ELEZIONI. SANTORO (CD): TRIBUNALI E GIUDICI DI PACE UNA PRIORITA'
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- Pubblicato Venerdì, 08 Febbraio 2013 16:08
- Scritto da Redazione
La giustizia rappresenta un momento di libertà e legalità per i territori e oggi veder sopprimere due Tribunali e 12 uffici del Giudice di Pace, così, senza aver ragionato sulla portata del provvedimento ma solo perché un Governo aveva necessità di fare immagine, di dare l'idea di operatività, perché in realtà non c'è alcuna sostanza, non c'è alcun risparmio, indigna.
Da arianese, da irpino, da persona che si sente già in qualche modo portatore delle istanze del territorio non posso dire altro che si tratta di una vergogna ed evidenziare ancora una volta come un Senatore, un Presidente della Provincia si sia lasciato sopprimere due Tribunali: Sant'Angelo ed Ariano e tutti questi Giudici di Pace.
La mia proposta è semplice. Al Senato si gioca una partita importante che si deciderà su pochi numeri, dunque se i cittadini mi sosterranno avrò buone possibilità di diventare un loro rappresentante. La prima cosa che io chiederò e farò inserire come emendamento in qualsiasi legge di stabilità, sarà quella della sospensione immediata dell'attuazione di questa norma in attesa che venga fatto un riordino serio dell'organizzazione dello Stato. Per risparmiare 50 milioni di euro in tre anni per l'intera riforma della giustizia il caro Monti ci ha chiuso i Tribunali mentre avrebbe potuto tagliare i finanziamenti ai partiti. I partiti prendono 500 milioni di euro di finanziamento pubblico. Invece si è pensato di eliminare con un colpo di spugna una serie di presidi di legalità, oltre alla nostra provincia immaginiamo luoghi come Santa Maria Capua Vetere, dove c'è la camorra, significa lasciare un territorio completamente in balia della malavita.
Io voglio fare una battaglia su questo accanto ai cittadini. Quanto sto affermando mi auguro possa diventare anche un momento di confronto con gli avvocati, con i magistrati, con le persone".
A proposito di magistratura Santoro ci tiene a precisare la sua posizione rispetto ai magistrati in politica:
"Si alle toghe che scendono in politica portando competenze e professionalità ma che rinuncino per sempre alla loro professione. Si alla ineleggibilità. I magistrati per preservare la propria credibilità e non essere soggetti ad attacchi di parte devono, così come succede per i sindaci, dimettersi almeno sei mesi prima. Altrimenti si espone tutta la categoria ed anche magistrati che lavorano quotidianamente sul campo, rischiando pure la vita, possono perdere di autorevolezza".