IBS Forex. Arrestati anche due arianesi per bancarotta

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COMO - Sette responsabili di una finanziaria comasca, la Ibs Forex, sono finiti in manette a Como con l'accusa di bancarotta fraudolenta, truffa aggravata e falso in bilancio. Due sono di Ariano Irpino S.A. 46 anni e P.P.T. di 38. Le vittime sono 1300 ignari risparmiatori (sia privati cittadini che enti pubblici, tra cui la Provincia regionale di Palermo) che, a fronte di investimenti per quasi 90 milioni di euro, hanno visto andare in fumo circa 60 milioni

per lo piu' frutto dei risparmi di una vita. Le indagini sono state condotte dalle Fiamme Gialle del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Como – coordinate dal pubblico ministero Massimo Astori – che stamattina hanno eseguito sette ordinanze di custodia cautelare (di cui 3 in carcere e 4 ai domiciliari) emesse dal Gip Nicoletta Cremona.

Il provvedimento riguarda rappresentanti legali, il direttore generale, il capo team gestione e l'intero collegio sindacale della società. I reati contestati sono bancarotta fraudolenta, truffa aggravata e falso in bilancio che hanno portato la Ibs Forex al fallimento su richiesta del pubblico ministero ed alla sua cancellazione dall'albo degli operatori finanziari della Banca d'Italia.

"È stato accertato – scrive la Guardia di finanza in una nota – che la cospicua rete dei promotori finanziari della Ibs Forex approcciava i potenziali clienti proponendogli forme di investimento che gli avrebbero reso eccezionali guadagni, in assoluta controtendenza ai negativi andamenti del mercato di quel momento. Tutti gli investimenti avvenivano nel settore delle valute per il tramite esclusivo di broker esteri (uno danese, uno svizzero ed uno inglese)".

"Alcuni risparmiatori (per lo più la minoranza) – spiegano ancora le Fiamme gialle -, nel momento in cui vedevano di aver realizzato un buon guadagno (anche se solo sulla carta), ne chiedevano l'immediata monetizzazione ed in tal caso la finanziaria, per non destare alcun sospetto, provvedeva tempestivamente. Nella maggior parte dei casi, invece, i risparmiatori, vedendo che il proprio rendimento stava andando oltre ogni più rosea previsione (sebbene tutto falso), erano ulteriormente allettati ad investire cifre ancora maggiori senza sapere che, in realtà, non le avrebbero più riviste. I promotori inoltre, periodicamente, consegnavano agli investitori dei falsi report dai quali si poteva desumere che l'andamento dei propri investimenti era, di fatto, sempre in linea con le loro aspettative".

"Il giocattolo – spiegano gli inquirenti - ha cominciato a rompersi quando la Provincia Regionale di Palermo ha fatto una richiesta di disinvestimento parziale di 15 dei 30 milioni di euro investiti che la Ibs Forex, ovviamente, non è stata in grado di soddisfare, poiché le proprie casse già erano state svuotate da tempo".

Le indagini avrebbero altresì evidenziato "la totale assenza di forme di controllo interno della società, con gravi responsabilità del collegio sindacale che è stato interamente
colpito dal provvedimento restrittivo".

Sono infine al vaglio dell'autorità giudiziaria le posizioni della rete degli oltre 110 tra promotori e procacciatori d'affari.