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Back Sei qui: Home Attualità Tutte le Notizie Italia ABOLIZIONE TRIBUNALI. DE TILLA: PRONTO IL RICORSO COSTITUZIONALE

ABOLIZIONE TRIBUNALI. DE TILLA: PRONTO IL RICORSO COSTITUZIONALE

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Ariano Irpino (AV) – L'Organismo Unitario dell'Avvocatura italiana dichiara ufficialmente guerra al decreto che, di fatto, sopprime i Tribunali Minori. L'annuncio senza mezzi termini lo dà il Presidente Maurizio De Tilla durante un convegno al Tribunale di Ariano. "Viola palesemente gli articoli 76 e 77 della Costituzione – dice De Tilla – e per questo abbiamo già pronto il ricorso. Adesso ci diranno che è infondato, così come ci dicevano che era infondato quello contro la mediazione giudiziaria". Una presa di posizione dura degli avvocati che si inserisce nel quadro più ampio della riforma della

 
Giustizia che tende alla sostanziale privatizzazione di un servizio che, secondo gli avvocati, è un presidio irrinunciabile per uno Stato democrativo. "Sulla Giustizia lo Stato può anche perderci" spiega Bruno Piacci, Consigliere Nazionale Forense. Quindi sotto accusa anche il criterio economicistico dell'abolizione dei Tribunali Minori. E' proprio su questo cardine che gli avvocati sperano di dimostrare la incostituzionalità del decreto legge. La Giustizia è e resta un bisogno primario che non può essere equiparato ad un'impresa, questo il punto di partenza degli avvocati, perché i suoi costi vanno considerati come socialmente utili. Il risparmio e l'efficienza, poi, possono essere ottenuti partendo dalla riorganizzazione sul territorio degli attuali uffici di primo grado, ridistribuendo all'interno di ciascuna Corte d'Appello o Regione il carico di lavoro, il territorio e l'organico, così come preventivamente verificando possibilità ed opportunità di ottenere uffici il più possibile omogenei. "Questa non è una riforma della Giustizia ma una questione politica" tuona Bruno Salzarulo, presidente dell'Ordine Forense di Sant'Angelo dei Lombardi. Intanto si scopre che l'abolizione dei Tribunali minori porterebbe un risparmio annuo di circa 80 milioni di euro su un costo complessivo di circa 7 miliardi. Il paradosso è che nei Tribunali, impropriamente definiti "minori" i tempi di risposta della Giustizia sono ottimali e rispecchiano i parametri europei, pur soffrendo degli organici sottodimensionati e non aggiornati. Allora perché abolirli?. "La verità è che molti Magistrati non vogliono stare nelle piccole sedi" torna a tuonare Salzarulo. Il fatto ancora più singolare è quello dell'effetto dell'accorpamento dei Tribunali. La mole di incartamenti dalle sedi soppresse andrebbero a gravare sui grandi Tribunali già di per sé oberati ed indietro con lo smaltimento delle cause. Per non parlare dei costi per le infrastrutture e per gli spostamenti. Risultato? Un possibile blocco completo delle attività giudiziarie. "Abbiamo deciso di non mollare su nessuno dei 54 Tribunali – conclude De Tilla -. Questo Paese va avanti nel declino morale, mi rifiuto di pensare che l'avvocatura sarà complice di questo processo".