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Back Sei qui: Home Politica Tutte le Notizie Campania RIORDINO PROVINCE. PETRACCA (UDC): TAVOLO ISTITUZIONALE PER SOLUZIONI RAZIONALI

RIORDINO PROVINCE. PETRACCA (UDC): TAVOLO ISTITUZIONALE PER SOLUZIONI RAZIONALI

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Avellino – "Quella del riordino delle Province è questione estremamente seria e che non può essere affrontata in maniera sommaria, soprattutto per quanto riguarda la vicenda del capoluogo del nuovo perimetro della Provincia di Avellino che, alla luce del provvedimento licenziato ieri dal Consiglio dei Ministri, vede l'annessione del territorio dell'ormai ex Provincia di Benevento". E' questo il commento di Maurizio Petracca, segretario provinciale dell'Unione di Centro di Avellino. "La prima e più essenziale valutazione da fare – continua il segretario Petracca – è relativa all'impatto che questo

provvedimento avrà sul territorio nazionale. Appare, infatti, sconvolgente il commento del ministro Patroni Griffi che, rispetto alla valutazione sul risparmio che questo provvedimento dovrebbe portare, si limita a dire: vedremo".
"E' in termini di servizi e di efficienza degli stessi in relazione a delicati settori quali quello del governo del territorio, dei trasporti, della pubblica istruzione e dello smaltimento rifiuti – dichiara ancora il segretario Petracca – che bisognerebbe interrogarsi. Mi pare, al contrario, che, preso da una furia da tagli a tutti i costi, questo tipo di analisi manca completamente nelle argomentazioni portate avanti dal Governo".
"In riferimento all'assetto campano che viene fuori dal provvedimento licenziato dal Consiglio dei Ministri – continua Petracca – va detto in maniera chiara, anche a scanso di equivoci più o meno strumentali che qualcuno sembra voler creare ad arte, che la Provincia soppressa è quella di Benevento, e non quella di Avellino. Adesso si apre la partita più delicata, quella relativa al capoluogo della nuova Provincia irpina così come viene ridisegnata dal provvedimento governativo. Ebbene, rispetto a questo aspetto, va richiamato il comma 4 bis dell'articolo 17 del decreto legge 95/2012, anche solo per avere la base normativa su cui poi far partire qualsiasi ragionamento".
"In esito al riordino di cui al comma 1, assume il ruolo di comune capoluogo delle singole province il comune già capoluogo di provincia con maggior popolazione residente, salvo il caso di diverso accordo tra i comuni già capoluogo di ciascuna provincia oggetto di riordino, questo il testo del comma su cui già in molti, probabilmente in troppi, stanno recitando il de profundis ad Avellino capoluogo – continua Petracca – E' evidente, al contrario, dalla lettura del comma 1 del decreto legge 95/2012 – che parla di Province soppresse – e dalla lettura del comma 4 bis come Avellino non dovrebbe perdere lo status di capoluogo, altrimenti verrebbe sconvolto il senso stesso della norma".
"Lungi dal voler accendere focolai di polemiche – dichiara ancora il segretario Petracca – sul perché il comma 4 bis sia stato introdotto surrettiziamente nel testo della spending review e se questo sia stato o no il frutto di una qualche distrazione da parte dei parlamentari irpini, adesso è l'ora della responsabilità. Ed è a questo scampolo di responsabilità che sento ancora di dovermi appellare. Alla tentazione della protesta, infatti, ritengo più opportuno provare a cimentarsi sul terreno della proposta. Evitando alcuna primogenitura, le forze politiche locali si facciano quanto prima promotrici di un incontro allargato a tutti i nostri rappresentanti parlamentari per individuare una linea comune da portare in Parlamento. D'altronde è chiaro come la strada della chiarezza rispetto a questa vicenda vada trovata esclusivamente nelle aule parlamentari. Vorrei ricordare, anche a qualche ormai ex rappresentante istituzionale che ha preferito scappare dalle proprie responsabilità proprio nel momento di maggiore difficoltà, che tutta la rappresentanza parlamentare della provincia di Avellino si ritrova oggi a sostenere il governo Monti. Dunque, nessuno si senta escluso o esonerato o sollevato. Ora è giusto e necessario non lasciarsi tentare dalla piazza, ma fare corpo per individuare una strategia condivisa che ci porti ad una soluzione razionale e che vada nell'esclusivo interesse del nostro territorio".