Legge di Stabilità. De Luca (PD): "porterà disordine al Sud"

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ROMA - "Questa è una legge di instabilità che non interviene sulle condizioni di squilibrio del Paese". Così Enzo De Luca, nel suo intervento, oggi al Senato, nel dibattito sulla legge di stabilità del 2011. Per il senatore del Pd "la norma si configura come una cura palliativa, adottata per fronteggiare un problema, ma del tutto inadeguata a risolverlo 

in via definitiva. La riprova è contenuta nell'annuncio di un'altra manovra economica da varare a stretto giro". De Luca punta l'indice contro i tagli indiscriminati, apportati "senza tener conto delle peculiarità delle varie aree del Paese", sottolineando l'assenza del senso della priorità di spessore sociale. Così si condanna ad un disordine sempre più accentuato soprattutto il Sud, che, ancora una volta, si trova a dover fare i conti con risorse sempre più esigue per infrastrutture e servizi. Si tagliano linee ferrate storiche e nevralgiche per il collegamento di intere zone del Mezzogiorno, ma si mantengono intatti i fondi per la realizzazione del Ponte sullo Stretto. Perché non attingere da quel bacino le risorse per mantenere e potenziare quelle tratte per cui è stata disposta la soppressione?", ha proposto il sen. del Pd, concentrando l'attenzione sul taglio dei fondi per la tutela delle aree a rischio idrogeologico, l'assistenza sanitaria e il volontariato. "Il Pd ha proposto modifiche specifiche proprio su questi settori nevralgici, insistendo soprattutto sulla necessità di supportare giovani generazioni, piccole e medie imprese, mediante il credito di imposta, e fasce sociali meno abbienti. Ancora una volta - ha detto il sen. - siamo costretti a prendere atto della totale mancanza di un piano complessivo di sviluppo del Paese, che condanna il Mezzogiorno ad un isolamento progressivo. E si fa sempre più concreto il rischio che la criminalità organizzata possa avanzare sempre di più. Temo che gli ennesimi tagli introdotti da questa legge indeboliranno ancora di più il nostro sistema democratico, lasciando spazi di manovra a camorra, mafia e 'ndrangheta, che - ha concluso De Luca - non hanno problemi di risorse e, in un momento di crisi occupazionale, esercitano un richiamo forte per giovani in cerca di occupazione e guadagni facili".