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Back Sei qui: Home Territori Tutte le Notizie Miscano Attualità Salvatore: Fondo Valle di Miscano per il rilancio delle aree interne

Salvatore: Fondo Valle di Miscano per il rilancio delle aree interne

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Casalbore (AV) - Sindaco lei recentemente ha proposto la realizzazione della fondo valle del Miscano di cosa si tratta?. "La proposta, per la verità, viene dalla idea di più maturata nel corso degli anni e condivisa da più parti. Non si tratta certo di un'idea recente. Il primo progetto che parla di una strada che servisse la fondo valle Miscano fu elaborato dal Consorzio di Bonifica dell'Ufita e risale agli anni 70. Successivamente l'idea è stata un po' abbandonata per lo spostamento delle attenzioni della programmazione statale e regionale sul versante dell'attuale autostrada NA-BA. Non bisogna dimenticare che

originariamente l'attuale Autostrada A16 doveva essere il collegamento fra il tirreno e l'adriatico e che la direttrice più naturale in tal senso comprendeva la nostra SS 90bis e, solo per una forte volontà politica, si optò per l'attuale percorso che escluse la città di Benevento, incluse la città di Avellino articolandosi fra i monti dell'alta Irpinia evitando anche la città di Foggia.
Si sono susseguiti anni di riflessione sul riscatto del nostro territorio e più volte i sindaci dei comuni a ridosso del Miscano si sono confrontati su come dare innanzitutto uno sbocco allo sviluppo che tanto ricercavano, nella consapevolezza che l'isolamento territoriale dipendeva dalla mancanza di infrastrutture e di strade di collegamento. E' inconcepibile pensare di avere il capoluogo di provincia a 80 km circa di distanza con tempi di percorrenza elevatissimi. E' inconcepibile pensare di innescare un processo di sviluppo senza una strada di collegamento adeguata. La stessa linea ferroviaria (che ormai non porta che disagi al nostro territorio, dopo la chiusura delle piccole stazioni) c'è chi vorrebbe raddoppiarla ma con la deviazione per l'altro versante. Ciò penalizzerebbe ancora una volta il nostro territorio. Forse è stata proprio questa minaccia a rendere un po' tutti nuovamente consapevoli della necessità di cercare, attraverso una nuova via di collegamento, la speranza di uno sviluppo territoriale dei Comuni della valle Miscano. Il discorso partì nel 1998 quando il Comune di Casalbore si fece promotore di un patto territoriale che metteva insieme 15 comuni di tre province (5 Avellino, 7 di Benevento, 3 di Foggia). La interregionalità dell'intesa purtroppo contrastava con la contestuale regionalizzazione dei patti territoriali prevista dalla nuova normativa allora emanata. Tuttavia non ci si arrese e nel 2000 tre Comuni di quelli citati (Casalbore, Montecalvo e Ginestra degli Schiavoni) ebbero la tenacia di mantenere quel proposito attraverso una intesa di programma che accomunava i tre insediamenti produttivi. Oggi sulla base di quell'intesa reale e sentita si promuove una iniziativa di fondamentale importanza territoriale: la Fondo Valle Miscano che collega in 20 minuti il nostro territorio con l'Autostrada NA-BA (a fronte degli attuali 50 minuti necessari salvo limiti di velocità imposti sulla ss 90 bis che scendono, in alcuni tratti, addirittura a 20km/h e non sono mai superiori a 50 km/h). 

 

Quali sono le aree interessate all'arteria?
Sicuramente oltre Casalbore e Montecalvo Irpino, sono interessati i Comuni del Fortore (Castelfranco, Montefalcone, Ginestra) ma credo che anche altri comuni irpini come Greci e Savignano non potrebbero che ottenere giovamento da questa arteria che permetterebbe il raggiungimento dello svincolo di Castel del Lago in tempi molto più brevi.

 

 

Quali sono i Comuni interessati alla strada?
I comuni che attraverserebbe l'arteria sono Montecalvo, Buonalbergo, Santarcangelo e Apice. Tuttavia al di là della stretta territorialità la cosa importante dell'iniziativa è che raggiungere lo svincolo autostradale di Benevento in poco più di 20 minuti di percorrenza farebbe cambiare molte cose per il nostro territorio.

 

 

Quali sono i maggiori problemi che si riscontrano sul territorio del suo comune e dell'area circostante?
Per il caso specifico del Comune di Casalbore non credo che vi siano particolari problemi, tutt'altro credo che vi siano solo ed esclusivamente benefici visto che noi lamentiamo da tempo l'isolamento territoriale dovuto a scelte di carattere amministrativo. Casalbore gravita da sempre sul beneventano ma non ha mai voluto deliberatamente il distacco dalla Provincia di Avellino (che come capoluogo è il terzo per distanza chilometrica dopo Benevento e Foggia). I Comuni limitrofi invece potrebbero intravedere delle alternative per il fatto di essere meglio collegati al resto della provincia o, nel caso del Fortore , potrebbe essere di più fondamentale importanza il passaggio della Contursi- Lioni- Grottaminarda – Faeto – Termoli, promossa a tutti i livelli istituzionali come la vera direttrice di collegamento fra l'adriatico e il tirreno per riparare a tutti i danni fatti dalle scelte operate fino a questo momento per il raggiungimento di un elementare obiettivo geo-politico.

