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Back Sei qui: Home Speciali Tutte le Notizie Vertenza Irisbus IRISBUS. COLLETTIVO VIRUS: OCCORRE STATALIZZARE

IRISBUS. COLLETTIVO VIRUS: OCCORRE STATALIZZARE

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ARIANO IRPINO (AV) - "Mesi che la questione IRISBUS è al centro dell'attenzione in provincia di Avellino ma ad oggi si è ancora alla situazione di partenza - così scrivono il collettivo studentesco Virus ed i Giovani Comunisti di Ariano -. I rappresentanti istituzionali e gli amministratori locali si sono affannati a scrivere comunicati e ad esprimere la loro solidarietà con manifestazioni simboliche: il loro impegno politico però fino ad ora si è rivelato inefficace. Di fronte allo smantellamento del tessuto sociale che amministrano chiediamo che
dimostrino di essere davvero pronti ad una forte presa di posizione in difesa dei posti di lavoro e della produzione Irisbus: chiediamo le dimissioni dei Consigli comunali della Valle Ufita, del Consiglio provinciale e dei consiglieri regionali, dei deputati e dei senatori irpini. 

È importante difendere i posti di lavoro Irisbus perché questo stabilimento riveste una doppia funzione sociale sia per il tipo di produzione della fabbrica, che consiste in autobus destinati al trasporto pubblico, sia perché rappresenta la possibilità di continuare a lavorare e a vivere in queste zone.

 

L'unico modo per farlo è ottenere dal Governo e dalla Regione il rinnovo del parco autobus attraverso i fondi europei per il periodo 2007-2013; proposta avvalorata dal fatto che l'Italia rischia una multa di 1.700.000 euro dall'Unione Europea per l'alto livello di inquinamento nelle città, inquinamento causato anche dagli autobus vecchi e poco ecologici.
Ma ottenere l'acquisto di nuovi autobus non è che una soluzione parziale se la fabbrica resta sotto controllo FIAT, in quanto FIAT ha già manifestato la volontà di lasciare lo stabilimento per trasferire la produzione dove i salari sono più bassi.
Per questo motivo tra qualche anno pur ottenendo i finanziamenti la questione si riproporrà.

 

 

Lo Stato deve garantire l'effettività dell'art. 42 Costituzionale che riconosce la proprietà privata purchè ne sia assicurata la funzione sociale in questo caso duplice.
La soluzione vera allora è quella indicata dall'art. 43 della Costituzione, che prevede la possibilità di trasferire "allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale."
A tale proposito facciamo anche l'esempio dell'Argentina, che tra il 1999 e il 2002 fu colpita da una grave crisi economica (la famosa crisi dei bond argentini). Molti imprenditori ritirarono i loro capitali dal paese, chiudendo le aziende e lasciando privi di reddito i lavoratori. Alcuni di questi lavoratori allora occuparono le fabbriche, iniziando a produrre in proprio sotto forma di cooperative autogestite senza i vecchi capi e padroni. Ad oggi nelle empresas recuperadas, così vengono chiamate, lavorano circa 10.000 persone. Le più famose sono la fabbrica di ceramica Zanon, ridenominata Fa.Sin.Pat. (Fabrica Sin Patrones, Fabbrica senza padrone), la fabbrica di abiti Brukman e le stamperie Chilavert.

 

 

Dismissioni e privatizzazioni fanno il gioco dei padroni
per tornare a lavorare bisognerà statalizzare!"

 

 

Giovani Comunisti Ariano Irpino
Collettivo studentesco Virus