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Back Sei qui: Home Attualità Tutte le Notizie Campania Emergenza rifiuti. Procopio: evitiamo gli equivoci pericolosi

Emergenza rifiuti. Procopio: evitiamo gli equivoci pericolosi

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ARIANO IRPINO (AV) - Procopio, con la sprovincializzazione la città di Ariano sta per tornare a fungere da discarica del napoletano. Si parla di solidarietà, valore caro alla sinistra, senti che le province debbano soccorrere la sorella partenopea?
"La solidarietà è un principio stabile che si concretizza con fatti episodici. Lo sversamento di Napoli nella nostra provincia è invece un fatto sistemico. La solidarietà invece è un tampone. Poi c'è la politica, ossia l'intelligenza di trovare soluzioni definitive a problemi comuni. 

Napoli non chiede solidarietà bensì asservimento. E' comodissimo: produrre rifiuti e sbarazzarsene in luoghi contigui senza nemmeno differenziarli, avvelenando e inquinando senza nessun raziocinio, distruggendo interi ecosistemi, e dopo averli resi inservibili spostarsi su nuovi spazi vergini. Giusto per citare un famoso film: c'è un'altra specie che si comporta così, senza creare un equilibrio con l'ambiente che la ospita: il virus". 

Quindi hanno fatto bene i parlamentari regionali irpini a votare contro difendendo il proprio territorio?
"No qui c'è un equivoco pericoloso. Bisogna fare molta attenzione. Non si vota contro o a favore di qualcosa a seconda se fa comodo o meno, per una mera convenienza particolare. E' un principio machiavellico che non fa parte del nostro Dna politico. Nel PD e nel centro sinistra ha sempre prevalso ciò che è giusto su ciò che è utile. Una scelta politica non può configurarsi un fatto di piccolo e meschino interesse di parte, la difesa accanita di una porzione di territorio, al pari di un boss della camorra. Bisogna invece capire se è giusto o meno che un'enorme provincia come Napoli debba stuprare i territori accanto con i propri rifiuti senza lavorare minimamente ad una soluzione che la renda autonoma in materia. La risposta è semplice: non è giusto, in generale, ovunque. Se fossi stato dirigente del PD napoletano avrei affermato la stessa e identica cosa. La democrazia non è una dittatura della maggioranza sulle minoranze. Va pertanto sostenuto un pensiero, una idea, non una piccola faccenda territoriale. Queste sono cose da PDL, non da PD. Diversamente ci troveremmo paradossalmente di fronte ad un provvedimento per il quale una parte vota a favore, un'altra contro, ed entrambe hanno fatto bene? No, nel modo più assoluto. Bene ha fatto la D'Amelio a votare contro, male chi ha votato a favore. Perché semplicemente non è giusto che il forte e il prepotente devastino il piccolo e il debole. Si capisce con questa logica che i consiglieri del centro destra come Zecchino e la Ruggero non debbano votare per difesa istintuale di un territorio, ma per dissenso su questa politica ambientale che legittima la sopraffazione. E' un fatto squisitamente politico".

Qualcuno dice, sicuramente per provocazione, che se la raccolta differenziata fosse appaltata alla camorra il problema sarebbe risolto immediatamente.
"Questa è una sciocchezza, e come provocazione è anche molto banale. La camorra segue dei principi ben precisi. Uno di questi è la prevaricazione delle regole ed il guadagno facile. La raccolta differenziata non è affatto un guadagno né facile né veloce e qualunque imprenditore camorrista non ne sarà mai minimamente interessato. Il camorrista vede nella raccolta differenziata una grande e incomprensibile perdita di tempo. La differenziata sdegna il camorrista. Secondo lui i rifiuti vanno buttati in mare, o nelle terre coltivate perché si fa subito e si guadagnano un sacco di soldi. Il camorrista fondamentalmente è un perfetto idiota, un imbecille ma con la pistola in mano, il forte e furbo contro il giusto. Pertanto pensare alla camorra come ad un normale attore economico vuol dire non aver capito assolutamente nulla di cosa sia e su quali basi poggi la malavita organizzata".

L'UDC vota a favore ma con un emendamento. Cosa ne pensa?
"Tutto il male possibile. Quell'emendamento è un'offesa all'intelligenza dei cittadini irpini. Vedi, l'UDC ad oggi è quella parte politica che caccia e insulta i giornalisti alle conferenze stampa. Questa si chiama "incontrollabile debolezza". All'UDC campana le si può solo augurare una serena vecchiaia, sperando che faccia il minor numero di danni possibile. Si naviga a vista, sperando di sopravvivere, guardando al mese prossimo, ma i rifiuti non sono un problema del mese prossimo, ma di tutto il futuro degli uomini e delle donne, compresi quelli campani. Quell'emendamento serve espressamente a non risolvere il problema dei rifiuti a Napoli. Si chiama respiro corto".

Come se ne esce?
"Per cominciare bisogna completamente bandire un pensiero, un assetto, un sentimento che sento spesso, a cominciare dal mio circolo, e cioè: "mettiamoci l'anima in pace". L'anima non va messa in pace mai. Lo spirito politico va costantemente alimentato da pensieri di ardimento, e da uomini che sanno trasmetterli. Chi si sente stanco, arrivato, a capolinea si faccia da parte. Chi non ha voglia o tempo di alimentare il conflitto contro queste ingiustizie faccia dignitosamente un passo indietro. Quasi ogni famiglia qui in Irpinia e particolarmente ad Ariano ha un morto in casa per rifiuti, capisci bene a quali gravi malattie mi riferisco. Le persone sentono particolarmente questo problema, a nessuno va di diventare, o meglio di ritornare ad essere la discarica di qualcun altro. Da questa situazione se ne esce con l'iniziativa politica nelle istituzioni e quella popolare, anche dura, nelle piazze. Certo chi in Irpinia ha votato Caldoro ora lo sa: gli ospedali chiudono, le discariche riaprono, i trasporti pubblici rincarano. Questo ad oggi è il saldo che credo può solo peggiorare. Come se ne esce? Per cominciare va raggiunta la gente. Urge una grande campagna provinciale di informazione politica sull'andamento delle cose pubbliche e comuni. Una campagna rivolta specialmente a chi non ha votato il PD. I cittadini vanno responsabilizzati. C'è un momento per chiedere con garbo il consenso, ma c'è un momento per sollevare con durezza e realismo le conseguenze sulle vite di tutti a cui portano certe scelte nell'urna. La politica, la vita pubblica e il civismo comportano assunzione di responsabilità. Il popolo non è minorenne".