DON FERRANTE. STORICO!

 

Alla fine, l’Incompreso ritirossi all’Aventino

Per uscire dall’agone dell'inviso sito “Irpino”

Ove il volgo impertinente d’ogni cosa fa macchietta

E con sghignazzi grossolani, volge l’arte a vil burletta

 

Or dal dotto suo romito, finalmente indisturbato

Parlar può di cose grandi, con linguaggio ricercato

Senza incomodi e disturbi, rivolgendosi ai suoi pari

Mette in prosa, e a volte in rima, le grandezze dei suoi cari  

 
“Questi ebbe il grande onore di mirar il Santo Anello;
Quegli invece fu compare dell’usciere del castello.
Quell’altro fu dottor valente e cerusico insuperato
A cui il Duca fe’ ricorso per aver il can castrato 
 

Per non dire del prozio, inventore di talento

Cui il Re commissionò un cartone per far vento.

E al suo ingegno pur si deve, lo sa ben chi ama i vini,

L’invenzione di un bicchiere fatto apposta pei mancini

 

Altro ancora fu veggente, dal presagio senza fallo

Ogni tempo prediceva, col dolore di un suo callo.

Né possiamo sottacere, per cultura dei cafoni

Dell’invitto Generale che batté gli scarrafoni…”

 

Questi son concreti fatti! Cari, belli miei villani!

Tutti ben documentati, negli archivi paesani.

E per il genio e il sacrificio di chi a diffonderli ha volere

Ancor certo fra mill’anni, se ne gioverà il Sapere!