Alla fine, l’Incompreso ritirossi all’Aventino
Per uscire dall’agone dell'inviso sito “Irpino”
Ove il volgo impertinente d’ogni cosa fa macchietta
E con sghignazzi grossolani, volge l’arte a vil burletta
Or dal dotto suo romito, finalmente indisturbato
Parlar può di cose grandi, con linguaggio ricercato
Senza incomodi e disturbi, rivolgendosi ai suoi pari
Mette in prosa, e a volte in rima, le grandezze dei suoi cari
Per non dire del prozio, inventore di talento
Cui il Re commissionò un cartone per far vento.
E al suo ingegno pur si deve, lo sa ben chi ama i vini,
L’invenzione di un bicchiere fatto apposta pei mancini
Altro ancora fu veggente, dal presagio senza fallo
Ogni tempo prediceva, col dolore di un suo callo.
Né possiamo sottacere, per cultura dei cafoni
Dell’invitto Generale che batté gli scarrafoni…”
Questi son concreti fatti! Cari, belli miei villani!
Tutti ben documentati, negli archivi paesani.
E per il genio e il sacrificio di chi a diffonderli ha volereAncor certo fra mill’anni, se ne gioverà il Sapere!