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Back Sei qui: Home Città Tutte le Notizie Ariano Irpino Cronaca Corte dei conti chiede risarcimento a cattivi amministratori

Corte dei conti chiede risarcimento a cattivi amministratori

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Montecalvo Irpino (AV), chiesti quasi 65.000 euro a due ex-sindaci, due ex assessori (uno deceduto) ed un dirigente comunale. I cinque, per loro negligenza, avrebbero tralasciato di seguire una procedura. Ora la Corte dei Conti chiede conto.

Danni creati al Comune, si addebitano responsabilità finanziarie agli amministratori. La Corte dei Conti ha aperto un'istruttoria nei confronti di quattro ex amministratori pubblici del Comune e di un funzionario comunale che sono stati avvisati di essere ritenuti responsabili, in solido tra di loro, per un danno alle casse comunali di circa 65.000 euro. Secondo l'organismo vigilante il funzionario e gli amministratori comunali non avrebbero ottemperato a degli adempimenti amministrativi su un esproprio di terreno da destinare alla costruzione di un Piano di Zona. Il mancato adempimento avrebbe portato ad un contenzioso con i proprietari che ha determinato un danno per le casse comunali, dovuto alle spese di giudizio ed agli interessi, che si sono sommati alla cifra dovuta. Sono stati raggiunti dal provvedimento due sindaci, in carica tra il 1993 ed il 1999, i due rispettivi assessori ai lavori pubblici per omessa sorveglianza ed un dirigente dell'ufficio tecnico. Ad uno degli ex assessori il procedimento non è stato notificato perché deceduto. Gli ex amministratori sono stati invitati a depositare entro venti giorni le proprie deduzioni ed eventuali documenti nella Segreteria della Procura Regionale di Napoli. Le spese contestate sono 37.000 euro per interessi, 2.500 per spese del CTU, 3.000 per la registrazione della sentenza e 20.600 per il compenso di un avvocato del foro di Ariano. Queste spese, secondo il vice Procuratore Generale della Corte dei Conti sarebbero imputabili "al comportamento gravemente colposo" degli amministratori e del funzionario. Il comportamento non ha generato indebito arricchimento degli avvisati, per questo non viene esteso agli eredi del deceduto, ma è ritenuto lesivo della collettività perché ha determinato maggiori uscite alle casse comunali. Per questo viene chiesta la reintegra dei fondi. L'atto costituisce anche avviso di messa in mora dei soggetti intimati, interrompendo nei loro confronti la decorrenza della prescrizione. La Corte richiede anche l'espressa restituzione da parte degli amministratori delle somme colpevolmente esborsate dall'ente comunale. Si tratta di un provvedimento che apre nuovi scenari sulla gestione degli enti pubblici introducendo il concetto la responsabilità degli amministratori che hanno amministrato e si propongono a gestire soldi pubblici.