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Back Sei qui: Home Territori Tutte le Notizie Miscano Cultura C'eravamo anche noi... L'ultimo lavoro di Cavalletti dedicato all'unità d'Italia

C'eravamo anche noi... L'ultimo lavoro di Cavalletti dedicato all'unità d'Italia

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Montecalvo Irp. (AV) - Vi presentiamo l'ultima pubblicazione dello storico e scrittore G.B.M. Cavalletti: "C'eravamo anche noi... L' Unità d' Italia in Irpinia e dintorni"
La stessa  verte sulla storia dell'unita d' Italia , come si evince dal sottotitolo, dalla fondazione ai primi anni del secolo scorso, nel contesto montecalvese con evidenti richiami ai paesi limitrofi ed a tutto ciò che fu il movimento risorgimentale di quegli anni.
Il volume è stato presentato al pubblico , dall' autore, mercoledi mattina primo giugno ,  presso l' Oasi Maria Immacolata durante la manifestazione Buon Compleanno Italia[1],
Riportiamo , qui di seguito , la prefazione del libro nonchè uno stalcio iniziale, per chi fosse intenzionato a completare  la lettura può rivolgersi  all' "Istituto Comprensivo Statale - S. Pompilio M. Pirrotti - Montecalvo Irpino (NDR)

Prefazione

L’occasione del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia offre alla nostra Scuola l’opportunità di avvicinare i ragazzi ai preziosi contenuti formativi e culturali che ruotano intorno allo straordinario movimento risorgimentale, assente, da qualche anno, dai programmi ministeriali della Scuola Primaria.

Per chi, come la totalità dell’attuale classe docente, sin dall’infanzia, si è formato intorno ai valori della libertà e dell’indipendenza, che il contagioso entusiasmo dei maestri di felice memoria trasmetteva alle nuove generazioni, a piene mani attingendo dagli epocali fatti che ruotano intorno alla realizzazione unitaria della nostra Italia, si tratta di un momento celebrativo che si riappropria, con pieno diritto, delle facoltà educative che non possono prescindere dalla conoscenza e dall’obbligo morale di tramandare la memoria di chi ha lottato, sofferto e donato la propria vita in nome dei pragmatici ideali che hanno prodotto la nostra Nazione.

Non solo nomi e volti di cui è ricca la nota storiografia dell’epico momento, ma uomini e fatti della nostra terra emergono dal crogiuolo unitario in cui ideali ed azioni, sangue e sofferenza  si sono fusi in un tricolore che non appartiene ad una sola parte d’Italia.

La realizzazione del progetto scolastico Buon Compleanno Italia[1], che ha fatto entusiasticamente rivivere,  agli alunni della Scuola Primaria, le antiche atmosfere patriottiche,  è stata l’occasione perché il Centocinquantesimo Anniversario dell’Unità d’Italia divenisse motivo di approfondimento storico, calato nella nostra realtà, che ci svelasse se e in quale misura i nostri diretti ascendenti  avessero partecipato alle vicende risorgimentali.

Ai nomi e alle storie dei patrioti  irpini, emersi nel corso di questa ricerca, segue un’asciutta cronologia dei principali eventi che hanno scandito il processo unitario, risultata utile ai nostri alunni  per un rapido collocamento storico dei momenti della loro drammatizzazione.

L’autore

 

Già le idee giacobine, fondamentali nella nascita delle repubbliche napoleoniche, avevano ben attecchito in Irpinia nella seconda metà del XVIII secolo. Le idee illuministiche, penetrate negli ambienti più colti della borghesia e i frequenti contatti con i movimenti intellettuali napoletani favorirono il sorgere di un fermento liberale locale che ebbe, via via, connotazioni sempre più peculiari fino alla nascita di vere e proprie società di dichiarato stampo massonico dalle quali nacquero, verosimilmente, le  vendite carbonare che animarono la lotta risorgimentale dal 1820 in poi. Il libro, il compasso e la squadra, le Tre Grandi Luci della Massoneria, unitamente all’acronimo G.A.D.U. (Grande Architetto dell’Universo), i più classici dei simboli massonici, campeggiano, ancora oggi, a Montecalvo, in altorilievi magistralmente scalpellati, su uno dei portali di Casa Stiscia. L’Apprendista Ammesso, il Compagno di Mestiere e il Maestro Muratore, con i  rispettivi simboli impressi nella pietra, tramandano la sintesi di quello che fu il primitivo dibattito filosofico e politico che sfociò, poi, nell’impegno sociale al servizio degli ideali di libertà e uguaglianza. Un pensiero massonico, quello montecalvese, con varie sfaccettature, ortodosso, nella specificità del binomio francese, Né Dio Né Re, che dava spazio alla componente laica ed anticlericale, ma anche contestualizzato, dalla gran parte delle sensibilità liberali del paese,  nel locale ambiente   cattolico e clericale dal quale partì l’azione educativa che promosse la diffusione dei principi di libertà, fratellanza e uguaglianza  riuniti nel trinomio più italiano Dio Re Costituzione. Se per la realizzazione degli ideali risorgimentali fondamentale fu, come dimostreranno le idee mazziniane in merito all’educazione popolare, la formazione culturale  giovanile, di estremo interesse è il sottolineare come nel 1793, a cavallo tra la Rivoluzione Francese e la nascita della Repubblica Partenopea, fiorisse a Montecalvo una delle prime scuole pubbliche del Regno di Napoli. Il merito è di don Domenico Stiscia[2],  esponente di una delle famiglie tra le più rappresentative nel dibattito intellettuale e nelle storie della locale cospirazione risorgimentale. L’otto settembre 1793 il consesso comunale esprime il suo vincolante parere alla richiesta inoltrata alla regia autorità per l’apertura della scuola pubblica montecalvese:

 

…(continua sul blog)


[1] Il Progetto Buon Compleanno Italia è stato proposto e coordinato dall’insegnante Filomena Iampaglia. Si è avvalso della collaborazione degli insegnanti Giuseppina Lanza e Giovanni Bosco Maria Cavalletti, nonché, per gli aspetti coreografici, della maestra di danza Teresa Sorrentino. Vi hanno aderito gli alunni delle classi Quarte e Quinte della Scuola Primaria dell’Anno Scolastico 2010 – 2011.


[2] Era nato nel 1761. Il 15 giugno del 1793 fu nominato organista della chiesa collegiata di Santa Maria in Montecalvo con lo stipendio annuo di sei ducati. Il 21 maggio 1796 fu ordinato sacerdote in Benevento. Con decreto di Ferdinando IV di Borbone, dato in Napoli il 19 agosto 1797 ottenne il permesso di costruire una cappella rurale intitolata a San Gaetano Thiene nella contrada Malvizza di Sopra in Montecalvo. Cfr. Giuseppe Lo Casale - Giovanni Bosco Maria Cavalletti, Fonti per la storia di Montecalvo Irpino, Avellino, 1985, Tomo I, pag. 146.