Tratturi. Le antiche strade dei Sanniti, tra tradizione e modernità
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- Pubblicato Lunedì, 18 Ottobre 2004 11:28
- Scritto da Angelo Corvino
Centinaia di chilometri da percorrere a piedi o con un fido destriero senza mai abbandonare luoghi incontaminati attraverso scenari naturali profondamente diversi tra loro. Questa è la moda che si sta diffondendo tra i turisti che alle caotiche vacanze moderne preferiscono la quiete e la pace della natura incontaminata. C'è un'antica, affascinante civiltà da scoprire la cui linfa vitale corre lungo il filo di direttrici viarie millenarie che si snodano lungo tutto l'Appennino centro meridionale italiano. E' la civiltà dei Tratturi, le strade della transumanza che collegano
il basso Abruzzo al Tavoliere pugliese, attraverso il Molise e le aree più interne della Campania. Su quelle direttrici, che oggi si presentano come larghe strade sterrate, sono passate le greggi ed i pastori che hanno dato vita alla transumanza. L'ultimo passaggio si registra agli inizi degli anni '50 del ventesimo secolo, ma la tradizione affonda le radici in una civiltà più antica. Pre-romana. Sannita, per la precisione. I tratturi, infatti, erano le vie di comunicazione dei Sanniti. L'antico popolo di origine Osca che abitava le montagne dell'Italia Meridionale già nel 700 AC e che, per certi versi, si presentava moderno già allora. Sì, moderno. Organizzati in uno Stato federale i Sanniti erano un popolo seminomade che viveva un rapporto simbiotico con la natura. Erano divisi in gruppi e vivevano in vere e proprie città attrezzate. Quando l'aumento demografico lo rendeva necessario davano vita al Ver Sacrum. La primavera sacra. Un gruppo, nella stagione più favorevole, al risveglio della natura, si allontanava dal ceppo di origine e lo faceva seguendo un animale stabilendo la nuova dimora là dove si fermava l'animale. Gli Hirpini, uno dei popoli sanniti, la leggenda vuole che abbiano seguito un lupo, hirpus in osco. Una delle città più importanti della confederazione, quella in cui si amministrava la giustizia, era Aequm Tuticum i cui resti si trovano nel territorio dell'attuale Ariano Irpino, praticamente a confine tra le province di Avellino, Benevento e Foggia, a metà della valle del Miscano. Centro di snodo viario la città è stata riutilizzata anche in epoca romana, infatti, si trova lungo il tracciato della Traiana che collegava Benevento con Brindisi e quindi Roma con il Medio Oriente. Lungo le strade della transumanza tutto ha il sapore dell'interscambio etnico. I dialetti, per esempio, risultano sostanzialmente differenti tra i paesi che affacciano sul Tratturo ed i loro confinanti non toccati dalla direttrice viaria e straordinariamente simili tra paesi distanti anche centinaia di chilometri che però hanno in comune la Transumanza. Straordinario è il riscontro, con le debite varianti, degli stessi cognomi in aree lontanissime. C'è un unico filo rosso che collega il tutto: sono i Tratturi, luogo di passaggio ma anche di scambio culturale e sociale che nel corso dei millenni hanno finito per creare una vera e propria civiltà con le sue caratteristiche peculiari. Oggi i successori dei Sanniti si presentano come uomini a tratti dall'apparenza rude ma allo stesso tempo gioviali ed ospitali, che badano sostanzialmente al pratico, con un innato senso della giustizia e dell'uguaglianza, che potremmo definire i padri del minimalismo moderno. Senza fronzoli, per loro il denaro è solo un mezzo. Percorrendo i tracciati del Tratturo è facile notare, infatti, che l'industrializzazione non ha contaminato quei luoghi. Non fa parte della loro cultura che guarda al futuro cercando la riscossa economica e sociale anche legandosi, ancora una volta, alle proprie radici. E' interessante notare come le direttrici costruite successivamente ai Sanniti, quelle romane e medioevali sono praticamente scomparse, o se ne trovano solo poche tracce. I Tratturi, invece, sono rimasti praticamente intatti nel corso dei millenni, tant'è che sono ancora percorribili. Oggi i Tratturi non ospitano più il passaggio delle greggi e neanche delle merci ma stanno diventando un'interessante esperienza di Trekking, di percorso a cavallo o in mountain bike. Questo grazie anche all'azione delle associazioni culturali, che organizzano iniziative lungo i tracciati, e della Regione Campania che proprio sui Tratturi ha costruito diversi interessanti Piani Integrati per il Turismo. Si tratta di interventi, mirati in determinate aree territoriali, che agiscono a tre livelli: pubblico, privato e formativo. Così i Comuni interessati al passaggio del Tratturo stanno recuperando il patrimonio urbanistico d'interesse storico. Sul piano privato si registrano numerose iniziative nel settore degli agriturismo, dell'agricoltura biologica e dell'intrattenimento alternativo. La formazione, invece, creerà le adeguate figure professionali in grado di occuparsi a pieno titolo dell'ospitalità dei turisti alternativi che sembrano prediligere quei luoghi. E non è difficile pensare che le strade della Transumanza diventeranno un classico del turismo naturale come oggi lo sono le direttrici che collegano la Pampa Argentina con il Cile ed il Perù, o i tracciati che corrono lungo l'Himalaia. Luoghi, cioè, che vale la pena di aver visto.
Angelo Corvino - da Orizzonti Nuovi - 18 aprile 2004
Angelo Corvino - da Orizzonti Nuovi - 18 aprile 2004