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Back Sei qui: Home Cronaca Tutte le Notizie Italia Irpinia. Duro colpo al clan Cava. 58 arresti, sequestrate imprese ed immobili

Irpinia. Duro colpo al clan Cava. 58 arresti, sequestrate imprese ed immobili

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Avellino - Nelle prime ore di questa mattina i Carabinieri del Comando Provinciale di Avellino hanno dato corso ad un'imponente operazione di polizia giudiziaria consistita nell'esecuzione di 58 ordinanze di custodia cautelare emesse dal G.i.p. presso il Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Napoli, con la quale si ritiene sia stato inferto un colpo durissimo al clan camorristico "CAVA". operante in Avellino, Quindici e zone limitrofe. I reali contestati ai soggetti tratti in arresto sono relativi ai reati di associazione per delinquere di stampo mafioso,

concorso esterno in associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, violenza privata, intestazione fittizia di beni, concorrenza illecita con violenza e minaccia, rivelazione di segreto d'ufficio, corruzione per atti d'ufficio e per atti contrari ai doveri d'ufficio, favoreggiamento personale e reale, falso ideologico in atto pubblico, truffa ai darmi dello Stato, tutti fatti aggravati dalla finalità di agevolare il "clan Cava".

 

Tale gruppo aveva già subito un duro colpo con gli arresti effettuati nel 2006 e nel 2007 dei suoi due dementi di Spicco, in particolare, i cugini Cava Biagio c Cava Antonio detto "Ndò Ndò", entrambi ai vertici dell'organizzazione criminale.
Ciononostante, il clan aveva tratto nuova linfa vitale dai vecchi e nuovi affiliati che avevano consentito lo svolgimento dell'attività criminosa sino ad oggi, senza soluzione di continuità.

 

Con l'odierna operazione denominata "SLOT" è stata aggredita la componente economica del citato clan camorristico, disarticolando l'attività imprenditoriale illecita svolta da Della Pia Armando, soggetto stabilmente inserito nel "clan CAVA".

 

Della Pia Armando è un imprenditore avellinese che, avvantaggiandosi della sua appartenenza al "clan Cava", ha operato illecitamente in diversi settori: l'edilizia, la produzione e somministrazione di alimenti, la fornitura, noleggio ed assistenza di macchinette videogioco.
L'attività imprenditoriale del Della Pia è stata spesso condotta con modalità intimidatorie ed estorsive sia nei confronti dei vari esercenti, affinché si rifornissero dallo stesso, sia nei confronti di altri titolari di ditte concorrenti nel medesimo settore merceologico, al fine di eliminare anche la concorrenza presente sul territorio.
Proprio in conseguenza di tali condotte, risulta contestato, tra gli altri, il reato di illecita concorrenza con minaccia o violenza (art.513 bis c.p. aggravato dall'art. 7 della L.203/1991;

 

 

inoltre, il Della Pia, pur gestendo direttamente le suddette attività imprenditoriali, ha fatto ripetutamente ricorso a "prestanomi" che compaiono quali formali intestatari delle ditte o imprese.
Il ricorso a tale procedura aveva una duplice finalità: in primo luogo, quella di rendere più difficoltosa l'individuazione dei numerosi "affari" in cui egli era coinvolto; in secondo luogo, quella di "preservare" società e capitali illecitamente accumulati da eventuali provvedimenti di sequestrò emessi da parte deIl'Autorità Giudiziaria.

 

 

Per quanto attiene alla produzione ed alla fornitura di prodotti alimentari, nel corso dell'attività investigativa è emerso che il Della Pia ha spesso imposto agli esercizi dei territorio anche la fornitura di caffè, commercializzato tramite la ditta "ANA CAFFÈ" e successivamente tramite la ditta "CAFFÈ GIUSTO s.n.c. di Palmieri Soccorso".
Proprio a conferma del ricorso a "prestanomi", va rilevato che la ditta "A.N.A. caffè" era intestata a PIRONF Romina, moglie di Romano Antonio, in qualità di "Socio Accomandatario". BATTISTA Giuseppina e ZICCARDI Simona, rispettivamente moglie di Armando Della Pia e Galdieri Nicola, in qualità di soci, all'evidente scopo di distogliere le attenzioni delle Forze di Polizia da una attività che fin dall'inizio era partita con finanziamenti, modalità e finalità illeciti. Analizzando la sigla della Società infatti, si può comprendere come il nome "A.N.A." rappresenti le iniziali dei nomi di "Antonio, Nicola e Armando".

 

 

Inoltre, innumerevoli sono stati gli elementi probatori raccolti che hanno dimostrato la consumazione di una pluralità di reati connessi al noleggio e all'installazione delle macchinette videogioco illegali ad opera di Armando Della Pia e dei suoi complici, settore che si è dimostrato tra i più produttivi di guadagni illeciti.
Nell'ambito di tale vicenda, è stato contestato, tra gli altri, l'imposizione coattiva ex art. 610 c.p., aggravata dall'art.7 della L.203/1991, nei confronti di taluni esercenti, del collocamento delle macchinette videogioco distribuite dal Della Pia e dai suoi complici.

 

Nel corso delle indagini è emerso che effettivamente il Della Pia aveva costituito una rete capillare di corruzioni e connivenze che gli ha consentito, nel tempo, di avere appoggi e aiuti sia nell'ambito della P.A. sia nelle Forze dell'ordine: in particolare, sono risultati esser coinvolti alcuni appartenenti alla Guardia di Finanza in servizio in Comandi diversi della Provincia avellinese.

Congiuntamente all'esecuzione delle ordinanze cautelari, sono stati eseguiti provvedimenti di sequestro di autovetture, di conti correnti, di immobili, nonché di 19 società operanti per lo più nel settore del caffè e dei videogiochi per un valore stimato, allo stato di circa 4 milioni di euro.