Politica

Parthenope, blocco esami fino al 9 luglio

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Napoli, la seconda Università conferma il blocco degli esami fino al 9 luglio. La decisione durante una riunione del Senato Accademico e Consiglio di Amministrazione della SUN. In quella sede i senatori e consiglieri di amministrazione insieme al Rettore hanno deciso di
confermare la mobilitazione del personale e lo stato di agitazione permanente. E' stato anche deciso il rinvio delle sedute di esame e di laurea fino al 9 luglio. Per domani, 8 luglio, è stata indetta una giornata di assemblea, da convocarsi nelle singole Facoltà, al fine di sensibilizzare tutti gli studenti e l' opinione pubblica. Si lavora alla programmazione di ulteriori forme di protesta, che non penalizzino gli studenti nel rispetto del diritto allo studio, fino a quando non si avranno chiari segni di accoglimento delle mozioni presentate nelle sedi opportune. Il Consiglio di Facoltà di Psicologia si è adeguato alle direttive approvate.
"I nostri professori avrebbero voluto continuare la sospensione didattica, - dice Letizia Ambrogio - ma non l' hanno potuto fare, hanno dovuto accettare a malincuore di ripristinare tutta la didattica. E' importante però notare che se ci troviamo gli esami spostati di una settimana è perché loro si sono messi a nostra disposizione e sono stati comprensivi nei confronti di noi studenti. Dovremmo ringraziarli, piuttosto che denigrarli".
La protesta è tutt'altro che finita, continua sotto altre forme. "Il blocco dall' 1 al 9 aveva l'obbiettivo di smuovere le coscienze e di sensibilizzare gli studenti al problema dell'università, - continua la Ambrogio - mi sembra proprio che ci sia riuscito. La didattica era necessario che riprendesse, perché altrimenti molti studenti non avrebbero potuto conseguire i crediti necessari entro il 31 luglio per prendere le borse di studio. In più i laureandi di luglio non si sarebbero potuti laureare, e quelli di settembre non avrebbero potuto fare gli ultimi esami prima della laurea".
Il dibattito nella seconda università di Napoli è vivo ed acceso. "Il blocco della didattica in sè per sè è una follia, aveva solo l' obbiettivo di far partire la protesta – continua la Ambrogio -. Adesso la protesta deve continuare, e siamo noi studenti che dobbiamo portarla avanti, indipendentemente dai ricercatori, dal blocco e dallo sblocco.
La protesta è anche la nostra! L' università è anche la nostra! Se non approvo una certa politica devo protestare! Se protesto è perché ci credo! ...non perché mi bloccano un' esame. La protesta non deve morire, deve continuare. Proprio per questo chiediamo la massima partecipazione alle prossime manifestazioni, assemblee, e altre forme di protesta".