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MOLESTIE SESSUALI. NON E' (PIU') UN PAESE PER VECCHI?
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- Pubblicato Venerdì, 16 Dicembre 2011 15:38
- Scritto da Giammarco D'Alelio
Mi sia concesso prendere spunto dal celebre titolo di un capolavoro cinematografico, scritto e diretto dai fratelli Coen che, oltre ad allietare i cultori della settima arte, volle essere, secondo il parere dello scrivente, un grido di allarme profondo e autoironico. Spunto che mi è necessario per riflettere su alcuni eventi che lasciano impietrita l'opinione pubblica ma che, purtroppo, non sono sufficienti, per l'ennesima volta, a farci chiedere se sia finalmente giunto il momento di cominciare a cambiare le cose. Si trova attualmente agli arresti l'autore delle molestie sessuali che, da due mesi, perseguitava una
collega 23enne del Comune di Avellino. L'uomo, un 63enne pregiudicato, abilissimo a trovare l'attimo adatto, grazie all'ausilio della sua mole fisica costringeva la vittima su una sedia, per baciarla e palpeggiarla, minacciandola di ritorsioni in caso di un' eventuale rifiuto. Notizia che arriva come una doccia gelata mentre, è ancora sulla bocca di tutti, l'inquietante vicenda che, il mese scorso, vide protagonista un 40enne del Salernitano che, recatosi al pronto soccorso della città ospedaliera di Avellino, fu operato d'urgenza dai medici della struttura, che gli estrassero una bottiglia da 33 cl dall'addome, risultato di un gioco erotico finito male. Indubbiamente la cronaca che più ci aiuta a smuovere le coscienze è, da sempre, quella inerente a misfatti riguardanti la sfera sessuale. Non a caso però, perché se secondo Freud la pulsione sessuale è utile al fine di scaricare l'energia somatica repressa, allora è facile dedurre che ciò che spinge i protagonisti di vicende come queste, va al di là della semplice perversione. Questo, indubbiamente, incuriosisce. Anche se, nonostante ciò, la reazione che purtroppo viene spesso spontanea di fronte a questi tipi di episodi è quella di puntare il dito contro il colpevole di turno, cercando in questo modo di scartare la mela marcia dal cesto per salvaguardare quelle sane. Come quando, in alcune giurisdizioni degli Stati Uniti d' America, alcune forme di pedofilia vengono punite con la pena di morte. Perché, così facendo, si crede di eliminare dalla società l'orco autore del delitto inenarrabile, per proteggerla dal suo operato. Ma non è forse questa stessa società ad aver prodotto questi mostri? La stessa società nella quale noi tutti viviamo? La risposta che nessuno vuole sentire, purtroppo, è si. Perché, del resto, solo nelle favole di Tolkien gli orchi vengono da un'altra terra, mentre gli hobbit prosperano in armonia lontani da tutto quel male. Dovremmo allora chiederci, invece di accusare i soli protagonisti di tali vicende, cosa ci ha spinto a far diventare anche la nostra società, che dovrebbe essere il frutto democratico di un secolo e mezzo di lotta popolare per i diritti umani, la "Animal factory" che invece è. Cercando, in tal modo, di identificare, seppur in parte, i comportamenti di noi tutti che ormai caratterizzano i giorni nostri e che sono all'origine di tutto questo malessere collettivo. Perché, ritornando ai fratelli Coen: "..tutto questo non è colpa di una cosa sola!".
Giammarco D'Alelio