• Irpino.It
  • Home
  • Politica
  • Attualità
  • Cultura
  • Cronaca
  • Città
  • Territori
  • Sport
  • Multimedia
  • Speciali

Lun10072024

Last updateVen, 15 Gen 2016 10pm

Font Size

SCREEN

Profile

Layout

Menu Style

Cpanel

Feed

Back Sei qui: Home Città Tutte le Notizie Avellino Attualità Ariano. D'Avanzo: l'ospedale, oltre i numeri, ha un cuore e un'anima

Ariano. D'Avanzo: l'ospedale, oltre i numeri, ha un cuore e un'anima

ariano_zona_maddalena_ospedale_185x115
ARIANO IRPINO (AV) - Egregio ing. Florio, dopo due notti insonni, per il rammarico di non aver, in qualche modo, esternato il disagio provato nel corso dell'incontro tenutosi ad Ariano, vuoi per la pragmaticità che ci contraddistingue, e quindi la necessità di andare al nocciolo della questione senza perderci nell'elenco della lavandaia, vuoi perché, nella foga, l'animosità può giocare brutti scherzi. La mia è una estrazione eminentemente umanistica, quindi poco avvezza a calcoli meramente matematici, la cui sterilità a volte e come nel nostro caso,

può ingenerare equivoci e malintesi. Le scrivo perché traspare dal suo sguardo una intelligenza vivida, non è piaggeria, che sicuramente l'aiuterà ad interpretare in maniera corretta il mio disappunto .
I calcoli da Lei effettuati, relativamente alle figure professionali mediche, dicono che il nostro ospedale produce un disavanzo pari a quattro volte quello prodotto in altra realtà .
I miei numeri dicono tutt'altro, nonostante la mancanza di dimestichezza, ahimè,con la matematica.
L'Unita' Operativa di Pronto Soccorso di Ariano, seconda a nessuno nell'ambito della ASL, e oserei dire in ambito regionale in ordine al modello organizzativo, in merito alla qualità, e perché no alla quantità, torniamo ai numeri, da me, indegnamente diretta, con il personale medico a me assegnato, mancante ad oggi di tre unità, produce ben altro che disavanzo, egregio ingegnere, dovendo fronteggiare le vere emergenze, le drammatiche urgenze, territoriali e non cosicché, tra un addome acuto, un edema polmonare, ed un infarto, troviamo anche il tempo di andare a rispondere in procura di reati mai commessi e di accuse sempre infondate, fino a prova contraria.
Come vede non ci facciamo mancare nulla.
Venga a trovarci più spesso, è un modo come un altro per gratificare gli operatori tutti sul campo dove i numeri parlano per noi un'altra lingua.
Non è giusto liquidare professionisti che alacremente quotidianamente combattono una guerra senza quartiere, fatta di incomprensioni con l'esterno per la mancanza, spesso, di filtro territoriale e con l'interno, soccombendo spesso di fuoco amico.
Si parlava di vetrine, nell'incontro, noi siamo la porta di ingresso, l'anticamera dell'ospedale tutto, dove il filtro è fondamentale e dove le competenze debbono essere indiscusse.
E' il posto dove il paziente trova accoglienza umana e professionale, dove le patologie dalle più banali a quelle più impegnative vengono trattate.
E' il posto dove il personale infermieristico, stanco, datato, malandato, non incentivato, sott'organico cronicamente, vive ancora con spasimo ed animosità il lavoro quotidiano. 

 

Proviamo a dire ad un operatore socio-sanitario dopo una mattinata durante la quale ha macinato chilometri, non solo con provette, referti, plichi, ma con la responsabilità è dell'affido dell'ammalato, che ha prodotto non per una, bensì per quattro volte un disavanzo.
Chi Le scrive ha una tempra allenata e collaudata, per vivere il disagio di un mancato inquadramento amministrativo a distanza di circa sei anni, considerando tutte le prese in giro delle quali è stato vittima .
Non importa, è la coscienza a dover fare i conti con gli ammalati e anche qui i conti quadrano.
Mi sovviene la metafora del suo collega ingegnere, nonché uomo di spettacolo e scrittore Luciano De Crescenzo che per spiegare appunto metaforicamente la scienza statistica, sosteneva che una persona che ha la testa infilata in un frigo e le terga in un forno, statisticamente sta bene; credo a mio modesto avviso che Lei, con i numeri che ha fornito, lo abbia emulato un po'.
Ha trascurato una serie di valutazioni, umane e professionali, ingenerando un sentimento di infinito sconforto.
Si lavora tra mille, mi creda, difficoltà e non ci è concesso nemmeno l'onore delle armi.
Interpreti questo sfogo come tale,comprendendo che un manipolo di uomini e donne ,con armi a volte improprie,combattono per difendere la dignità e salvaguardare la salute di chi ignaro di tanti problemi,si rivolge a lui, fiducioso.
So anche che dopo questa lettera quelle tre U.O.S. e mezza (mezza è la mia) potrebbero diventare definitivamente tre.
Ma come sempre ho fatto nella mia vita,professionale e non,mi assumo tutte le responsabilità che il caso comporta,consapevole pure di aver esternato con garbo ed educazione solo in parte le problematiche che ci affliggono e che Lei intimamente conosce.
Le auguro ogni bene, e che nel corso dei mesi a venire non trascuri l'aspetto umano dei problemi come etica vuole.

 

Ariano li 11.05.2011 Dott . Massimo D'Avanzo