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Back Sei qui: Home Città Tutte le Notizie Ariano Irpino Attualità ARIANO. MORTE GUIDO CICCARELLI. IL RICORDO DI FABRIZIO PROCOPIO

ARIANO. MORTE GUIDO CICCARELLI. IL RICORDO DI FABRIZIO PROCOPIO

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Guido ha pagato. Ha pagato la fragilità della vita, la sua instabilità, l'assenza completa di certezza dell'esistenza di ognuno di noi. È un prezzo che non si può evadere. Guido lo ha pagato maledettamente prima degli altri. Non c'è giustizia in questo. Il destino non è equo. Esso non toglie e lascia a chi dovrebbe. Il fato a volte non leva la vita agli ultracentenari concedendola ai giovani. Il destino è casuale, erratico, incomprensibile. Lontani politicamente, mi mostrava nei discorsi con fare contenuto e signorile le sue posizioni, i suoi dissensi, le sue tesi. Guido, nonostante il poco tempo che gli è stato

concesso, ha lasciato il segno. Giovane ma riflessivo, mite, riservato, impegnato, di valore, ironico, di buon carattere, sempre composto, non si riusciva a non averlo nel cuore. Un gran bell'esempio di come si può crescere bene. Guido ha con sé pezzi della mia infanzia e adolescenza. Gli anni degli occhi spalancati sul mondo appena vinto. Non c'era motivo che se lo portasse via, non c'era alcun motivo. È un grande dolore. Un gigantesco "perché?". Cosa ci resta? Specialmente per quelli come me che non hanno il dono prezioso di una grande fede. Quale arma adoperare contro questa entità che agisce senza interpellarci, questa belva, la morte, così tanto più grande di noi?

Solo la consapevolezza profonda e radicata di questa precarietà al momento ci risulta l'unico piccolo mezzo a nostra disposizione. Non c'è altro, ma è già tanto. Tenendo bene a mente la nostra individuale ed ineluttabile provvisorietà sapremo affrontare meglio le cose ingiuste che ci arriveranno. Soprattutto così sapremo far prevalere i nostri lati migliori, quelli che ognuno ha avuto in dono proprio dalla vita stessa. E soprattutto sapremo metterli in condivisione con tutti gli altri per il tempo che abbiamo a disposizione.

Voglio abbracciare tutta la sua famiglia. Non è vero che quando si muore si muore soli. De André probabilmente si sbagliava. In una comunità, in un gruppo di persone che reciprocamente si tengono, mai si resta da soli, mai. E oggi Guido non è solo, mai lo è stato e non lo sarà mai.

Fabrizio Procopio