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Back Sei qui: Home Attualità Tutte le Notizie Italia Archeo. Ariano, la collina di Sant'Eleuterio tra fascino arcaico e nuova economia

Archeo. Ariano, la collina di Sant'Eleuterio tra fascino arcaico e nuova economia

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Ariano Irpino (AV) – Il sito di Aequm Tuticum è aperto ai visitatori. In occasione della settimana della cultura i resti della città romana sono fruibili. Aequm Tuticum si trovava all'incrocio della via Traiana con il Tratturo e con la via Erculea che andava dall'antico Sannio verso la Lucania. Qui si snodava anche la strada che raggiungeva Eclanum. Costeggiata sul lato nord-ovest dal letto del fiume Miscano, la città ha avuto il suo massimo splendore nell'ultima fase della civiltà romana. Secondo delle fonti documentali si tratta di un sito riutilizzato dai romani

ma già appartenuto ai sanniti. Della città oggi sono visibili le mura stratificate di alcune abitazioni ed i mosaici delle antiche terme. Terme che erano riscaldate a pavimento con delle camere d'aria, ancora visibili al visitatore. Secondo i carotaggi effettuati dagli archeologi nei primi anni '90, l'area abitata si estendeva su diversi ettari ma di questi sono stati riportati alla luce solo i reperti di alcune centinaia di metri quadrati. Ci troviamo sulla collina di Sant'Eleuterio, a qualche centinaia di metri dal sito neolitico della Starza. Un luogo, dunque, dove l'uomo è sempre stato presente fin dagli inizi della sua fase stanziale. Cioè dall'epoca in cui è stata inventata la ceramica ed introdotta l'agricoltura. I reperti della Starza, praticamente contigua al sito di Aequm Tuticum, infatti, raccontano di una continuità abitativa di 6000 anni (tutto il Neolitico) che sommati ai 2000 dell'epoca di Cristo fanno più di 8000 anni di frequentazione umana. La ceramica dipinta del Bronzo Medio rinvenuta a La Starza,
secondo uno studio scientifico di Paternoster, Albore Livadie, Calamiello e Scarpato, potrebbero essere state impastate con il latte. Un primato non indifferente, se si pensa che probabilmente in Europa non esistono siti simili. Una vera e propria manna dal cielo per gli appassionati di archeologia e di Storia che hanno la possibilità di ammirare reperti appartenenti ad un ventaglio di tempo molto ampio, sopratutto in aree non aggredite dall'urbanesimo. Qui i luoghi sono rimasti pressoché immutati da allora. Ad Ariano, in via Donato Anzani, sotto al museo Comunale, c'è l'antiquarium della Soprintendenza Archeologica che mette in mostra quasi tutti i reperti provenienti dalla Starza, da Aequm Tuticum e dal Tempio Italico di Casalbore. Un piccolo tesoro archeologico del quale molti ignorano l'esistenza. Quella dei beni culturali è una risorsa per l'intero territorio che non è per nulla utilizzata. Spesso non è conosciuta nemmeno dagli abitanti locali e questo rende particolarmente problematico un suo utilizzo funzionale in epoca moderna. Invece potrebbe essere un anello importante di una possibile catena reale del turismo alternativo. In epoca di globalizzazione e di omologazione, è evidente che la "diversità" culturale e biologica diventa un elemento distintivo che sarà appannaggio di poche zone. Sempre sulla collina di Sant'Eleuterio è possibile ammirare in natura alcuni esemplari di una specie rarissima di rapace. La settimana della cultura offre l'occasione per visitare e per parlare dei giacimenti culturali che andrebbero valorizzati ed ampliati. Nel caso di Aequm Tuticum andrebbero finanziate nuove campagne di scavo per riportare alla luce nuovi reperti ed aumentare l'offerta sul piano archeologico. Sabato e domenica prossima è disponibile da Ariano un servizio navetta per chi volesse raggiungere il sito di Aequm Tuticum.