Unisannio. Attività rinviate ad ingegneria

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BENEVENTO - L'assemblea di facoltà di ingegneria ritiene sostanzialmente immutati "da luglio ad oggi i provvedimenti governativi che colpiscono pesantemente l'Università pubblica". E' in corso, secondo la facoltà di Benevento "una preoccupante campagna di disinformazione dell'opinione pubblica riguardo il ruolo, i costi e l'efficienza del sistema 

universitario italiano", in più "bisogna rendere evidente al Paese il declino delle condizioni in cui opera l'Università italiana e i tristi scenari delineati da una riforma, che di fatto sancisce un ritorno al passato".Il rinvio dell'inizio delle lezioni ha inteso essere, inoltre, un segnale forte di condivisione dei motivi della protesta dei ricercatori i quali vedono ancora una volta disconosciuto, nel disegno di legge di riforma dell'Università che è attualmente in discussione alla Camera, il determinante apporto fornito alla didattica. Vengono deluse ancora una volta le aspettative di coloro che, immessi in un ruolo cui competerebbero solo attività di ricerca e di didattica integrativa, hanno di fatto assunto negli anni incarichi didattici aggiuntivi nella misura in cui si sono resi necessari per sostenere l'offerta didattica delle Facoltà.
"Nei confronti di questo disegno di legge, tutte le componenti del mondo universitario presenti in assemblea condividono la ferma opposizione - recita il documento finale dell'assemblea di facoltà di ingegneria - e si ripropongono di proseguire con iniziative di contrasto che limitino i disagi per gli studenti e per i docenti, senza per questo perdere di incisività. L'Assemblea chiede infine al Rettore dell'Università del Sannio di indire tempestivamente una Assemblea di Ateneo, aperta a tutti, sul tema della riforma dell'Università, in relazione all'iter parlamentare in calendario".
"I provvedimenti governativi in materia finanziaria degli anni più recenti colpiscono
pesantemente l'Università pubblica, rischiando di pregiudicarne la funzionalità e ciò in un
contesto socio-economico che invece dovrebbe fondare le sue prospettive di crescita sullo
sviluppo di una società basata sulla conoscenza"
"I tagli insostenibili al finanziamento pubblico agli atenei porteranno la maggior parte degli
stessi, già a partire dal 2011, ad un'intollerabile riduzione delle prestazioni didattiche e dei
servizi agli studenti"
A fronte della riconosciuta necessità di ridisegnare il sistema universitario italiano per farne
un moderno e adeguato motore dello sviluppo nazionale, il progetto di riforma (DDL 1905),
in questi giorni in via di approvazione alla Camera dei Deputati, è fortemente caratterizzato
da tagli al finanziamento pubblico, senza tener conto della qualità e del merito del lavoro
svolto nelle Università italiane;
"A chi denuncia i costi eccessivi del sistema attuale, va ricordato che in una recentissima
indagine OCSE (Education at a Glance 2010) condotta su 33 nazioni, l'Italia si colloca solo
al trentesimo posto per spesa in formazione universitaria, misurata come percentuale del
Prodotto interno lordo (PIL)";
"a chi dipinge un'Università inefficiente e di scarsa qualità, bisogna ricordare che la ricerca
italiana, in termini di produzione scientifica, occupa stabilmente l'ottava posizione mondiale
(http://www.scimagojr.com/countryrank.php), superata solo da nazioni che investono assai
più di noi in ricerca e sviluppo.
Per queste ragioni la sessione estiva degli esami ha avuto due settimane di sospensione, in segno di protesta, e sempre in segno di protesta gli esami sono poi proseguiti all'aperto ed in orari serali, e la seduta di laurea del mese di luglio è stata celebrata in piazza ed in notturna. Ora, l'inizio delle attività didattiche è stato rinviato, sempre in segno di protesta.