Carceri invivibili. Ad Ariano arrivano in consiglio comunale

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Ariano Irpino (AV) - "Se è vero come scriveva Voltaire che dalle carceri si misura il grado di civiltà di una nazione e di una comunità, allora l'Irpinia non offre proprio una bella immagine, con istituti penitenziari sovraffollati, in cui il fenomeno drammatico dei suicidi e i casi di violenza evidenziano la dimensione sommersa del problema" scrive il segretario dei Giovani Democratici Francesco Santosuosso

"Recente è l'allarme urlato dai sindacati di polizia penitenziaria che indicano le difficoltà che si hanno nelle carceri dell'Avellinese e in particolar modo nel penitenziario di Ariano Irpino: ben 5 casi di autolesionismo dall'inizio del 2010, mancanza di spazi idonei, carenza di personale e totale abbandono delle istituzioni" continua Santosuosso.
"Ariano è uno dei pochi istituti dove non vi sono detenuti che lavorano all' esterno o in semilibertà; in questo contesto, nonostante l' impegno dell'amministrazione penitenziaria e degli operatori, il reinserimento sociale dei ristretti diviene una chimera; i detenuti perdono così il diritto a non essere umiliati, a non essere maltrattati, a non essere privati di assistenza medica e psicologica adeguata.
La classe dirigente Arianese non ha mai affrontato la questione, le carceri diventano così delle monadi, universi paralleli completamente distaccati dalla vita al di là delle sbarre.
Il PD ha il dovere di portare in consiglio comunale la questione, aprire una discussione in maniera tale da porre fine "all'oscurantismo" e pretendere che anche il consiglio regionale chieda maggiore attenzione al Garante dei Detenuti circa il penitenziario arianese; d'altra parte ci sono carceri italiane gestite con metodi innovativi, competenza e sensibilità,ed è questo il modello da seguire.
Fino a questo momento la politica pare rispondere solo con proposte di edilizia penitenziaria che per nulla incidono sulla dimensione profondamente umana della questione,ed è per questo che il Pd rivendica il diritto al rispetto umano anche per chi non ne ha avuto per gli altri. Una comunità che lascia i colpevoli diventare vittime di "ingiustizie umane "acquisterebbe il loro stesso volto e questo per una società civile è disgustoso".