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Back Sei qui: Home Politica Tutte le Notizie Campania ELEZIONI. SANTORO (CD) RILANCIA SULLE VERTENZE DEI LAVORATORI

ELEZIONI. SANTORO (CD) RILANCIA SULLE VERTENZE DEI LAVORATORI

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Ariano Irpino (AV) - "Lavoro", "Imprese", "Ambiente, infrastrutture e territorio", questi i tre temi sui quali Pasqualino Santoro, candidato al Senato con il Centro Democratico, intende incentrare il proprio impegno, dando voce ai problemi del territorio, trasferendoli al partito e portando tali istanze a Roma. "Riguardo al lavoro- afferma Santoro- le recenti statistiche ci dicono che il 50 per cento dei giovani non ha un'occupazione. E' grave che qui, in provincia di Avellino, i giovani oltre a non trovare il lavoro, lo perdono! Saltano i posti di lavoro e i nostri onorevoli, i nostri senatori, nei 5 anni passati

non hanno alzato minimamente la voce e non hanno portato queste vertenze a livello nazionale. C'è la vertenza Irisbus: sono stato davanti ai cancelli a vedere le sfilate, ho parlato per ultimo, abbiamo lanciato delle proposte ma alla fine nessuno ha avuto la forza, poiché nominato e non votato, di portare questa problematica all'attenzione del Governo nazionale. Altra vertenza quella dei forestali: sono 12 mesi che i lavoratori non prendono lo stipendio e tutti questi danni si sono avuti non per colpa della Regione Campania ma per il 'genio della finanza creativa' di Tremonti che tagliò, a livello nazione, il fondo sulla montagna, e da allora non si è capito più niente ed operatori quali i forestali restano per un anno senza retribuzione, non so sino a quando si potrà mantenere uno stato sociale tranquillo. C'è poi la vertenza dei Piani di Zona Sociali, che si è avuta con l'azzeramento del fondo della 328 nazionale, anche questo un bel regalo di Tremonti.

Per quanto riguarda le imprese- prosegue il candidato n° 4 del Centro Democratico- se non si decide di agevolare le imprese non si potrà mai creare lavoro. Qual'è la condizione attuale delle imprese? Le medie e grandi imprese sono già fuggite dall'Italia, hanno delocalizzato, (vedi Irisbus, questa ultima vigliaccata di portare i nostri soldi in Sudafrica), quindi restano le piccole imprese che, se si prosegue con la politica di coercizione invece che di assistenza, saranno costrette a chiudere prima o poi. Gli imprenditori sono assillati dalla burocrazia, tra permessi e concessioni varie (asl, vigili del fuoco, forestale, finanza, genio civile, uffici tecnici e chi più ne ha più ne metta). Per avviare una fabbrica in Campania oggi, se tutto va bene, solo per il carteggio amministrativo, ci vogliono tre anni. Non è concepibile! Vogliamo parlare del Fisco? Io non ho la ricetta, però vedo che gli imprenditori si trovano di fronte a una scelta difficile: o pagare i lavoratori e i fornitori o pagare le imposte, altrimenti falliscono. Sanno bene che è necessario pagare le tasse per avere servizi ma materialmente non ce la fanno. Le banche che hanno fatto finanza spregiudicata, (vedi i derivati, vedi Monte Paschi che viene sostenuta e oggi Monti rappresenta il potere delle banche), non fanno più credito alle imprese. Allora bisogna cambiare questo aspetto culturale. Tutti gli enti devono assistere, mettere in condizione gli imprenditori di operare e dare occupazione. Se c'è un controllo di qualsiasi ente o corpo non bisogna subito costringerli a chiudere o a pagare multe salatissime (a meno che non ci siano trasgressioni gravi), però ci può e ci deve essere un periodo transitorio in cui si consiglia e si da modo all'imprenditore di mettersi a norma".

Infine Pasqualino Santoro affronta la tematica dell'ambiente e del territorio: "Viviamo in una provincia, quella di Avellino che può essere considera una piccola Svizzera. Abbiamo l'acqua, abbiamo il vento, abbiamo la montagna per sciare, abbiamo le risorse naturali, abbiamo l'agricoltura, abbiamo i vini con tre doc g, abbiamo la gastronomia, possiamo immaginare oggi, nel millennio della Green economy, di fare le perforazioni? Noi dovremmo avere, e qui la classe politica è stata del tutto assente, delle compensazioni ambientali per l'acqua che facciamo bere a Napoli e alla Puglia. Non essere pagati perché l'acqua, a nostro avviso, è un bene pubblico, però ci debbono essere delle compensazioni di crescita per il territorio. Non può essere solo un furto".