RICETTOPOLI IRPINA. GENUA: I MEDICI DI FAMIGLIA C'ENTRANO POCO

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AVELLINO – La sezione locale della Società Italiana di Medicina Generale non ci sta alle notizie circolate nei giorni scorsi sulla recente indagine della GdF nella ASL AV1, rimanda la responsabilità all'ASL ed agli Uffici Anagrafe dei Comuni, denuncia difficoltà di integrazione dei dati tra la ASL ed i loro software gestioanali e minaccia azioni legali. "L'indagine ha scatenato la solita campagna stampa scandalistica che denuncia a titoli forti presunte irregolarità o addirittura "frodi e truffe" commesse dai medici di famiglia irpini – scrive Saverio Genua -. Poiché le generalizzazioni sono inammissibili per

rispetto del buon senso comune e del ruolo dei medici di famiglia che, con l'impegno continuo e la presenza capillare, rappresentano la colonna portante dell'assistenza sanitaria territoriale, alcune precisazioni sono indispensabili per tentare una corretta ricostruzione dei fatti. L'anagrafe degli assistiti è gestita esclusivamente dalla ASL; gli uffici anagrafe dei comuni sono gli unici competenti alla regolare tenuta dell'anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE) e sono tenuti alla comunicazione alle ASL per l'aggiornamento dell'anagrafe degli assistiti.Il medico di famiglia, non avendo alcuno strumento di verifica e di controllo di queste situazioni, non ha alcuna responsabilità in merito ad eventuali anomalie, ma deve comunque garantire la regolare assistenza sanitaria ai pazienti residenti all'estero. Su questa questione si è tentata un'inammissibile operazione di trasferimento di responsabilità dagli enti preposti al medico di famiglia che deve essere respinta con vigore" continua Genua che interviene anche sulla questione dei pazienti deceduti e addita gli Uffici Anagrafe dei Comuni. "Per la questione degli assistiti deceduti la segnalazione deve essere obbligatoriamente e tempestivamente effettuata alla ASL da parte degli uffici anagrafe dei comuni: anche in questo caso il medico di famiglia non ha alcuna responsabilità nella comunicazione del decesso". Il Presidente della sezione di Avellino della Società Italiana di Medicina Generale sulla prescrizione di farmaci a pazienti deceduti sostiene che "qualora le indagini in corso dovessero evidenziare profili di rilevanza penale, i responsabili andranno doverosamente perseguiti". Genua sottolinea, sul problema degli aggiornamenti dell'anagrafe degli assistiti, che per tentare di superare le discrepanze (problema comune a tutte le ASL italiane), i Medici di Medicina Generale hanno "da tempo e reiteratamente richiesto agli uffici competenti l'invio dell'elenco assistiti in formato compatibile col nostro software gestionale, in modo da consentire la verifica automatica delle eventuali difformità e la tempestiva segnalazione delle stesse", ma finora non hanno ricevuto alcuna risposta. "E' del tutto evidente la oggettiva impossibilità del confronto "manuale" degli elenchi in nostro possesso con l'anagrafe aziendale che, oltre ad essere fonte di imprecisioni, sottrarrebbe una quantità enorme di tempo alla nostra primaria attività clinica ed assistenziale". Genua rivendica anche il ruolo dei medici in materia di prescrizione dei farmaci. "In relazione all'appropriatezza prescrittiva va sottolineato – continua Genua - che, grazie all'attività formativa continua delle nostre società di cultura e delle associazioni mediche, da molti anni portiamo avanti un'incessante opera di aggiornamento per favorire l'aderenza alle linee guida per il "governo clinico" delle principali patologie e per utilizzare in maniera adeguata i software gestionali. Grazie a questo impegno abbiamo ottenuto risultati di buona qualità, testimoniati dagli indicatori di "performance" integrati nei nostri programmi informatici e siamo riusciti a confermare negli anni la condizione di ASL più virtuosa della regione e tra le più virtuose d'Italia in termini di spesa pro capite, nonostante l'età media dei nostri pazienti sia tra le più elevate della nazione. Queste considerazioni lasciano purtroppo sostanzialmente indifferenti gli amministratori dell'azienda che, incuranti dei dati positivi che emergono dall'analisi della spesa sanitaria, continuano ad imporre limitazioni prescrittive. Dimostrando una incomprensibile miopia non reinvestono i risparmi di spesa generati in iniziative sul territorio a vantaggio dei cittadini. Inoltre vanno sottolineate le difficoltà per il medico di famiglia di rispettare i criteri di appropriatezza in un contesto specialistico circostante che è generalmente del tutto indifferente a queste problematiche e continua ad inondare le nostre scrivanie di prescrizioni in palese contrasto con le normative vigenti, generando conflitti interprofessionali e incomprensioni con i pazienti".
"È del tutto evidente – conclude Genua - che se dovessero emergere anche in quest'ambito profili penalmente rilevanti, andranno rigorosamente perseguiti, allo scopo di evitare che le eventuali condotte illecite di pochi possano in qualche modo adombrare la onorabilità e la professionalità della stragrande maggioranza dei medici di famiglia irpini, a difesa dei quali riteniamo necessario un sollecito intervento dei Sindacati di categoria per realizzare adeguate forme di protesta, oltre a valutare l'eventuale tutela legale per la difesa dell'immagine di una categoria di professionisti che ogni giorno opera nel migliore dei modi al fianco dei cittadini più deboli".