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Back Sei qui: Home Politica Tutte le Notizie Italia GIOVANNI MARAIA: "CARO VENDOLA L'ACQUA E' MERCE DI SCAMBIO"

GIOVANNI MARAIA: "CARO VENDOLA L'ACQUA E' MERCE DI SCAMBIO"

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ARIANO IRPINO (AV) - "Non e' piu'il tempo, gentilissimo Presidente, dopo il successo del referendum sull'acqua del 2011, di continuare con le mistificazioni o con le logiche di opportunismo pragmatico. Definizione quest'ultima adoperata nei suoi riguardi da Riccardo Petrella (fondatore del Contratto mondiale dell'acqua) all'indomani delle sue dimissioni (nel 2006) da Presidente dell'Acquedotto Pugliese. Non e' più' sopportabile che lei e la sua parte politica continuino a ingannare la collettivita' promettendo la ripubblicizzazione dell'Acquedotto Pugliese e poi , di fatto, mantenendo in vita la società di capitali che gestisce

detto acquedotto. Mi permetto di ricordarle i suoi impegni piu'significativi per la ripubblicizzazione dell'Acquedotto Pugliese, impegni mai attuati:
- nel dicembre del 200 1lei e l'on Giordano presentaste un subemendamento alla legge finanziaria del 2002, che prevedeva la "costruzione di un consorzio pubblico, composto da regioni, province ed enti locali per la gestione dell'Acquedotto Pugliese". Un 'ottima proposta di ripubblicizzazione dell' Acquedotto Pugliese, disattesa da Presidente della Regione Puglia;
- nel 2005, eletto Presidente della Giunta Regione Puglia, nomino' Riccardo Petrella Presidente dell'Acquedotto Pugliese; nomina finalizzata esclusivamente ad attuare la ripubblicizzazione di detto acquedotto; dopo un anno , Petrella si dimise e lei lo definì una persona dominata da "schematismo ideologico" e da " radicalismo senza coordinate politiche"( Manifesto del 10/12 /2006 pag 6);
- Petrella spiego' al Manifesto del 9/12/2006 i motivi delle sue dimissioni; " i partiti che governano la Regione Puglia hanno accettato di considerare l'acqua come un bene economico nel senso e nel quadro imperante dell'economia capitalista e di mercato. Hanno accettato di trattarla come proprieta' regionale e quindi oggetto di negoziati, di scambio mercantile bilaterale e fra le tante cose che meritano da parte delle forze al governo un esame attento e rigoroso sta il fatto che i dirigenti delle regioni meridionali hanno aderito all'idea di negoziare sulla quantita' d'acqua che ogni regione puo' ed e' disposta a trasferire ad altre regioni periodicamente, con il pagamento di un prezzo dell'acqua grezza.  Se questa gestione mercantile dell'acqua non sara' abbandonata, vi e' il timore che la guerra dell'acqua scoppiera' in Italia". Un'anticipazione di quanto sta accadendo in questi giorni tra Regione Campania e Regione Puglia);
- la Giunta della Regione Puglia, da lei presieduta, a maggio del 2010, approvo' un disegno di legge che avrebbe modificato la natura giuridica del'Acquedotto Pugliese trasformandola da società' per azioni in agenzia pubblica per "configurare il servizio idrico integrato servizio privo di rilevanza economica, affidato ad un organismo di diritto pubblico sottratto alle regole della concorrenza"
Era un disegno di legge che riprendeva le idee di Petrella. Anche questo disegno di legge rimase tale, non divenne mai legge.
- Con il 2011 e precisamente con la vittoria referendaria l' acqua diviene giuridicamente bene comune. Viene vietato di affidare la gestione dell'acqua a società di capitali. Dopo il referendum , la gestione dei servizi idrici e la proprietà delle infrastrutture e delle reti devono essere affidate a enti di diritto pubblico. A distanza di un anno dal referendum sull'acqua, l' Acquedotto Pugliese, l'acquedotto più' grande del mondo, continua a essere gestito da una società di capitali, cioè da un soggetto di diritto privato. Non e' divenuto l'Acquedotto Pugliese un esempio di gestione dell'acqua quale bene comune
> Questa mancata trasformazione dell'Acquedotto Pugliese in ente di diritto pubblico, nonostante il risultato referendario , e' una ulteriore conferma della sua politica mistificatrice sulla gestione dll'acqua in Puglia. Politica che lei ha continuato a praticare a Caposele il 7/7/012, affermando che "l'acqua non puo' diventare una merce di scambio, facciamo l'Acquedotto Meridionale ". 
Allo stato, per lei l'acqua e' una merce di scambio (vedi compensazioni o ristori concessi dall'Acquedotto Pugliese al Comune di Caposele per la fornitura idrica o gli utili dell'Acquedotto Pugliese SPA).
L'idea di un acquedotto meridionale e ' ottima. Perché per realizzare tale acquedotto non attua la trasformazione dell'Acquedotto Pugliese in ente di diritto pubblico?
Questa idea di un acquedotto meridionale e' , a quanto pare, un altro espediente per continuare a mantenere in vita la società di capitali che gestisce l'Acquedotto Pugliese. Un espediente per annullare il risultato referendario sull'acqua. In questo modo l'acqua bene comune, da concretezza, viene riportata nella sfera ideologica. Un bel passo indietro, grazie, anche, alla sua politica". 
Giovanni Maraia Ariano in Movimento