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Back Sei qui: Home Città Tutte le Notizie Ariano Irpino Politica ARIANO. FRANCESCO SANTOSUOSSO LASCIA LA SEGRETERIA DEI GD

ARIANO. FRANCESCO SANTOSUOSSO LASCIA LA SEGRETERIA DEI GD

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ARIANO IRPINO (AV) - "Lascio la segreteria dei Giovani democratici e il Partito Democratico - scrive Francesco Santosuosso -, questo non perché come qualcuno pensa la politica sia una "perdita di tempo", io non guardo al tempo come al denaro, non mi piace dover vivere con l'ansia di dover per forza capitalizzare i minuti della mia vita. Per costruire trame di rapporti umani, per conoscersi e riconoscersi in comunità, per elaborare un'idea di alterità rispetto a questa disastrosa situazione politica e sociale c'è bisogno di tempo "perso", anzi di tempo regalato, come atto di generosità e di

responsabilità morale verso chi dovrà da noi ereditare questo mondo. Il mio non è un abbandono o una ritirata è un "andare oltre",oltre le colonne d'Ercole alla scoperta di orizzonti diversi. Questa decisione viene fuori per due motivi importanti:uno è esclusivamente politico e riguarda le condizioni di chiusura ermetica in cui versa il partito,da Roma,passando per Avellino e fino ad Ariano,un partito che come il conte Ugolino divora i suoi figli.
Un Pd,quello di Ariano ad esempio,che non può contare solo sul lavoro "tecnico" dei consiglieri,c'è bisogna di una seria proposta politica che manca,ma questo è appunto un problema genetico del Partito Democratico.
Quando si tratta di elaborare idee c'è bisogno di concepire i partiti e alla politica come una bottega e non come un supermercato da saccheggiare,c'è bisogno di pensare alla filosofia come ad un'attività dinamica e non come a una pratica paranormale e fin troppo metafisica;ma il PD è figlio di questa società dove non c'è posto per una certa sensibilità.
Per quanto riguarda i Giovani Democratici ,sono davvero dispiaciuto ,ma credo che il cambiamento dello statuto nazionale,che prevede congressi blindati e l'eliminazione delle primarie,sia un suicidio democratico ,interrogare le persone non può esser considerato un peso burocratico,una croce da sostenere,al contrario credo che la partecipazione debba esser considerata un dono da custodire.
L'altro motivo che mi ha portato a questa decisione e che considero ancora più grave perché mi ricorda Cinisi e un famoso film sulla storia di Peppino Impastato, riguarda le pressioni ricevute per aver espresso giudizi politici su due questioni che ad Ariano potrebbero provocare tsunami politici :la vicenda "quote rosa" e la vicenda del c.d.a. dell'Amu.
Mentre per la prima vicenda la mia posizione(per nulla offensiva) era espressa pubblicamente a mezzo stampa e per questo motivo persone a me care hanno subito vili avvicinamenti,per la seconda invece addirittura sono stato "spiato" e controllato su face book ,tra l'altro le mie parole sono state intese male dato che la mia "analisi" non era così poco raffinata da considerare ambizioni personali e problemi di egocentrismo;parlavo esclusivamente di questioni politiche e neppure conoscevo i nomi dei coinvolti nel gioco del"Monopoli"arianese.
Ebbene io faccio politica da quando avevo 14 anni ,mi sono avvicinato a questo mondo per coltivare i miei sogni,le mie utopie e per crescere,ma su un terreno che non fosse drogato dalla virilità .
Ho sempre pensato alla politica come il luogo della mitezza,come un palcoscenico di emozioni ,come l'elaborazione di un racconto che parli di solidarietà,di condivisione,di avvicinamento; se la politica è urlata, violenta , intimidatoria,autoreferenziale, sporcata dal narcisismo e dal malaffare allora il mio disagio è spiegato,non c'è bisogno di colte interpretazioni.
Bisogna andare oltre,rialzare la testa, togliere i piedi dal terreno verminoso, sicuramente non ci si può ammalare di nichilismo e disillusione,perché non si può lasciare il futuro in mano ad una classe dirigente che non ha né voglie né titoli morali per cambiare in meglio il nostro paese.

Ed è per questo che vorrei continuare a impegnarmi,magari tramite altri canali,penso al mondo dei movimenti,dell’associazionismo,questo perché se è vero che non mi sento migliore di altri è anche vero che mi sento diverso e questa mia diversità la vorrei mettere al servizio del cambiamento".