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ARIANO IRPINO (AV) - "Dalla gente,dalla società civile, una domanda di libertà, di dignità non solo lavorativa ma umana - questo è quanto dicono i Gd di Ariano pensando al corteo che stamattina ha invaso le strade di Grottaminarda per urlare un secco No alla chiusura dello storico stabilimento Irisbus. "La disputa questa volta non è solamente sindacale ma antropologica, la chiusura dell'Irisbus rischia di diventare un vincolo sul futuro, un massacro sociale, la precarietà fino questo momento era legata al lavoro, ora diventa precarietà di vita". 

"La questione non può esser pensata guardando solo all'Irpinia che pur rischia la desertificazione; lo schiaffo alla libertà e al diritto al lavoro è più ampio- è uno schiaffo glocale , che parla del mezzogiorno, parla di una nazione abbandonata alle articolazioni spietate dei neo capitalisti e avvelenata da medicine liberali che guardano al profitto come un totem. La situazione è drammatica: gli eterei orizzonti promessi dalla classe dirigente nazionale risultano sbiaditi, confusi, privi di qualsiasi logica - questa stessa classe dirigente fino a qualche tempo fa si vestiva da esorcista nascondendo e occultando l'emergenza sociale che ora sembra travolgerci; oggi c'è bisogno di lotta, di impegno, non ha senso, infatti, un sistema economico che non contiene un principio di giustizia, che risparmia gli acrobati della finanza illusionistica e condanna, invece, i protagonisti della produzione di beni e di servizi – come gli operai e il ceto medio. Sul cammino del diritto al lavoro, sui sentieri della dignità umana - i Gd vogliono accompagnare gli operai dell'Irisbus, le loro famiglie e tutti coloro che mostreranno la stessa sensibilità, perché la politica è buona se cuce trame di relazioni fitte, ma non sopporteremo neanche un istante i sepolcri imbiancanti della classe dirigente irpina - campana e nazionale, che crede che i diritti dei lavoratori siano da difendere fuori:fuori dalle fabbriche, fuori dai palazzi del potere, dove invece applaudono alle manovre madri di questa catastrofe sociale e democratica.

Nessun controcanto quindi, tutti insieme dobbiamo diventare la voce narrante di un'Irpinia che vuole voltare pagina e che vuole farlo partendo dal diritto al lavoro pensato come protesi e integrazione del diritto alla vita" conclude il segretario Francesco Santosuosso.