DECRETO ANTICORRUZIONE. DE LUCA (PD): "IMPORTANTE MA NON BASTA"

DE_LUCA_ENZO4_185X115
ROMA - «Il disegno di legge cosiddetto anti-corruzione non può essere considerato esaustivo. Per come è strutturato, esso si configura certo come un intervento importante, ma parziale rispetto a quello che è il raggiungimento dell'obiettivo». Così il senatore del Partito democratico Enzo De Luca nel suo intervento, oggi in Aula al Senato, nel corso della discussione sul ddl anti-corruzione. «Su falso in bilancio e concussione – ha precisato il sen. – il ddl contiene disposizioni troppo blande e invece occorre maggiore coraggio, serve più determinazione. Così come sul voto di scambio che nel testo

risulta punibile solo se il politico lo paga in denaro e non con favori di altro tipo. Come se non si sapesse che il sostegno elettorale ad un aspirante consigliere comunale, sindaco, parlamentare è canale privilegiato dalle mafie per entrare nei processi decisori delle amministrazioni – leggi appalti – direttamente dalla porta principale».
Quindi De Luca ha soffermato l'attenzione «sull'emergenza criminalità che c'è nel Paese e che si manifesta nel controllo degli appalti da parte dei clan mafiosi e nell'ecomafia, il cui fatturato complessivo, in venti anni ha sfiorato i 300 miliardi di euro (298 per l'esattezza); una torta che si spartiscono 296 clan. Oltre a fare applicare le norme esistenti, per combattere i reati ambientali occorre aggiornare la legislazione recependo le direttive dell'Ue e sforzarsi almeno di avvicinarsi agli obiettivi indicati nel cosiddetto "pacchetto clima-energia 20-20-20"». Di qui il riferimento ai due ddl (in materia di gestione integrata dei rifiuti, incentivazione della raccolta differenziata e lotta allo smaltimento illegale e per la limitazione del ricorso ai ribassi elevati nelle gare pubbliche, a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori) presentati su sua iniziativa, «che – ha fatto notare il sen. – intervengono in maniera netta contro le infiltrazioni criminali ma entrambi sono ancora al vaglio delle Commissioni. Sul malaffare della politica, che sta emergendo da tante inchieste giudiziarie, non ci sono dubbi: i recenti clamorosi casi di corruzione dilagante nascono dall'aver introiettato nel dna più profondo un modello di illegalità, purtroppo dilagante nel sistema Paese – ha concluso De Luca – Il ddl anti-corruzione deve essere attuato, ma, riconoscendone le lacune, dobbiamo impegnarci sin d'ora ad integrare il testo. Senza compromessi al ribasso, senza sconti, avendo sempre bene in mente il bene del Paese».