tricolore al braccio e con una rappresentazione di un corteo funebre che raffigurava la "morte della Giustizia", ha dichiarato: «Per la prima volta dal 2006 torniamo in corteo per le strade della capitale, in migliaia, 10mila, per chiedere che si rimetta al centro dell'agenda politica del Paese la crisi della giustizia. Basta con interventi spot, con leggi che limitano i diritti dei cittadini, aumentando i costi e riducendo le possibilità di accesso al servizio. Tra media-conciliazione obbligatoria, aumenti dei contributi unificati, filtri in appello e chiusura di circa 1000 uffici giudiziari, fare un processo è diventato una corsa ad ostacoli. Tutto ciò con un arretrato elefantiaco e una lunghezza dei procedimenti infinita. In questo contesto non mancano i continui tagli, il personale insufficiente, il perseverare negli sprechi, tra esternalizzazione dei servizi, braccialetti elettronici e un'orgia di imprese private che si occupano di intercettazioni....una situazione grave e che peggiora di giorno in giorno».

 

«É ora di interventi organici e seri – conclude de Tilla – servono più risorse economiche e più personale, ma anche una riorganizzazione degli uffici, un'implementazione del processo telematico e dell'innovazione tecnologica l'autogestione degli stanziamenti e del bilancio della giustizia, per una riforma della magistratura laica e dell'appello (senza inutili filtri e multe). Ma anche un'implementazione, senza costi e senza obbligatorietà, degli strumenti extragiudiziali. Fondamentale una proroga di due anni dell'entrata in vigore dei tagli irrazionali, incostituzionali e inutili di circa mille uffici giudiziari. Infine, serve una valorizzazione della professione di avvocato, con una legge adeguata e con un intervento urgente per la revisione dei parametri dei compensi decisi dal Ministero».