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Back Sei qui: Home Attualità Tutte le Notizie Italia Il sud crede nell'Unità d'Italia, festeggiamenti ovunque. Giovani cantano l'inno

Il sud crede nell'Unità d'Italia, festeggiamenti ovunque. Giovani cantano l'inno

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IRPINIA - Francesco Barra ricorda su Irpino.IT l'anniversario dei 150 anni dell'Unità d'Italia. Eventi si registrano in tutta l'Irpinia. A Montecalvo alle 11 e 30 c'è stato un discorso delle autorità, i balconi erano quasi tutti adornati del tricolore. Un trionfo di bandiere a testimonianza di quanto i cittadini ci tengano alla tanto bistrattata nazione e come siano davvero in pochi a metterla in discussione. Il Sud, che ha sempre lamentanto un danno dall'Unità, oggi diventa il suo maggiore paladino, nonostante gli aliti secessionisti del nord, ma c'è qualcosa su cui riflettere. - VIDEO - 

A mezzanotte eravamo in un locale per giovani. Tutti si sono alzati in piedi ed hanno cantato l'inno nazionale. Cresce nei giovani la consapevolezza dell'appartenenza. Ma non basta. Gli aliti del secessionismo egoistico, serpeggiano pericolosamente sulla scena pubblica italiana. Il nord, ricco ed industrializzato, crede di poter fare da solo nel fronteggiare la crisi finale del sistema consumistico-industriale. E' quasi normale per il nord, quando le risorse diminuiscono, che aumentino le spinte egoistiche dimenticando, però, quanto sia costata al Sud la sua industrializzazione, in termini di affetti spezzati dall'emigrazione ed in termini di depauperamento delle risorse giovanili acculturate. Forse anche per qusto il sud è ancora arretrato, a volte mancano le infrastrutture fondamentali, manca il lavoro, manca la consapevolezza delle proprie possibilità, manca la voglia di fare della popolazione che lo abita, stretta tra cattiva politica ed, in alcune aree, dal giogo criminale. Il Sud, invece, è una risorsa in termini di potenzialità umane di alto profilo ed è una risorsa in termini turistico-ambientali. Questi due fattori, nell'era della telematica, possono determinare la nascita di un nuovo modello di vita, ecocompatibile ed ecosostenibile che potremmo definire "civiltà dell'intelletto". L'industria ha esaurito il suo boom ed è destinata a prendere un ruolo marginale nell'economia, così come fu per l'agricoltura all'epoca della prima rivoluzione industriale. Ci affacciamo all'era dell'economia dell'immateriale. Saprà il Sud cogliere quest'occasione? Saprà il nord rivedere il suo pensiero e salvarsi dalla crisi industriale? Questo è possibile solo con le sinergie di un'Italia unita, magari organizzata con un federalismo equo. Questa è materia per i prossimi 150 anni della Repubblica Italiana.