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Back Sei qui: Home Attualità Tutte le Notizie Italia Trivellazioni. I comuni di "Pietra Spaccata" vanno dal Capo dello Stato

Trivellazioni. I comuni di "Pietra Spaccata" vanno dal Capo dello Stato

colle sannita consiglio comunale 600

Colle Sannita (BN) - Firmato il ricorso al Capo dello Stato contro le indagini petrolifere della Delta Energy per il progetto "Pietra Spaccata". L'atto è stato sottoscritto venerdì pomeriggio presso il Comune di Campolattaro. Chiesta la revoca della certificazione di compatibilità ambientale rilasciata con il decreto dirigenziale della Regione Campania n.601 del 14.12.2012. L'istanza straordinaria al Presidente della

Repubblica, ai sensi dell'art. 8 D.P.R. 1199/1971, curata a titolo gratuito dallo Studio legale Giordano da San Giorgio la Molara, porta le firme di: Pasquale Narciso, sindaco di Campolattaro; Nunziatina Palma, sindaco di Fragneto l'Abate; Raffaele Caputo, sindaco di Fragneto Monforte; Antonio Michele, sindaco di Pesco Sannita; Antonio Verzino, sindaco di Reino; Domenico Canonico, sindaco di Baselice; Pasqualino Cusano, sindaco di Sassinoro; Antonio Di Maria, sindaco di Santa Croce e presidente della Comunità Montana del Titerno-Alto Tammaro; Ester D'Afflitto, vice sindaco di Morcone; Innocenzo Pugliese, vice sindaco di Colle Sannita; Cristoforo Tatavitto, assessore di Circello; Luigi Caretti, consigliere delegato di San Giorgio la Molara; Liano Boffa, esponente della società civile di Pesco Sannita; chiudono l'elenco i promotori dell'iniziativa, Domenico Costanzo e Valentino Castello, consiglieri di minoranza di San Marco dei Cavoti.
Si fa rilevare che la procedura intrapresa, caratterizzata dal requisito della straordinarietà, non comporterà per i soggetti ricorrenti nessuna costo, eccezione fatta per quelli di giustizia.
Il ricorso evidenzia soprattutto che l'analisi della documentazione, estratta presso i competenti uffici regionali dal Gruppo di lavoro del Protocollo di Intenti dei Comuni interessati dalle opere di trivellazione, ha consentito l'individuazione di numerosi vizi di forma che potrebbero fortemente compromettere la efficacia del decreto impugnato; mancanze che, se confermate, metterebbero in seria difficoltà l'Ente e la stessa società proponente.
La ricostruzione dei fatti, sugli elementi documentali in possesso – così come indicato dai tecnici Angelo Giordano (Utc di Fragneto Monforte), Bruno Parlapiano (Utc di Morcone), Giuseppe Martuccio (Utc di Colle Sannita) e Antonio Golia (Utc di Circello) - ha focalizzato l'attenzione sulla violazione degli accordi internazionali di cui alla convenzione di Aarhus del 25.06.1998 ratificata dallo Stato italiano con la legge n. 108/2001, sulla partecipazione del pubblico al processo decisionale e sull'accesso alla giustizia in materia ambientale, nonché sul corretto iter endoprocedimentale previsto per le opere a farsi dal D.Lgs. 152/2006.
La realizzazione delle opere di screening ed esplorative previste dal progetto, sulla base di una istruttoria manchevole e del tutto inficiata, quale condizione prodromica e necessaria alla successiva fase operativa di perforazione, comporterebbe un danno grave ed irreparabile che si estenderebbe, come effetto consequenziale, all'habitat naturale nonché deleteriamente sulla già precaria, ma eccellente, economia zootecnica di razza protetta (bovini di razza marchigiana con marchio di qualità IGP) ed agro-pastorale con coltivazioni di carattere biologico.
Con il ricorso è stata altresì richiesta la sospensione dell'efficacia esecutiva del decreto dirigenziale impugnato.