 

 

Quanto incide la marginalità derivante dall'essere area di confine provinciale e, per certi versi, anche regionale nello sviluppo armonico ed organico del territorio?
Sicuramente ci sono difficoltà non indifferenti per superare barriere amministrative, geografiche e anche politiche. Le tentazioni di cambiare provincia sul territorio non mancano e non sono mai mancate. Ben quattro, a livello locale, sono i tentativi esperiti nel corso degli ultimi 50 anni di referendum per il cambio della Provincia da Avellino a Benevento, tutti fondamentalmente andati a monte. Questo perché il nostro territorio non sente il bisogno di cambiare provincia senza cambiare la prospettiva di sviluppo. Cambiare provincia, in altri termini, significherebbe finire di essere periferia di un contesto per iniziare ad esserlo per un altro. Ciò che lamenta il territorio è la marginalità.
Tale sentimento tuttavia stapian piano diffondendosi dalla periferia estrema ai centri di più largo interesse. La stessa Ariano, per esempio, se dovesse mai perdere il retroterra del Nord Est finirebbe di essere centrale e a sua volta dovrebbe riconoscere il ruolo di periferia. Perciò lo sforzo deve essere concentrato affinché venga riconosciuta una autonomia amministrativa ed istituzionale nel nostro territorio, che potrebbe essere anche il riconoscimento di Ariano come provincia. Questa soluzione potrebbe ridare vera identità a un territorio come il nostro che effettivamente deve lamentare marginalità in presenza di risorse sociali, culturali ed economiche non indifferenti.

 

 

Quali ripercussioni economiche e sociali l'arteria porterebbe sulle zone di riferimento?
Sicuramente il migliore collegamento alle strade di grande interesse commerciale comporta benefici. Volendo essere concreti oggi disponiamo in quasi tutti i Comuni di aree di insediamento produttivo destinate a restare deserte se non messe in condizioni di agevole collegamento con le direttrici più importanti. E' vero anche che è ormai in dirittura di arrivo la direttrice citata della Contursi-Termoli, che tuttavia non risolve il problema fondamentale di gravitazione micro-commerciale del nostro territorio verso l'area del Beneventano. In altri termini ben vengano i grandi collegamenti nazionali, ma se questi non risolvono il problema delle distanze e delle comunicazioni locali, il nostro contesto periferico continua a non avere prospettive di crescita perché non ha possibilità di inserirsi in un programma di sviluppo strettamente territoriale.

 

 

Il suo comune, suo malgrado, si ritrova in un'area depressa della provincia. Quanto è importante la collaborazione tra diverse realtà comunali per lo sviluppo dal basso del territorio finalizzato ad unire le forze e creare anche una coscienza civica unitaria nei cittadini?
La condivisione delle problematiche esposte è contenuta e sancita in diversi atti deliberativi che ogni civico consesso territoriale non ha mancato di adottare. E' mancato sempre, però, un punto di incontro istituzionale, forse dovuto alla debolezza istituzionale delle parti in causa, ma forse anche dovuto a indifferenziati campanilismi che continuano a danneggiare il nostro territorio inteso come contesto intercomunale. Le differenze di carattere amministrativo (due diverse province), quelle territoriali (difficoltà di collegamento anche fra i diversi comuni), quelle demografiche sono state sempre d'ostacolo alla collaborazione istituzionale. Non è un dato da trascurare quello che vede questo collegio provinciale non esprimere alcun rappresentante politico in seno al consiglio Provinciale da oltre due lustri.

 

Ha senso ancora fare campanilismi senza ragionare in termini globali del territorio?

Forse questo è un momento, come ve ne sono stati altri, per meditare. Ma credo che il problema non sia di campanili, piuttosto di "chiese". Nel senso che non ci sentiamo in competizione fra noi, ma ho la sensazione che ci sentiamo proprio differenti. Il che è più grave e pone in tutta la sua essenza il problema di uscire dall'isolamento con una volontà comune di riscatto, che tutti sentono ma non riescono ad amalgamare.

 

Com'è il rapporto con gli altri sindaci. C'è collaborazione? Nota unità di intenti per il miglioramento del territorio e della qualità della vita dei suoi cittadini?
Il rapporto istituzionale, ma anche personale, con gli altri sindaci del comprensorio è forse dei più lineari e cordiali. Ciò tuttavia non ha riflessi, né positivi, né negativi, nell'affrontare il problema fondamentale dell'isolamento che ognuno vive come realtà a se stante. La nostra debolezza è proprio nel non favorire i contatti istituzionali che altri non ci creano e che noi non cerchiamo. Fondamentale è invece confrontarsi, magari mettendo a nudo anche qualche aspetto critico, favorendo la dialettica e la crescita comune. Per quel che riguarda il Comune di Casalbore abbiamo creato diverse occasioni di incontro fra i Comuni del comprensorio, soprattutto quando eravamo convinti di far partire un contratto d'area fra le tre province. Devo lamentare purtroppo che sono restate le sole.

 

 

Crede che ci sia necessità di cambiamento nella politica?
Credo che ci si necessità assoluta di prendere prima coscienza di ciò che stiamo vivendo, al di là della politica che ci ha ormai abbandonato per una considerazione banalmente demografica ed elettorale. In altri contesti non lontani dal nostro l'unione e la coesione fra comuni di dimensioni anche più ridotte delle nostre, su certe scelte è risultata per loro premiante.

 

 

In quale direzione? Quali le novità da introdurre?
Nessuno può oggi dire qual è la direzione e quali sono i mezzi. Di sicuro è chiaro, almeno per noi, il fine.