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Back Sei qui: Home Territori Tutte le Notizie Miscano Attualità Montecalvo. L'addio all'amico Fernando

Montecalvo. L'addio all'amico Fernando

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Oggi voglio ricordare il mio amico Fernando GRILLO, uomo semplice. Uno che ha vissuto la sua breve vita in silenzio, costantemente ai margini del suo piccolo mondo.

Assurto agli "onori" della cronaca una sola volta in vita sua, per una triste vicenda, ove fu vittima scambiata per carnefice.
Nacque male Fernando. Nacque povero da una povera ragazza madre: peggior viatico, nella Montecalvo della fine degli anni cinquanta, non poteva avere. E, infatti, da povero ha trascorso la maggior parte dei suoi giorni. Povero di una povertà piena, completa; tanto di sostanze materiali quanto di rapporti sociali.
Pochi sanno chi fosse veramente Fernando. Di quali cose sia stato capace.
Studiò all'istituto professionale di San Vincenzo Pallotti, ad Ariano. Frequentò la Scuola Alberghiera. Imparò a suonare la chitarra ai corsi serali organizzati dall'ANBIMA (Associazione Nazionale Bande Italiane Musicali Autonome). Si collocò utilmente nella graduatoria per l'arruolamento degli Allievi Sottufficiali dell'Esercito del 46° Corso (gennaio 1981) classificandosi 700° (furono reclutati anche gli aspiranti classificatisi oltre il novecentesimo posto); per ragioni sue non si presentò all'arruolamento.
Ha lavorato come cameriere occasionale ai matrimoni, nei vari ristoranti locali. Ha suonato la chitarra, sempre ai matrimoni, nell'orchestrina del Maestro Laurano di Grottaminarda. Ha lavorato presso il Seminario di Benevento come bidello. Ha lavorato in Svizzera come cameriere (fu durante uno di questi soggiorni di lavoro all'estero che conobbe la moglie).
Ha conosciuto un periodo felice: quando coronò il suo sogno di marito e di padre. Ma fu un sogno stroncato da una triste vicenda, nota sommariamente a tutti i montecalvesi che prontamente lo condannarono senza appello, senza nemmeno prendersi il fastidio di capire in concreto cosa fosse successo. Nessuno si chiese, allora, se altre responsabilità c'erano state in quella squallida storia. Nessuno si rimproverò le proprie omissioni. Né il comune, né la scuola, né la comunità parrocchiale: nessuno. L'unico imbarazzo fu di Fernando che più di una volta, sempre piangendo, mi confidò la sua buona fede. Gli ho sempre creduto. Ho sempre saputo che seppure qualcosa, nel suo ruolo di padre, avesse sbagliato, mai lo avesse fatto scientemente.
Una comunità più accorta avrebbe pensato ad una discreta guida. Avrebbe attivato gli anticorpi che non mancavano tra le nutrite risorse delle autorità locali. E tutto sarebbe stato prevenuto ed evitato.
Finì in carcere, Fernando. Per poco tempo. Giusto quello necessario a perdere figlie, moglie e madre (assassinata durante la sua assenza).
Così, ha concluso i suoi giorni da povero, pur non disdegnando il lavoro. E' morto solo, pur avendo voluto e creato una famiglia. E' morto rispettando tutti, pur non essendo stato rispettato da nessuno.
Sono certo che ora è nella gloria di Dio dove finalmente ha trovato Giustizia. Sono sicuro che, anche là, se ne sta in silenzio cercando di rendersi utile pregando per tutti.
Addio, Fernando.