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Back Sei qui: Home Città Tutte le Notizie Ariano Irpino Politica Ariano. Il sindaco abbandona l'aula senza una maggioranza

Ariano. Il sindaco abbandona l'aula senza una maggioranza

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ARIANO IRPINO (AV) - Lo strappo definitivo non si è ancora consumato, ma il divorzio è nell'aria. La tensione è altissima. Doveva essere il consiglio comunale del chiarimento ma il sindaco, a sorpresa, chiede un rinvio. "Alla luce di quanto successo negli ultimi giorni vi chiedo di rinviare il consiglio di una settimana, il tempo di una verifica" dice subito prima di abbandonare l'aula. E' un Mainiero mesto quello che parla all'assemblea. Un Mainiero mai visto, forse deluso dalle evoluzioni delle ultime ore. Forse deluso da qualche amico fidato. Per lui la strada sembra essere sempre più in salita.

Solo a settembre scorso si era chiusa una verifica politica durata tutta l'estate, passata attraverso l'azzeramento della giunta, e conclusasi con un ritorno al passato. Mainiero dopo tre mesi di tira e molla aveva imposto di nuovo lo stesso esecutivo. Difficile cambiare le carte senza far crollare il castello di carta. Ora però le carte si sono rimescolate paurosamente contro il sindaco ed i cortigiani sembrano schegge impazzite. La mossa di fare entrare in maggioranza parte dell'opposizione ha frenato per qualche mese i bollenti spiriti di un gruppo di maggioranza che chiedeva maggiore visibilità a scapito del PDL ufficiale. Ora però, con la costituzione della Federazione, composta da Vincenzo Caso, Benvenuto De Pasquale, Antonio Savino, Carmine Grasso e Salvatore Giuliani, che sembra essere sostanzialmente in linea con il PDL non ufficiale, l'asse dei zecchiniani con l'UDC vacilla paurosamente. Quando il sindaco abbandona l'aula, lo seguono gli assessori, l'UDC ed il residuo dei Popolari per Ariano. La Federazione ed il PDL (Santoro, Pannese, Puopolo e Iannarone, restano in aula mantenendo il numero legale con la minoranza per l'intervento di Caso. "La città ritiene che in questo momento ci sia un governo che non sia adatto ai tempi - dice -. Abbiamo sottoscritto un documento senza nasconderci dietro nessuno. Se il primo cittadino chiede un rinvio, la deontologia politica ci impone di concederglielo". Insomma non la coesione, non la visione comune di un progetto condiviso alle elezioni, non l'amicizia, ma la deontologia politica, la correttezza formale, impone alla federazione di permettere a Mainiero di fare un tentativo di verifica politica. Caso sa di avere in pugno l'ex amico fidato e non gli risparmia l'umiliazione pubblica in aula quando lui non c'è già più. Appena concluso l'intervento, infatti, i due gruppi di maggiornaza abbandonano l'aula tra le proteste della minoranza, dimostrando ancora una volta di essere determinanti. Quando anche il presidente Puopolo abbandona l'aula, a sorpresa il vice presidente Giovanni La Vita prende la presidenza e dà la parola ad Antonio Ninfadoro, rimasto in aula solo con Bevere. "Non ci sono più le condizioni per un patto politico - dice -. Il sindaco doveva dimettersi. Poi avrebbe avuto 20 giorni per venire in aula. La verità è che non c'è più maggioranza". In effetti è questa la sensazione, il numero legale mantenuto dai dissidenti, insieme alla minoranza, parla chiaro. Chi in questo momento è fedele a Mainiero non ha i numeri per sostenerlo in consiglio. D'altra parte la coperta sembra essere sempre più corta per il primo cittadino. Il PDL non rilascia dichiarazioni ufficiali, ma non nasconde di volere un azzeramento integrale della giunta. Una bella gatta da pelare che assomiglia ad una roulette russa per il primo cittadino. L'immagine del sindaco che abbandona l'aula senza essere seguito da una maggioranza in grado di far venire meno il numero legale la dice lunga sulla situazione. Mainiero, rimasto inerme, vulnerabile, indifeso, si rimette nelle mani dei suoi oppositori interni, segnando di fatto una resa incondizionata. Una brutta immagine. Intanto la città è paralizzata, i cori di dissenso sono sempre maggiori, frange di maggioranza aggiunta applaudono la minoranza che parla in aula. La tensione sale, è palpabile sui volti tesi dei consiglieri comunali. Ora inizia la settimana di passione, la via Crucis degli incontri bilaterali nel tentativo, estremo, di ritrovare il bandolo di una matassa che, più che ingarbugliata, appare spezzata in diversi pezzi, con l'incognita di Giuda che questa volta partecipa al balletto.