Ariano. E' crisi in Comune. Mainiero resta con pochi fedelissimi

ariano_consiglio_comunale_185x115Ariano Irpino (AV) – Salta la seduta di consiglio comunale. La minoranza abbandona l'aula e fa venir meno il numero legale. Alla fine di una giornata frenetica, con continui colpi di scena, Antonio Mainiero è rimasto in aula con nove consiglieri. Si sono presentati quattro dei popolari per Ariano, i tre dell'UDC, Salvatore Giuliani ed il presidente Giovannantonio Puopolo. Non è

bastata tutta la giornata per trovare la quadratura del cerchio. Nonostante la maggioranza schiacciante (all'opposizione ci sono solo tre consiglieri) il primo cittadino ha più di qualche problema. Il gruppo ufficiale del PDL in consiglio preme per l'azzeramento della giunta. D'altra parte la verifica politica era già stata chiesta a giugno ma Mainiero ha sempre preferito sorvolare. In un primo momento si era diffusa la voce che il consiglio si sarebbe tenuto solo per approvare il primo punto all'ordine del giorno, quello sul bilancio di previsione. Dopo circolava l'ipotesi che si andasse in consiglio per azzerare la giunta. Poi l'epilogo. Mainiero rimane solo con pochi fedelissimi. Manca il PDL, mancano Insieme per Ariano, Uniti per cambiare e Alessandro Iannarone dell'Orologio. Se sui nuovi entrati, che fanno capo a Pasqualino Santoro e Carmine Peluso, l'assenza è comprensibile visto che chiedono l'azzeramento della giunta, la novità sono le defezioni in quota Popolari di Benvenuto De Pasquale, Enzo Caso e Carmine Grasso. Un quadro complicato quello che si presenta. I nuovi entrati premono per l'ingresso in giunta di Carmine Peluso che dovrebbe entrare al posto di Manfredi D'Amato, questo giustificherebbe l'assenza dell'esponente dell'Orologio. De Pasquale, già da tempo è su posizioni critiche, mentre Caso, da sempre legato all'assessore Nicola Castagnozzi, difenderebbe la posizione dell'amico assessore. Ma lo stato di fibrillazione potrebbe estendersi anche alle altre posizioni di giunta. Il PDL sotto, sotto, si chiede quale sia il ruolo politico del vicesindaco Pino Lo Conte. Critica anche la posizione di Peppino Mastandrea che ha sempre visto di buon occhio FLI di Gianfranco Fini ma nelle ultime ore molti lo ritengono vicino alle posizioni del PDL. Intanto la minoranza incalza. "C'è un decadimento politico culturale in evidenza che arriva alla gestione della cosa pubblica – dice Giovanni La Vita dei socialisti - 18 persone non bastano per gestire un ente gravemente indebitato, ormai al collasso finanziario. Con operazioni delle ultime ore si cerca di mettere una pezza. Siamo allerta rispetto a ciò che può accadere da qui a breve. Questa amministrazione riteniamo abbia chiuso la sua esperienza". Sulla stessa forma d'onda anche il PD. "Sembra un gruppo di bambini viziati – dice Antonio Ninfadoro -. Uno squallore infinito e dimenticano che stanno giocando con il futuro di questa città. Quando una maggioranza cerca di tenersi su un patto di potere non c'è futuro". Intorno alle 20 Mainiero si fa vedere nei corridoi e rilascia una dichiarazione ai giornalisti. "Lo hanno visto tutti, non si è raggiunto il numero legale e all'ordine del giorno c'erano argomenti fondamentali per la città – dice il sindaco che si mantiene sul vago -. I problemi della maggioranza possono prescindere ma è un problema più complessivo. Dire che non ci sono problemi dopo quello che è successo è come nascondersi dietro un dito". Il primo cittadino non si pronuncia sui tempi di questa crisi. "Parlare a caldo non è l'ideale". Intanto in tarda serata i capigruppo erano riuniti per un'assemblea. Nell'ufficio del sindaco c'erano Ettore Zecchino, Della Croce, Castagnozzi, Li Pizzi, Manfredi D'Amato e Crescenzo Pratola.