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Back Sei qui: Home Attualità Tutte le Notizie Italia LETTERA APERTA AD UN PADRE A META'. LA BATTAGLIA DI FLORIANA MASTANDREA

LETTERA APERTA AD UN PADRE A META'. LA BATTAGLIA DI FLORIANA MASTANDREA

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ROMA - Floriana Mastandrea, sociologa, giornalista professionista, scrittrice, consulente e sceneggiatrice di Ariano Irpino potrebbe sicuramente considerarsi appagata per i risultati professionali e sentimentali raggiunti finora. La conoscono tutti per l'entusiasmo che ci mette nell'intraprendere ogni nuova inziativa . Ma ha un cruccio da superare. Ritiene di non meritare la punizione che il genitore le infligge da sempre: il non riconoscimento della paternità. Per questo motivo si sta battendo in tutti i modi per convincere il padre a fare il passo dovuto. Prima di portare la sua singolare vincenda

all'attenzione dei mass media (è stata ospite ieri pomeriggio della Vita in Diretta), ha provato a smuovere l'indifferenza del genitore attraverso una letteraaperta. "Caro padre, a maggio scorso- si legge nella lettera - mi hai comunicato che dovevi ancora decidere se riconoscermi, dopo quasi mezzo secolo! Per anni mi sono vergognata dell'onta subìta, e "sentendomene in colpa", ho fatto ciò che potevo, per farmi "accettare" da te e mia madre. Senza trovare corrispondenza di amore o empatia. Ho cercato di giustificarvi: l'età troppo giovane, e soprattutto, l'essere venuta al mondo non desiderata. Ora ho finalmente smesso di vergognarmi, perché chi deve vergognarsi, sei tu. Mia madre, che ammise il suo fallimento, a parziale riscatto, poco prima di morire, con testamento olografo, mi riconobbe di nuovo. E si era sempre crucciata che tu non facessi altrettanto. Hai sempre proclamato che sono tua figlia, ti ho sempre chiamato padre, talvolta sei stato orgoglioso dei miei successi, eppure continui a negarmi il riconoscimento. Ho diritto di sapere perché. E non trincerarti ancora dietro l'impedimento dell'adozione, quell'adozione che tu stesso consentisti: anche da adottati, si rimane figli naturali. È tempo di alleggerire quel fardello traumatico che per troppi anni ha condizionato e segnato la mia esistenza. Tu e mia madre, incapaci di mettere da parte asti e competizioni per occuparvi di vostra figlia, con la vostra condotta "pregiudizievole", mi avete provocato un enorme danno esistenziale, causa di un'inquietudine che continuerò a provare per il resto della vita. Mi sono "salvata" da conseguenze peggiori, solo grazie a un'infanzia serena nella quale i miei zii-genitori adottivi mi hanno inculcato valori etici sani, utili a sopportare anche le discriminazioni rispetto al figlio "legittimo", quando a 15 anni venni a vivere con voi. Ma le ribellioni a un clima familiare invivibile, me le faceste pagare estromettendomi da ogni beneficio morale e materiale. Quando a 21 anni, esasperata, andai via di casa, credevo di sfuggire al marchio di "figlia di un dio minore" con le sfide lavorative e di vita. L'esperienza con voi mi ha scoraggiata dal generare figli, nel timore di trasmettere anche a loro insicurezze e frustrazioni che avevo subìto io. Partita svantaggiata, ho perso chance importanti, immersa nelle sfide per dimostrare che valevo, vi "meritavo". Ho affrontato lotte difficili a cui tu, ancor meno di mia madre, ti sei mai interessato: eravate troppo occupati a farvi la guerra". Dopo aver ripercorso le tappe della propria vita, Floriana Mastandrea continua: "Dovresti chiedermi perdono per non avermi riconosciuta fin dalla mia nascita. È vero che mio fratello l'hai riconosciuto "solo" a tre anni, ma non altrettanto hai fatto con le tue nuove figlie: qual è la differenza? Per me questa è anzitutto una questione morale, nonché di diritto a una "pari dignità". Puoi ancora chiudere quest'antica ferita aperta e tentare l'auspicata distensione dei rapporti, che non può essere a senso unico. La mia buona volontà del resto, te l'ho dimostrata anche nel 2009 quando abbiamo chiuso la causa intentata per il riconoscimento. Ho confidato che avresti onorato quel riconoscimento a cui ti eri detto disposto anche nelle lettere intercorse tra i legali. E mi hai di nuovo tradita. È l'ultima opportunità per lasciarti alle spalle quei fantasmi del passato che ti inseguono e ti turbano".