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Sovrastima sistemica e storica delle entrate, mancata riscossione, impegni e spese per interventi di ricostruzione (ex L. n. 219/81) per importi superiori alle assegnazioni ed emissioni di Decreti di contribuzione a privati senza copertura finanziaria

Così tramonta un mito. Apice nel circondario era considerato il comune modello, quello che con scelte coraggiose era riuscito a spostare l'ubicazione del centro urbano dopo il terremoto del 1962. Tramonta anche il mito dell'assistenzialismo e del clientelismo. Gli errori, prima o poi si pagano, e qui si rischia di pagarli a caro prezzo. Secondo quanto emerso dal consiglio comunale che ha adottato il provvedimento di dissesto, 13 voti favorevoli e 4 contrari, ci sarebbero estremi di falso in bilancio, avvenuta senza il controllo del revisore dei conti comunale. Nonostante questo, al tecnico responsabile della revisione dei conti viene contestato il mancato espletamento delle funzioni di vigilanza sulla regolarità contabile., finanziaria ed economica della gestione. Intanto lo stesso revisore dei conti ha dato parere sfavorevole al dissesto dichiarando che "c'è sofferenza finanziaria ma non di dissesto". Comunque si girino le carte, c'è una montagna di debiti da pagare e questi rischiano di ricadere sulle spalle di chi deve ancora nascere. Chissà cosa ne penserebbe l'ex sindaco che per 50 anni ha gestito le sorti del comune?. Il dissesto, infatti, porta dritto alla copertura totale dei costi dei servizi a domanda da parte dei cittadini. Tradotto in soldoni: scuolabus a totale carico delle famiglie come la mensa scolastica. Un pessimo modo per incentivare le giovani coppie in un posto dove sale la popolazione anziana.